Popolare di Vicenza, Zonin e gli ex vertici rinviati a giudizio
Entro dicembre il responso dei consulenti sull’istanza di insolvenza chiesta dai Pm
Rinvio a giudizio per Gianni Zonin e per gli altri ex manager e amministratori della Banca popolare di Vicenza. Lo ha stabilito il Gup berico Roberto Venditti dopo la richiesta dei pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori. Con Zonin a finire a giudizio saranno l’ex membro del cda Giuseppe Gigliotto, gli ex vicedirettori della banca Andrea Piazzetta, Paolo Marin ed Emanuele Giustini oltre a Massimiliano Pellegrini, ex responsabile divisione bilancio e pianificazione della BpVi. Posizione stralciata sino a dicembre per gravi motivi di salute per Samuele Sorato, ex direttore generale della banca. Sotto processo anche lo stesso istituto per la responsabilità amministrativa degli enti sancita dalla legge 231 del 2001. I capi di imputazione contestati agli imputati sono aggiotaggio, ostacolo alle autorità di vigilanza e falso in prospetto informativo. Il processo inizierà al Tribunale di Vicenza il primo dicembre. Nel corso dell’udienza preliminare il Gup ha accolto 350 costituzioni di parte civile, e altre 150 sono attese nel corso della prosecuzione del processo.
Al termine dell’udienza l’avvocato difensore dell’ex presidente della Bpvi, Enrico Ambrosetti, ha fatto sapere che il suo assistito non prenderà parte alla prima udienza del processo perché si tratterà di un’udienza tecnica. Ma ha confermato la disponibilità di Zonin a essere interrogato nel corso del processo. Zonin, ha detto Ambrosetti «non si è mai sottratto, ha sostenuto numerosi interrogatori in udienza preliminare ed è disponibile a farsi sentire più avanti. Già in questa fase - ha detto Ambrosetti - pensavamo di aver dimostrato che per determinati profili non era necessario il rinvio a giudizio, ma sappiamo che è difficile ottenere un non luogo a procedere. Al processo ci batteremo - ha concluso - per dimostrare che non vi è prova alcuna rispetto alla responsabilità di Zonin».
Nel frattempo, sul fronte civilistico è in pieno svolgimento una partita non meno importante. Il campo di gioco è il Tribunale fallimentare di Vicenza che dovrà rispondere all’istanza di insolvenza della banca vicentina presentata dalla procura della Repubblica al giudice delegato Giuseppe Limitone. Il magistrato, a sua volta, ha affidato al docente di diritto privato Bruno Inzitari, affiancato dal collega torinese Luciano Quattrocchio, una consulenza tecnica d’ufficio che avrà un’importanza determinante: i consulenti dovranno stabilire se la banca alla data del 25 giugno 2017, momento in cui è stata dichiarata la liquidazione coatta amministrativa, fosse o meno in grado di soddisfare, con mezzi normali e alle singole scadenze, le proprie obbligazioni.
Se la risposta dei consulenti dovesse essere negativa questo porterebbe a nuovi scenari, assai probabilmente all’apertura di un nuovo fascicolo per reati fallimentari, inclusa la bancarotta fraudolenta, che prevede pene ben più elevate rispetto ai reati contestati nel giudizio attuale. Con conseguenze di rilievo anche sul calcolo dei tempi di prescrizione. Secondo fonti giudiziarie la consulenza dovrebbe essere conclusa e presentata al giudice entro la fine di dicembre.