Il Sole 24 Ore

Dieci anni di «baby cashmere»

- —G.Cr.

Tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo costruì l’impero più grande mai esistito su questo pianeta, conquistan­do parte dell’Asia centrale e dell’Europa Centrale e Cina, Russia, Persia e Medio Oriente. Unificò le tribù mongole e nessuno sa dove sia sepolto, fatto che alimenta la leggenda che Genghis Khan sia immortale e continui a girovagare per il Paese, attraversa­ndo al trotto o al galoppo deserti e steppe.

Il grande condottier­o e imperatore della Mongolia considerav­a i cavalli il dono più importante dato dagli Dei alla sua terra. Oggi forse sposterebb­e la sua attenzione sulle capre da cashmere: la Mongolia è il secondo produttore mondiale dopo la Cina (25% circa contro 65%), ma la qualità è nettamente superiore: quello mongolo è il “titolo” – come si dice in gergo tessile – di cashmere più pregiato al mondo, con una lunghezza di fibra che raggiunge i 43 millimetri, contro i 35 di quella cinese. L’evoluzione “adattativa” teorizzata da Charles Darwin ha lavorato benissimo in Mongolia: per superare i rigidissim­i inverni le capre della specie hircus hanno sviluppato una fibra più resistente e più lunga delle parenti, lontane o vicine, che vivono in Cina e altri Paesi asiatici.

Loro Piana ha fatto un passo in più: nel 2018 compie dieci anni il progetto del “baby cashmere”. O meglio: il percorso era iniziato ancora prima, ma sono del 2008 i primi capi Loro Piana prodotti con questa fibra. Grazie a una partnershi­p con gli allevatori che vivono sulle montagne Alashan, nella Mongolia interna, nel mese di giugno viene raccolto (non tosato, perché cade naturalmen­te) il sottovello delle capre che hanno meno di un anno: da qui il nome, baby cashmere. Una barriera isolante per gli animali, che da un certo punto in poi della loro vita diventa superflua; una fibra finissima per gli allevatori. Ogni capretta regala ai suoi compagni umani 30 grammi di fibra, con un diametro di 13,5 micron (contro i 15 degli adulti). Una materia prima ancora più pregiata perché limitata e, volendo aggiungere un tocco di poesia, perché è un autentico dono che le capre fanno all’uomo in un periodo della loro vita in cui sono ancora vulnerabil­i.

Per celebrare i dieci anni di questo progetto – ottimo esempio di sostenibil­ità sociale e ambientale, perché rispetta i tempi della natura, degli animali e delle persone – Loro Piana presenta la capsule Baby Cashmere Jubilee: tre capi da donna, due dolcevita e un bomber, tutti bianchi, perché questo è il colore originario della fibra. Nella realizzazi­one dei capi alla purezza della materia prima si unisce il know how creativo e tessile di Loro Piana: un dolcevita è in maglia intrecciat­a, l’altro è lavorato a costa con maniche intrecciat­e a contrasto. Il bomber invece è arricchito da una fodera in visone, bottoni in madreperla e collo in chinchilla staccabile, mentre l’esterno è in maglia intrecciat­a.

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Sulle montagne. Due allevatori con le loro “baby” capre

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