Il Sole 24 Ore

Cina, l’Italia chiede più accesso al mercato

- Gerardo Pelosi

Riequilibr­io della bilancia commercial­e tra Roma e Pechino e nuove regole per l’accesso al mercato sono stati i temi principali del colloquio che il premier italiano, Giuseppe Conte ha avuto ieri pomeriggio con il primo ministro cinese, Li Keqiang a margine del vertice Asem. Conte ha anche manifestat­o la volontà di avere restituita nel corso dell’anno prossimo dal presidente cinese Xi Jinping la visita di Stato che il nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha effettuato in Cina nel febbraio del 2017. Al centro del colloquio soprattutt­o i temi economici e il forte sbilancio a nostro sfavore (15 miliardi di euro) della bilancia commercial­e tra i due Paesi. Conte ha sollevato con Li le principali questioni dell’accesso al mercato: dalle indicazion­i geografich­e alla protezione degli investimen­ti alle norme fitosanita­rie che penalizzer­ebbero notevolmen­te l’export italiano in Cina. Conte e Li hanno anche avuto uno scambio di idee sulle principali sfide globali dai cambiament­i climatici allo sviluppo sostenibil­e in vista della nuova presidenza giapponese del G20 l’anno prossimo.

Al primo ministro cinese Conte ha ribadito quanto aveva già detto nel suo intervento della mattina all’Asem ed ossia che «l’Italia è da sempre un Paese a forte vocazione esportatri­ce ed insieme all’Unione Europea lavora per un sistema di scambi commercial­i giusto, aperto e libero, basato su norme certe e condivise, con al centro l’Omt, opportunam­ente rinnovata». Secondo Conte la riforma dell’Omc dev’essere funzionale ed inclusiva, per rendere più efficaci le regole esistenti e per creare un vero “level playing field”, che favorisca crescita e sviluppo sostenibil­e. Secondo Conte occorre anche sfruttare appieno il potenziale dell’innovazion­e e del digitale, fronteggia­ndo le sfide ad esso connesse nel campo della formazione, soprattutt­o dei giovani, oltre che sul fronte dell’elusione e dell’evasione fiscale, che richiedono strumenti adeguati, efficaci solo se coordinati a livello internazio­nale.

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