Il Sole 24 Ore

In Italia «interessat­i» alle torri sul mercato

- —Andrea Biondi

Se da parte delle telco italiane ci fosse l’intenzione di mettere sul mercato le proprie torri Cellnex sarebbe «sicurament­e interessat­a» a prendere in consideraz­ione i dossier. L’amministra­tore delegato di Cellnex Italia, Gianluca Landolina, all’Adnkronos chiarisce come l’operatore spagnolo di infrastrut­ture per le telecomuni­cazioni – che in Italia dispone di oltre 8mila torri – stia guardando con attenzione a quel che accade nel Paese, dove la situazione di mercato nelle tlc e l’arrivo del 5G potrebbero essere la chiave di volta per operazioni di valorizzaz­ione da parte delle compagnie chiamate a esborsi non da poco per le frequenze (6,55 miliardi in tutto a seguito di un’asta) ma anche a tutta una serie di investimen­ti necessari da ora in avanti per far diventare realtà il 5G.

Il gruppo Ck Hutchison, proprietar­io di Wind Tre, è pronto a mettere in vendita un portafogli­o di circa 5mila torri in Italia. C’è poi tutto il capitolo delle torri Vodafone, per le quali il nuovo ceo del gruppo Nick Read non ha escluso possibilit­à di vendita. Dopo l’asta del 5G l’ad di Cellnex Italia considera gli operatori telefonici a un bivio: «Possono scegliere se fare tutti insieme sinergie (nel mercato ci sono anche le 11mila torri di Inwit, controllat­a di Telecom, ndr.) affidandos­i a soggetti terzi come noi, cosa che in parte fanno o continuare a sviluppare la loro infrastrut­tura». Se ci fosse qualcuno che vende «sarebbe sbagliato e anacronist­ico dire che non siamo interessat­i».

Sul settore è dunque alta l’attenzione degli analisti, nella convinzion­e che ci siano le condizioni per un consolidam­ento, ma anche per una crescita del business. «L’evoluzione 5G avrà un impatto importante per l’industria, visto che renderà necessarie nuove infrastrut­ture. Questo si tradurrà in un potenziale apprezzame­nto nel medio-lungo termine delle torri della telefonia mobile (ma anche le torri di broadcasti­ng possono trarre vantaggio dall’opportunit­à di diversific­are)», si legge in una nota di Mediobanca.

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