La sostenibilità di Ratti case history alla Cattolica
Seguire un percorso di sostenibilità o, meglio ancora, mettere l’attenzione all’ambiente, alle persone e al territorio sullo stesso piano della sostenibilità economica significa avere prima di tutto una visione di lungo periodo. E forse è difficile insegnare ad avere una visione, mentre è possibile, dati alla mano, dimostrare che la sostenibilità paga, in tutti i sensi. Ratti diventa così un caso di studio: martedì prossimo, 23 ottobre, Sergio Tamborini, amministratore delegato della società, illustrerà all’università Cattolica di Milano la strategia ambientale e sociale di Ratti, partendo dal bilancio di sostenibilità del 2017.
L’azienda, fondata a Como nel 1945 e quotata alla Borsa di Milano dal 1989, è nata come setificio ma oggi è uno dei maggiori produttori al mondo di tessuti stampati, uniti e tinti in filo e di tessuti jacquard per abbigliamento, cravatteria, camiceria, mare, intimo e abbigliamento. Il primo semestre si è chiuso con un fatturato di 51,6 milioni (+12,9% sullo stesso periodo del 2017) e indici di redditività tutti in forte aumento. L’utile netto è quasi triplicato, passando da 1,6 a 4,4 milioni e gli investimenti sono più che triplicati, da 1,1 milioni del periodo gennaio-giugno 2017 a 3,4 milioni nel 2018. Negli ultimi quattro anni Ratti ha investito 20 milioni per il progetto “Ratti for Responsibility”, acquisendo nuovi macchinari che garantiscono maggiore efficienza energetica e idrica e adottando principi di economia circolare. Nuovi processi hanno portato alla riduzione di inquinanti e prodotti chimici e ognuno degli oltre 750 dipendenti (472 dei quali donne) hanno aderito e contribuito in maniera rilevante ai programmi di raccolta differenziata, car pooling. riduzione di sprechi (anche nella mensa aziendale) e partecipato alle iniziative che impegnano l’azienda per il sociale e per lo sviluppo del territorio. I risultati per il 2017 spiegano più di tanti discorsi: a fronte di un aumento del 21% dei metri totali di tessuti stampati e del 744,73% dei metri di tessuti ecosostenibili, i consumi di acqua si sono ridotti di oltre 22milioni di litri (sufficienti a riempire 21 piscine olimpioniche) e le tonnellate di CO2 immesse nell’ambiente sono state quasi 1.700 in meno, una quantità pari a quella assorbita da 1.200 alberi in tutta la loro vita.