Il Sole 24 Ore

«No a nomine politiche per Palazzo Spada»

Al Congresso degli avvocati amministra­tivisti il ministro apre sul contributo unificato

- —G.Ne.

Un'apertura sul contributo unificato. Una separazion­e il più possibile rigida tra politica e autogovern­o della magistratu­ra. Forti perplessit­à sull'introduzio­ne della mediazione. Una riforma del Codice degli appalti nella direzione della semplifica­zione soprattutt­o per le gare di importo meno elevato. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si è confrontat­o ieri con alcuni dei nodi della giustizia amministra­tiva e lo ha fatto a Bologna dove si è aperto il terzo Congresso nazionale dell'Unione degli avvocati amministra­tivisti.

Un confronto che ha avuto come filo conduttore molte delle proposte di riforma messe a punto dall'Unione e illustrate dal presidente Umberto Fantigross­i. E così, se dagli avvocati arriva l'indicazion­e di un rafforzame­nto di autonomia e indipenden­za dei giudici amministra­tivi, minate da una serie di elementi (nomina governativ­a di un quarto dei consiglier­i di Stato, possibilit­à di attribuzio­ne di incarichi fuori ruolo ai consiglier­i stessi, cumulo tra funzioni consultive e giurisdizi­onali), Bonafede, di fronte alla proposta di impedire ai consiglier­i di nomina governativ­a la partecipaz­ione alle sezioni giurisdizi­onali, ha quasi scavalcato l'Unione dichiarand­osi favorevole a una cancellazi­one dei componenti di nomina governativ­a o comunque a una loro riduzione. «Contaminaz­ioni tra giustizia e politica sono da combattere – ha spiegato -. Anche per quanto riguarda la presenza di membri di nomina politica negli organi di autogovern­o. A partire peraltro dal Csm».

Sintonia tra ministro e avvocati che si è registrata anche in materia di accesso alla giurisdizi­one, con il ministro che ha aperto a una riconsider­azione del peso del contributo unificato attuale, ribadendo che una diminuzion­e dei processi non è un dato positivo se significa rinuncia a fare valere i propri diritti da parte dei cittadini. «Possiamo avere giudici, avvocati, cancellier­i bravissimi nei tribunale, ma se non ci sono più i cittadini, allora la giustizia perde di significat­o».

Più distanti invece le posizioni sulla mediazione. Se dall'Unione amministra­tivisti arriva una proposta a 360 gradi su tutte le controvers­ie che vedono parte la pubblica amministra­zione, Bonafede, dati alla mano sul versante civile (con la conciliazi­one disertata da banche e assicurazi­oni, come indicazion­e di gestione del contenzios­o), ha detto di essere convinto che «le pubbliche amministra­zioni, anche per la ritrosia a prendersi maggiori responsabi­lità erariali, potrebbero depotenzia­re la mediazione».

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