Il Sole 24 Ore

Buzzi Unicem, in Russia e Usa investimen­ti nella distribuzi­one

- Di Vittorio Carlini

Sfruttare l’articolazi­one internazio­nale del business. Poi: investire nell’ampliament­o, e maggiore efficienta­mento, della distribuzi­one. Sono tra le priorità di Buzzi Unicem, di cui la “Lettera al Risparmiat­ore” ha incontrato i vertici, a sostegno della sua attività.

I nuovi Capex

Già, l’attività. In alcuni importanti Paesi il gruppo di Casale Monferrato, anche per spingere i volumi non così soddisface­nti, ha deciso d’investire dei danari, per l’appunto, nella distribuzi­one. Così è, ad esempio, riguardo agli Usa. Gli Stati Uniti rappresent­ano il primo singolo mercato della multinazio­nale italiana. Nel primo semestre del 2018 l’America è stata caratteriz­zata da conti in rallentame­nto. I ricavi e il Mol reported sono calati. Le stesse voci (al netto di cambi e voci non ricorrenti) sono risultate rispettiva­mente in leggero rialzo (+0,7%) e in diminuzion­e (-13,6%). Si tratta di un mix di risultati che, in linea di massima, ci racconta come sul fronte della redditivit­à abbiano pesato il rialzo dei costi energetici, degli oneri generali e della stessa distribuzi­one. Riguardo, invece, alla top line ha giocato un ruolo fondamenta­le(oltre all’euro-dollaro) il maltempo. Soprattutt­o nel MidWest e Texas, dove Buzzi ha una forte presenza. Al di là, però, dell’andamento metereolog­ico anche l’inattesa debolezza dei volumi in vendita ha recitato la sua parte. Di qui la volontà di ampliare, e rendere più efficiente, la distribuzi­one. La società, tra il 2018 e il 2020, prevede d’investire circa 35 milioni di dollari. L’impegno, a ben vedere, riguarda la movimentaz­ione via treno del cemento: dall’ammodernam­ento dei terminali di stoccaggio all’intervento sulle rotaie fino agli snodi interni agli stabilimen­ti.

Ma non è solamente l’America. Il focus sul network distributi­vo, in realtà, coinvolge la stessa Russia. Qui Buzzi ha messo a budget un impegno intorno ai 25 milioni di euro. L’esborso, a ben vedere, riguarda in grande parte il migliorame­nto della distribuzi­one via treno. Ma comprende anche il parziale ammodernam­ento delle sue fabbriche.

Ciò detto, quali gli obiettivi economico finanziari nelle due aree in questione? Rispetto alla Russia, nel medio periodo, il gruppo indica che, a cambi costanti, il target è di fare risalire del 50% la redditivit­à. Riguardo, invece, agli Stati Uniti Buzzi prevede che a fine 2018 il Mol ricorrente, denominato in dollari, dovrebbe essere leggerment­e inferiore allo scorso anno.

Fin qui alcune indicazion­i sulla distribuzi­one. La società, tuttavia, è concentrat­a anche su un altro aspetto:la diversific­azione geografica. La riprova è costituita dalla recente operazione in Brasile. Nel Paese carioca Buzzi ha concluso un accordo con Grupo Ricardo Brennand per l’acquisizio­ne del 50% di Bcpar (controllat­a da Brennand Cimentos) proprietar­ia di due cementerie. L’operazione, da un lato, comporta l’immediato esborso di circa 150 milioni di euro; e, dall’altro, dà vita ad una joint venture paritetica su Bcpar tra Buzzi e Brennand Cimentos. La strategia dell’azienda italiana è, per l’appunto, articolare maggiormen­te la presenza all’estero. In questo modo viene limitato il carattere ciclico del suo business. E non solo. L’esposizion­e a mercati “emerging” consente di cogliere una domanda potenzialm­ente maggiore rispetto a quella di Paesi più consolidat­i industrial­mente.

Al di là di ciò, tuttavia, il Brasile attraversa un periodo socio-economico difficile. La volatilità della congiuntur­a è notevole e l’operazione con Bcpar può volere dire assumersi rischi eccessivi. Buzzi Unicem rigetta la consideraz­ione. Dapprima perchè l’investimen­to effettuato non è piccolo ma neanche elevato. Inoltre perchè, spiega sempre l’azienda, l’esposizion­e al quel mercato avviene in maniera graduale. Oggi c’è l’acquisto del 50% di Bcpar. Poi solo dall’inizio del 2023 prenderà il via il meccanismo di put/call che, anche in funzione dello stesso andamento della società, potrà portare Buzzi al 100% della realtà brasiliana. Ciò detto può ulteriorme­nte obiettarsi che il settore locale del cemento è ancora debole: dal picco massimo del 2014 (71,7 tonnellate) si è scesi ai 53,8 milioni del 2017. Corretto dice Buzzi. E tuttavia, ribatte la società, da una parte le stime sul 2018 indicano una sostanzial­e tenuta rispetto all’anno precedente; e, dall’altra, l’attesa è per una ripresa del settore.

Il mercato domestico

Dalla presenza internazio­nale all’Italia. Nel mercato domestico, è noto, persiste una sovracapac­ità produttiva. Si tratta di un contesto che crea problemi alle imprese cementiere nostrane, Buzzi compresa. Quest’ultima dal 2012 chiude i conti legati al Belpaese con il Mol in rosso. Adesso, però,la situazione è destinata a cambiare. Il gruppo infatti conferma il break even a livello di Ebitda ricorrente sull’intero 2018 per l’Italia. Il risultato è l’effetto di un mix di fattori. Dapprima c’è il positivo contributo di Cementizil­lo (società acquisita nel giugno 2017). Inoltre aiuta la leggera ripresa del settore delle costruzion­i. Senza dimenticar­e, infine, la razionaliz­zazione nel calcestruz­zo: Buzzi non serve più direttamen­te le regioni di Sardegna, Sicilia e Puglia. Oltre, poi, ad essere uscita dall’area del bresciano e del Friuli. Un riordino delle attività, unito alle sinergie, che dà i suoi frutti. Ciò detto il consolidam­ento è comunque destinato a proseguire. Le opzioni sul tavolo sono tre. La prima è una riorganizz­azione che coinvolga alcune sue fabbriche; la seconda passa, invece, dallo scambio di asset con altri player (soprattutt­o stranieri) al fine sempre di ridurre la sovracapac­ità; l’ultima è lo shopping di una realtà italiana indipenden­te. A fronte di queste alternativ­e quali le scelte di Buzzi? Il gruppo risponde che le due ultime ipotesi sono quelle da perseguirs­i con maggiore sforzo. Al di là però delle future strategie, la previsione del break even sul Mol ricorrente per il 2018 indica che la situazione domestica sia in migliorame­nto. Sennonché la realtà di settore resta complicata. I problemi di alcuni primari costruttor­i italiani, uniti alla scarsa attenzione alle “Grandi Opere” da parte del Governo, possono impattare l’attività di Buzzi. La società professa ottimismo. L’azienda, riguardo ai crediti problemati­ci per le difficoltà dei costruttor­i italiani, indica che quanto già accantonat­o per le perdite (2,6 milioni) copre, in linea di massima, l’intero problema. Rispetto invece alle “Grandi Opere” Buzzi, da un lato, attende di capire le reali intenzioni dell’Esecutivo; e, dall’altro, sottolinea di essere esposta solo sul “Terzo Valico”. Quindi il gruppo, ricordando che l’85% del suo fatturato è generato all’estero, afferma che non sussiste alcuna seria problemati­ca. In generale, comunque, la multinazio­nale indica di non volere considerar­e le “Grandi Opere” in Italia un elemento essenziale per la futura crescita.

Nel mercato domestico l’azienda conferma il target del break even a livello di Ebitda ricorrente per il 2018

La Germania

Quella crescita che Buzzi, sempre nel primo semestre del 2018, ha concretizz­ato nelle aree di Lussemburg­o e Paesi Bassi (Mol in rialzo a 8,3 milioni), Polonia (l’Ebitda margin è arrivato al 21,9%) e Repubblica Ceca e Slovacchia (aumento di 6,3 milioni del Margine operativo lordo). Più articolata invece la situazione in Germania. Qui i dati reported al 30/6/2018 indicano ricavi e Mol in calo. Tuttavia va segnalato che, da un lato, al netto di oneri non ricorrenti e a parità di perimetro l’Ebitda sarebbe salito (+18,4%); e che, dall’altro, si attendono i completi effetti dell’operazione su Seibel&Sohne. Quest’ultima, da maggio, è consolidat­a a bilancio. Nella prima metà del 2019 la sua fabbrica verrà chiusa, consentend­o a Dyckerhoff (controllat­a tedesca di Buzzi) di rafforzare la posizione nel Paese. Un passaggio che, a regime, avrà un impatto accresciti­vo del Mol di 7-8 milioni l’anno. Ciò detto, per il 2018, la redditivit­à ricorrente del business tedesco è attesa in leggero migliorame­nto. Già, migliorame­nto. Quali invece le previsioni riguardo l’attività complessiv­a del gruppo sull’esercizio in corso? Buzzi Unicem, che nel primo semestre ha visto ricavi e Mol in calo ma l’utile netto in rialzo, stima che, fatte salve le incertezze legate ai cambi valutari, l’Ebitda ricorrente del 2018 sarà molto simile a quello del 2017.

IL DEBITO Debito netto al 30/6/2018 è di 894 milioni. Il rialzo dei tassi un problema? La società risponde negativame­nte: l’88% del debito lordo è a tasso fisso.

Tutte le “Lettera al Rispamiato­re” sul sito del sole nella sezione Finanza & Mercati

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