Il Sole 24 Ore

Popolare di Vicenza, Zonin e gli ex vertici rinviati a giudizio

Entro dicembre il responso dei consulenti sull’istanza di insolvenza chiesta dai Pm

- Stefano Elli

Rinvio a giudizio per Gianni Zonin e per gli altri ex manager e amministra­tori della Banca popolare di Vicenza. Lo ha stabilito il Gup berico Roberto Venditti dopo la richiesta dei pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori. Con Zonin a finire a giudizio saranno l’ex membro del cda Giuseppe Gigliotto, gli ex vicedirett­ori della banca Andrea Piazzetta, Paolo Marin ed Emanuele Giustini oltre a Massimilia­no Pellegrini, ex responsabi­le divisione bilancio e pianificaz­ione della BpVi. Posizione stralciata sino a dicembre per gravi motivi di salute per Samuele Sorato, ex direttore generale della banca. Sotto processo anche lo stesso istituto per la responsabi­lità amministra­tiva degli enti sancita dalla legge 231 del 2001. I capi di imputazion­e contestati agli imputati sono aggiotaggi­o, ostacolo alle autorità di vigilanza e falso in prospetto informativ­o. Il processo inizierà al Tribunale di Vicenza il primo dicembre. Nel corso dell’udienza preliminar­e il Gup ha accolto 350 costituzio­ni di parte civile, e altre 150 sono attese nel corso della prosecuzio­ne del processo.

Al termine dell’udienza l’avvocato difensore dell’ex presidente della Bpvi, Enrico Ambrosetti, ha fatto sapere che il suo assistito non prenderà parte alla prima udienza del processo perché si tratterà di un’udienza tecnica. Ma ha confermato la disponibil­ità di Zonin a essere interrogat­o nel corso del processo. Zonin, ha detto Ambrosetti «non si è mai sottratto, ha sostenuto numerosi interrogat­ori in udienza preliminar­e ed è disponibil­e a farsi sentire più avanti. Già in questa fase - ha detto Ambrosetti - pensavamo di aver dimostrato che per determinat­i profili non era necessario il rinvio a giudizio, ma sappiamo che è difficile ottenere un non luogo a procedere. Al processo ci batteremo - ha concluso - per dimostrare che non vi è prova alcuna rispetto alla responsabi­lità di Zonin».

Nel frattempo, sul fronte civilistic­o è in pieno svolgiment­o una partita non meno importante. Il campo di gioco è il Tribunale fallimenta­re di Vicenza che dovrà rispondere all’istanza di insolvenza della banca vicentina presentata dalla procura della Repubblica al giudice delegato Giuseppe Limitone. Il magistrato, a sua volta, ha affidato al docente di diritto privato Bruno Inzitari, affiancato dal collega torinese Luciano Quattrocch­io, una consulenza tecnica d’ufficio che avrà un’importanza determinan­te: i consulenti dovranno stabilire se la banca alla data del 25 giugno 2017, momento in cui è stata dichiarata la liquidazio­ne coatta amministra­tiva, fosse o meno in grado di soddisfare, con mezzi normali e alle singole scadenze, le proprie obbligazio­ni.

Se la risposta dei consulenti dovesse essere negativa questo porterebbe a nuovi scenari, assai probabilme­nte all’apertura di un nuovo fascicolo per reati fallimenta­ri, inclusa la bancarotta fraudolent­a, che prevede pene ben più elevate rispetto ai reati contestati nel giudizio attuale. Con conseguenz­e di rilievo anche sul calcolo dei tempi di prescrizio­ne. Secondo fonti giudiziari­e la consulenza dovrebbe essere conclusa e presentata al giudice entro la fine di dicembre.

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