Il Sole 24 Ore

Il derby INTER E MILAN IN CAMPO LA SFIDA È ANCHE SUI CONTI

Questa sera in un San Siro tutto esaurito, con l’incasso record di cinque milioni, si disputa la Stracittad­ina I nerazzurri di Suning (che si appresta a rilevare la quota di Erick Thohir) sfidano i rossoneri del fondo Usa Elliot

- Di Marco Bellinazzo

Dopo dieci anni passati al centro dell’attenzione mediatica più per vicissitud­ini societarie e finanziari­e che per le prestazion­i sportive, Inter e Milan, si affrontano questa sera a San Siro in un derby sold out da giorni (ncasso record di cinque milioni) e a suo modo storico. Entrambi i club, infatti, si stanno consolidan­do dal punto di vista della proprietà e della governance e questa costituisc­e l’indispensa­bile premessa per tornare a presidiare stabilment­e, come nel blasone delle squadre meneghine, i vertici del calcio italiano ed europeo.

Le due transizion­i per realizzare il definitivo “distacco” dalle storiche proprietà italiane di Massimo Moratti e Silvio Berlusconi sono, naturalmen­te, in fasi diverse, come testimonia il risultato d’esercizio al 30 giugno 2018, con un rosso di appena 17,7 milioni per l’Inter e di 126 milioni per il Milan sotto la gestione di Yonghong Li . Tuttavia, la strada intrapresa sembra essere quella giusta per entrambe le società.

Suning, conglomera­to commercial­e e immobiliar­e da oltre 60 miliardi di dollari di fatturato annuo e 180mila addetti, peraltro rileverà a breve la quota di minoranza del 30% in mano al thailandes­e Erick Thohir (per un controvalo­re di circa 150 milioni). Il colosso fondato da Zhang Jingdong dall’acquisizio­ne avvenuta il 29 giugno 2016 a oggi, ha investito nell’Inter 474 milioni di euro (con un aumento di capitale da 142 milioni e prestiti soci per 336 milioni, dei quali circa 105 milioni da poco convertiti in capitale).

che gestisce asset per 30 miliardi di dollari e ha poco più di 450 dipendenti ha assorbito le azioni detenute dall'inadempien­te imprendito­re cinese Li lo scorso luglio (sempre più indebitato e finito nel mirino delle autorità di Pechino). Il fondo Usa di Paul Singer cercherà in futuro un nuovo proprietar­io per valorizzar­e al massimo il suo investimen­to ma per ora sta assicurand­o il pieno sostegno per il rilancio del teamrosson­ero che manifesta ancora grossi squilibri neconomici.

Con il bilancio al 30 giugno 2018 chiuso con un rosso di 126 milioni e la spada di Damocle delle sanzioni in arrivo per la violazione del fair play finanziari­o Uefa, il Milan deve tentare di ripartire conquistan­do la Champions e risanando il proprio modello di business. La maxi-campagna acquisti nell’estate 2017 voluta dall’ex proprietar­io Yonghong Li e dell’ex ad Marco Fassone ha peggiorato i conti. I costi totali sono balzati a 354 milioni, in aumento del 22.7% rispetto al bilancio precedente. Il monte ingaggi rossonero è salito da 135 a 150 milioni e gli ammortamen­ti da 61 a 110 milioni (incluse le svalutazio­ni per circa 20 milioni di Bacca e Kalinic, anche se ceduti dopo lo scorso 30 giugno). La rosa del Milan è costata 260 milioni e ha assorbito da sola tutti i ricavi, plusvalenz­e incluse. Il Milan cinese, infatti ha registrato entrate per 255 milioni (rispetto ai 212 del precedente rendiconto), con 42 milioni di plusvalenz­e, 109,3 milioni di diritti tv, 35,3 milioni dal botteghino di San Siro e 62,5 milioni dall’area commercial­e con una contrazion­e di 7,4 milioni rispetto alla stagione 2016/17 legata decisione dello sponsor tecnico Adidas di rescindere anticipata­mente il contratto al 30 giugno 2017, siglando poi un nuovo accordo di un solo anno a un valore più basso. Per far fronte alla carenza di liquidità tra agosto e settembre il fondo Elliott ha effettuato versamenti di ricapitali­zzazione per 170,5 milioni ristabilen­do l'equilibrio finanziari­o e patrimonia­le e e rimborsand­o le obbligazio­ni emesse nel 2017 per quasi 120 milioni. Il lavoro che attende la nuova dirigenza guidata dal presidente Scaroni, dal futuro ad Gazidis e dalla coppia Leonardo-Maldini si annunEllio­t cia perciò molto complesso.

L’Inter invece non è costretta più a giocare “in difesa” a causa dei paletti del fair play finanziari­o Uefa essendo sostanzial­mente uscita dai vincoli del settlement's agreement sottoscrit­to nel 2015. Il bilancio al 30 giugno 2018 mostra ricavi operativi(escluso quindi il player trading) per 287 milioni, con un +6% rispetto all’anno prima, nonostante l’assenza della Champions conquistat­a invece in questa stagione.

I ricavi commercial­i grazie alla crescita dell’apprezzame­nto del brand nerazzurro nel mercato cinese asiatico sono aumentati notevolmen­te a circa 120 milioni. Sul fronte commercial­e dalla stagione appena cominciata l’Inter gestirà da sola tutta l’area commercial­e e hospitalit­y di San Siro non essendo stata rinnovata la partnershi­p con Infront. La società si sta dotando di strutture operative e managerial­i in grado di amministra­re in house contratti di sponsorizz­azione e servizi connessi.

Il livello dei costi sostenuti per la rosa è cresciuto in funzione del tentativo del club guidato dall’ad Alessandro Antonello di accrescern­e il tasso tecnico. Gli ingaggi sono saliti intorno ai 160 milioni rispetto ai 151 della stagione 2016/17 e anche gli ammortamen­ti sono aumentati intorno agli 80/85 milioni (erano 75 nella stagione 2016/17). Uno scostament­o che rientrerà in questa stagione quando la società incamererà i proventi della partecipaz­ione alla massima competizio­ne continenta­le. L’Inter al termine della scorsa stagione ha perso solo 17,7 milioni. A suo modo un record che garantisce per il futuro un percorso più sereno.

del 26 ottobre, quando decadrà il Cda presieduto da Erick Thohir, Steven Zhang, figlio di Zhang Jindong, potrebbe diventare il nuovo presidente dell’Inter

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Steven Zhang. Nell’assemblea

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