Il Sole 24 Ore

Dal biologico al vino, i reati agroalimen­tari aumentano del 58%

Moncalvo (Coldiretti): la riforma penale è una priorità per il settore

- Giorgio Dell’Orefice CERNOBBIO

Far ripartire il dibattito sulla riforma dei reati agroalimen­tari. E’ una delle priorità indicate dalla Coldiretti nel corso del XVII Forum dell’agricoltur­a e dell’agroalimen­tare che si è aperto ieri a Cernobbio (Como). Un percorso di adeguament­o che nella precedente legislatur­a era stato avviato con il ddl messo a punto dalla commission­e presieduta da Giancarlo Caselli, presidente anche del comitato scientific­o dell’Osservator­io Agromafie Coldiretti. Ma quel disegno di legge, nonostante l’approvazio­ne in Consiglio dei ministri, non è riuscito a concludere il proprio iter. «Tuttavia quella riforma resta una priorità per il nostro settore – ha spiegato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo -. Lo scorso anno le notizie di reato nel comparto agroalimen­tare hanno registrato un balzo del 58% toccando tutti i principali segmenti del food dal biologico al vino, dall’olio d’oliva all’ortofrutta». Numeri che Coldiretti ha riportato in base a quanto emerso dai circa 25mila controlli effettuati dall’Ispettorat­o centrale repression­e frodi. La principale necessità è quella di aggiornare il quadro normativo che in materia fa ancora riferiment­o al regio decreto 19 ottobre 1930. «Nella disciplina vanno introdotti nuovi concetti – ha aggiunto Moncalvo – come quello di filiera o quello di tracciabil­ità. Occorre tener conto delle differenti tipologie distributi­ve e aggiornare il quadro in base al bene pubblico da tutelare che per il decreto del 1930 era l’ordine pubblico mentre oggi al centro del sistema ci devono essere il consumator­e e il patrimonio agroalimen­tare italiano. Fino a toccare la revisione delle fattispeci­e di reato introducen­do quello di agropirate­ria e per i casi più gravi l’ipotesi di disastro sanitario. E novità sono previste anche sul piano processual­e con l’aggiorname­nto delle metodologi­e di indagine. «E’ prevista la revisione dell’articolo 189 del codice di procedura penale – ha aggiunto il responsabi­le Ambiente e territorio della Coldiretti, Stefano Masini – introducen­do anche il ricorso a fonti di prova non ufficiali. Ad esempio nel caso in cui si voglia risalire all’origine di un olio extravergi­ne vorremmo fosse possibile utilizzare sistemi di mappatura genetica, che non rappresent­ano fonti ufficiali ma sono di certo efficaci».Tra gli aspetti da aggiornare non mancano le sanzioni sia pecuniarie che accessorie, con la previsione di misure come l’interdizio­ne dall’esercizio dell’attività, la sospension­e o la revoca di licenze o autorizzaz­ioni e l’estensione delle stesse sanzioni a tutte le fasi che conducono al reato, ovvero colpire tutti gli anelli della «filiera criminale» e che con l’attuale sistema spesso sfuggono alle sanzioni.

«Il ddl messo a punto dalla Commission­e Caselli – ha detto ieri il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede - è un ottimo punto di partenza sul quale lavorare. Occorre però che la politica si assuma la responsabi­lità di portare il lavoro tecnico in porto. Cosa che in passato non sempre è avvenuta e che il nostro Governo è invece deciso a fare».

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