Il piccolo fuoristrada giapponese si reinventa più trendy e connesso
Abbiamo provato la quarta generazione di un’icona del mondo dell’off-road. Resta fedele al Dna da «duro e puro» ma ora è più comodo e con una moderna dotazione tecnologica
COSTA SMERALDA (SARDEGNA )
Non chiamatela crossover. Contro ogni tendenza del mercato la nuova Suzuki Jimny resta fedele al Dna del primo modello lanciato nel 1970 e identificato dalla sigla l’LJ10. In quasi 40 anni il mondo è cambiato e i veri fuoristrada sono diventati una nicchia sempre più ristretta, lasciando spazio a suv e crossover. Con Jimny invece anche i puristi della guida in off-road troveranno un mezzo capace di rispondere alle loro esigenze, a partire dalle marce ridotte fino a dimensioni perfette per districarsi tra boschi e pietraie.
Modello senza rivali, rispetto alla generazione precedente riceve una lunga serie di novità a partire dall’estetica indovinata sotto ogni aspetto. Sarà per i richiami al passato, come i fari anteriori tondi con frecce indipendenti o le linee squadrate in perfetto stile Mercedes Classe G, ma la Jimny di quarta generazione attira gli sguardi ad ogni passaggio e la rende interessante anche per chi cerca un mezzo cittadino con cui distinguersi. Infatti le misure la rendono perfetta per l’utilizzo metropolitano, grazie alla lunghezza di3,65 metri (con la ruota di scorta) e alla larghezza di 1,64 metri. La novità nipponica ha portato in dote anche un inedito motore 1.5 litri, unico offerto in gamma, benzina aspirato con 102 cavalli abbinato al cambio manuale a cinque rapporti o in opzione alla trasmissione automatica offerta con un surplus di 1.500 euro. Salendo a bordo si ritrova lo spirito off-road, con comandi utilizzabili anche da chi guida la vettura con guanti da lavoro: infatti nel dna del “Suzukino” l’impiego professionale è una componente fondamentale e i materiali utilizzati sono pensati per evitare macchie o danneggiamenti. La parte di infotainment è affidata allo schermo 7” pollici touchscreen con Smartphone Linkage Display Audio compatibile con Bluetooth. Sul fronte della sicurezza arrivano dotazioni come la frenata automatica d’emergenza, l’avviso di abbandono involontario della corsia, quello contro il colpo di sonno, il riconoscimento dei segnali stradali e il cruise control.
Se anteriormente lo spazio è più sufficiente, non si può dire la stessa cosa per i sedili posteriori e per il baule. Viaggiando in quattro il vano di carico è di soli 85 litri e si arriva a 377 abbattendo i sedili posteriori.
Per la nostra prova su strada scegliamo un esemplare nella colorazione (in totale sono 8) Kinetic Yellow con tetto nero a contrasto e puntiamo subito ad un impervio percorso nell’entroterra sardo. Tra pietre, guadi e forti pendenze il Jimny esprime tutto il suo potenziale, merito del telaio a longheroni con nuovi rinforzi, alle sospensioni ad assale rigido, ai 21 cm di altezza a terra e ad angoli di attacco, dosso e uscita pari 37°, 28° e 49°.
Il tutto abbinato al sistema di trazione integrale All grip Pro che in condizioni normali prevede la trazione posteriore (posizione 2H, ovvero 2WD High Gear, selezionabile con la seconda piccola leva nella consolle), con la possibilità di innestare quella sulle quattro ruote quando necessario (nella modalità 4H, cioè 4WD High Gear) e nei tratti più impegnativi anche le ridotte grazie alle quali abbiamo superato ostacoli “off -limits” per molte fuoristrada in commercio.
Il nuovo motore in fuoristrada piace per la regolarità ai bassi regimi e per una buona spinta oltre i 3000 giri. Abbandonati boschi e mulattiere, su strada bisogna ricordarsi lo spirito con cui è stato progettato il Jimny. Nonostante un leggero miglioramento rispetto al passato, lo sterzo continua ad essere poco preciso, oltre i 100 km/h il rumore diventa a prova di conversazione e nei lunghi trasferimenti il comfort è poco sopra la sufficienza. Passando al prezzo è disponibile una sola versione a 22.500 euro, mentre la lista degli accessori si limita al cambio automatico e alla vernice bicolore col tetto nero a 400 euro.