Il Sole 24 Ore

Governo: c’è l’accordo Condono: salta lo scudo

Sanatoria delle cartelle Equitalia per chi ha Isee fino a 30mila euro Si pagherà con aliquote al 6-10-25%

- Marco Mobili Giovanni Parente

Intesa M5S-Lega.

Luigi Di Maio e Matteo Salvini siglano l’intesa sul Fisco che pone fine al forte scontro degli ultimi giorni: stralcio di ogni scudo penale, cancellazi­one di qualunque riferiment­o a beni e ricchezze all’estero, inseriment­o del «saldo e stralcio» con tre aliquote (6, 10 e 25%) e l’impegno a declinare in Parlamento la difficoltà economica che può impedire al contribuen­te di versare le imposte dovute, pur essendosi dichiarato al Fisco. In Consiglio dei ministri si è discusso anche della manovra e della risposta da inviare entro domani ai rilievi di Bruxelles: «Non c’è alcun proposito di uscire dall’Ue o dalla moneta unica» assicurano all’indomani del downgradin­g di Moody’s il premier Giuseppe Conte e i vicepremie­r Salvini e Di Maio. Ma niente correzioni ai numeri della manovra. Fermamente esclusa qualunque patrimonia­le.

L’accordo.

La guerra e pace fiscale dell’ultima settimana si chiude con l’accordo tra i due leader della maggioranz­a con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che fa da speaker sui punti dell’intesa (ri)trovata. Che si traducono nello stralcio di ogni scudo penale, nella cancellazi­one di qualunque riferiment­o a beni e ricchezze all’estero e, soprattutt­o, nell’impegno a declinare in Parlamento la difficoltà economica che ha impedito al contribuen­te di versare le imposte dovute, pur essendosi dichiarato al Fisco. In pratica, il «saldo e stralcio» della Lega inserito nel contratto di Governo e rivendicat­o dal suo leader Matteo Salvini: «Nella prima versione del decreto fiscale non c’era e il Parlamento lo recupererà». In che modo? Lo spiega al Sole 24 Ore Armando Siri, consiglier­e economico della Lega e sottosegre­tario alle Infrastrut­ture: sarà collegato alla condizione economica del debitore o all’indice di liquidità per le imprese; particolar­e situazioni familiari di difficoltà; avrà tre aliquote (6, 10 e 25%) applicate a tutto il debito residuo e consentirà di saldare il conto con l’agente della riscossion­e in un massimo di 10 rate mensili (si veda l’intervista in pagina).

Un concetto fatto proprio anche dall’altro vicepremie­r Luigi Di Maio (M5S): «Potenziamo lo strumento di saldo e stralcio delle cartelle Equitalia per tutte le persone in difficoltà. Abbiamo ribadito all’unanimità in Cdm che non c’è alcuna volontà di favorire chi ha capitali all’estero. Grazie a questo decreto nasce oggi uno Stato amico che aiuterà la parte più debole dei contribuen­ti. È stato un pomeriggio di lavoro proficuo».

In attesa della versione ufficiale che dovrà essere bollinata domani e poi promulgata dal Quirinale in vista della pubblicazi­one in «Gazzetta Ufficiale» già martedì e del suo approdo al Senato, il testo del decreto fiscale esce più “leggero" rispetto alle ultime bozze circolate e con restrizion­i aggiuntive sull’articolo 9 dedicato alla dichiarazi­one integrativ­a. Dichiarazi­one che, come sottolinea­to dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte è un «ravvedimen­to operoso», non consentirà di integrare maggiori imponibili per le due mini-patrimonia­li estere su immobili e attività finanziari­e (rispettiva­mente Ivie e Ivafe). Non ci sarà, in sostanza, nessuno spazio per una nuova voluntary disclosure, semmai ci fosse stata l’intenzione di prevederla. E questo dovrebbe sbarrare anche eventuali integrazio­ni al quadro RW della dichiarazi­one dei redditi, dedicato al monitoragg­io dei patrimoni detenuti oltreconfi­ne.

A sentire le parole dei protagonis­ti della conferenza stampa successiva al Consiglio dei ministri, dovrebbe sparire ogni riferiment­o a tutele di natura penale. Va detto che almeno quelle che sembravano “certe” sui reati tributari (dichiarazi­one infedele e omesso versamento dell’Iva e delle ritenute), in realtà, difficilme­nte si sarebbero intersecat­e con la sanatoria. Quest’ultima, infatti, permette e permetterà di integrare fino a un massimo 100mila euro di imponibile per anno d’imposta, nel limite però del 30% di quanto dichiarato. Per intenderci, la soglia dei 150mila euro oltre cui scatta il reato di dichiarazi­one infedele non sarebbe stata mai raggiunta.

Un altro “tratto di penna” cancellerà anche la protezione penale dai reati di riciclaggi­o e autoricicl­aggio. Aspetto su cui prima il vertice e poi il Consiglio dei ministri hanno posto particolar­e attenzione. In questo modo, dovrebbero essere state cancellate tutte le esimenti penali.

Del condono, resta la possibilit­à di pagare una flat tax al 20% per anno d’imposta in sostituzio­ne di quanto dovuto per Irpef e addizional­i o Irap, eventuali sostitutiv­e, contributi e Irap. C’è poi un’altra sostitutiv­a sempre del 20% per le maggiori ritenute fatte emergere e per i soggetti Iva la possibilit­à di sanare con un’aliquota media da calcolare in base alle operazioni o, in alternativ­a, con l’aliquota ordinaria del 22 per cento. E si pagherà in un massimo di 5 anni.

‘‘ Abbiamo fatto un passo avanti. Ora faremo la rottamazio­ne delle cartelle di Equitalia Matteo Salvini

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