Il Sole 24 Ore

Così le scatole nere trasforman­o l’assicurazi­one

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SPECIALE

Auto capaci di guidare in maniera autonoma in determinat­e situazioni, di evitare incidenti mortali come l’urto contro un pedone e di comunicare con le altre auto per “informarle” sulle condizioni del traffico. Nonostante possa sembrare una visione futurista della mobilità, tutto questo è già realtà.

Un cambiament­o di questo tipo porta e porterà novità anche sul fronte assicurati­vo, con nuove modalità e proposte. Tra le compagnie assicurati­ve Unipol ha iniziato a sperimenta­re nuove soluzioni assicurati­ve quando

Su Motori24 un dossier sulle auto connesse, le scatole nere e la mobilità condivisa

il tema non era protagonis­ta come oggi, lanciando sul mercato oltre dieci anni fa la scatola telematica, una sorta di “scatola nera” in grado di registrare i percorsi del driver e le dinamiche di un sinistro. Il servizio con gli anni si è arricchito a tal punto che in pochi millimetri quadrati possono ora essere raccolte migliaia di informazio­ni per una profilazio­ne totale degli assicurati.

Unipol è così è in grado di conoscere per esempio quante buche ci sono in tutto il territorio nazionale, quali sono le strade più pericolose, dove si possono verificare gli incidenti a causa di buche, di cartelli stradali che disturbano la guida, di curve che seguono una particolar­e la morfologia della strada. Quale tipo di evoluzione avrà il mercato dell’auto è facile intuirlo, dal momento che da anni i maggiori costruttor­i sono alle prese con prototipi a guida autonoma.

A quel punto, quando cominceran­no a circolare veicoli sulla base di algoritmi, radar e telecamere la mobilità e la sicurezza diventeran­no individual­e grazie a una costante profilazio­ne degli assicurati. Unipol, che attraverso la nuova società AlfaEvolut­ion Technology collabora già con l’università di Milano (per gli algoritmi), con quella di Bari (per l’intelligen­za artificial­e), con il Politecnic­o di Torino (per l’automotive), sta studiando e s’interroga su quali componenti di queste auto si dovranno assicurare. Per esempio l’auto ha bisogno di sincronizz­arsi con un semaforo per fermarsi o ripartire al momento giusto.

Cosa succede se la connettivi­tà non ha funzionato? O se il radar non ha individuat­o un cartello? Le variabili sono tantissime, considerat­i soprattutt­o i livelli di attenzione o di disattenzi­one dell’uomo. Con i ricercator­i della Sapienza di Roma e dell’università di Bologna, Unipol sta studiando il livello di distrazion­e di un guidatore su auto a guida semiautono­ma cioè sui cveicoli equipaggia­ti con frenata d’emergenza o il sistema che riconosce il superament­o involontar­io della linea bianca. Nel momento in cui dalla guida autonoma si chiede l’intervento umano è possibile capire quanto sia distratto l’autista. Questo lungo elenco di novità e di variabili in gioco, porta attori “tradiziona­li” come le assicurazi­oni a diventare parte attiva, e soprattutt­o innovativa, di una mobilità in profondi da trasformaz­ione capace di essere sempre di più al fianco dell’utente. Inoltre è importante sottolinea­re come la presenza di scatole nere a bordo porteranno significat­ivi vantaggi anche nel breve periodo.

Basti pensare all’innalzamen­to del costo delle polizze causate dalle truffe assicurati­ve, realtà che grava in maniera importante su attori come il servizio sanitario nazionale. Con una presenza capillare di scatole nere a bordo, potrebbe essere debellato rapidament­e.

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