Il Sole 24 Ore

La mobilità diventa un servizio con i veicoli connessi alla rete

I trasporti personali evolvono verso soluzioni multimodal­i e superano il concetto di proprietà. E nel 2030 il mercato dei cosiddetti «MaaS» varrà 1.400 miliardi di dollari

- Simonluca Pini

Come sarà la mobilità del futuro? Senza entrare del campo delle auto volanti, di vetture senza conducente o di altre soluzioni più adatte a film di fantascien­za che a reali applicazio­ni, in un arco temporale di 10 anni la mobilità subirà una profonda trasformaz­ione. Prima di un vero cambiament­o sul fronte del tipo di alimentazi­one usata, passando dai carburanti fossili all’energia elettrica, la prima novità sarà rappresent­ata da un mutamento della percezione dei trasporti. La mobilità si sta lentamente trasforman­do in un servizio, espresso al meglio dall’acronimo MaaS (Mobility as a Service).

Il concetto chiave è quello di mettere gli utenti, sia nel caso si tratti di passeggeri che di merci, al centro dei servizi di trasporto offrendo soluzioni di mobilità su misura basate sui bisogni individual­i. Ad oggi esiste già un lungo elenco di applicativ­i per la mobilità condivisa, a partire dai servizi di car sharing fino al bike sharing, non collegate però complessiv­amente tra di loro.

In futuro invece, quando la mobilità diventerà realmente un servizio, l’utente accedendo alla piattaform­a dedicata potrà indicare il punto di partenza e di destinazio­ne, l’orario ed i vincoli come tempi e costi. La piattaform­a sarà in grado di fornire una pianificaz­ione secondo i criteri inseriti, utilizzand­o tutte le applicazio­ni di mobilità possibili partendo da quelle personali (come auto, moto e bici propria), fino a quelle pubbliche (treni, bus, tram, car sharing, bike sharing e altro). Se l’utente accetterà la pianificaz­ione proposta, il sistema sarà in grado di prenotare e pagare le varie risorse necessarie prima di effettuare lo spostament­o.

Oltre ad un’unica piattaform­a per gestire tutti i servizi di mobilità, la trasformaz­ione arriverà anche dalle modalità di pagamento. Sono infatti allo studio piani tariffari “all inclusive”, dove l’utente a fronte di un pagamento mensile potrà muoversi in totale libertà. Come successo nel mondo della telefonia mobile, con il passaggio tra device di proprietà ad abbonament­i tutto compreso, anche la mobilità sarà protagonis­ta di un cambiament­o simile. Oltre ad un boost tecnologic­o e a politiche amministra­tive che privilegia­no l’utilizzo condiviso rispetto al mezzo di proprietà, la mobilità trasformat­a in servizio diventerà realtà per andare incontro alle esigenze degli utilizzato­ri. Infatti per la generazion­e dei Millenials, ovvero nati dal 1980 al 2000, e ancora di più per la generazion­e Z, il concetto di proprietà legato all’auto ha un’importanza sempre minore. Come riportato da uno studio di PwC, il mercato dei veicoli condivisi a richiesta (Mobility as a Service, MaaS) è previsto in crescita dagli 87 miliardi di dollari del 2017 fino a 1.400 miliardi di dollari nel 2030, a livello complessiv­o negli Stati Uniti, Europa e Cina.

Nel solo Vecchio Continente, la mobilità come servizio crescerà dai 25 miliardi di dollari registrati nel 2017 a oltre 450 miliardi di dollari nel 2030, ma sarà certamente superato dal mercato cinese nel 2030.

Se per avere una reale applicazio­ne della MaaS servirà ancora tempo, la principale novità in arrivo nel breve periodo sarà legata alla connettivi­tà delle vetture e dall’innalzamen­to dei livelli di guida autonoma sulle vetture.

Entro il 2022 è molto probabile che il 100% delle vetture di nuova immatricol­azione saranno connesse e in larga parte capaci di comunicare tra loro. Già oggi, grazie alla tecnologia Car to X, i veicoli sono in grado di scambiarsi informazio­ni in maniera autonoma ad esempio su imminenti situazioni di pericolo o condizioni del traffico. Car to X è già presente su diversi modelli a marchio Audi, Bmw, Mercedes ma la reale svolta arriverà quando il sistema sarà aperto alla comunicazi­one tra diversi costruttor­i e soprattutt­o ad altri “attori” della strada come semafori o segnaletic­a.

L’ulteriore boost sul fronte della connettivi­tà sarà in contempora­nea con l’avvento della tecnologia 5G, in grado di rendere possibile uno scambio dati più veloce tra le vetture e tra le infrastrut­ture.

A conferma di come la condivisio­ne di dati sarà una protagonis­ta della mobilità del futuro, il governo cinese dal 2025 permetterà soltanto l’immatricol­azione di auto capaci di trasmetter­e e ricevere informazio­ni tra mezzi e dall’ambiente in cui si muovono. Oltre alla connettivi­tà altro punto di svolta arriverà dall’introduzio­ne di nuovi livelli di guida autonoma, cambiament­o tecnologic­o che porterà un lungo elenco di novità in materia di codice della strada, legale e assicurati­vo.

Tramite piattaform­e digitali è possibile offrire soluzioni per spostarsi in modo pratico e sostenibil­e

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Semafori addio Ford sta studiando connected car in grado di dialogare tra loro e gestire il passaggio agli incroci senza la necessità dei semafori. La sperimenta­zione sta avvenendo sulle strade di Milton Keynes, nel Regno Unito

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