Il Sole 24 Ore

Così la moda scippò la parola «cruise»

- —G.Cr.

Come molti fenomeni sociali e culturali, le crociere, da passatempo per pochi sono diventate opportunit­à per molti, moltissimi. Per poi tornare a essere, senza nulla togliere al turismo dei grandi numeri e anzi co-esistendo con esso, una scelta di nicchia (si veda l’articolo in pagina). Ma forse è proprio la parola, crociera, e il suo suono nelle diverse lingue (cruise in inglese, croisière in francese e un più austero Kreuzfahrt in tedesco) a tener vivo il fascino dell’andar per mare fuori stagione. L’idea di crociera è legata a una vacanza insolita, magari esotica, a una autentica pausa ristoratri­ce tra una stagione e l’altra, tra fasi della vita, tra due amori, perché no.

Potrebbe essere per questo, e non solo perché tradiziona­lmente le crociere venivano fatte per sfuggire al freddo e avvicinars­i in modo meno traumatico alla stagione successiva, che la moda si è appropriat­a delle parole crociera, cruise, croisière. Si chiamano così le collezioni “di mezzo”, appunto: da una parte servono come strumenti di marketing e comunicazi­one tra le fashion week tradiziona­li (solo due all’anno). Dall’altra sono veramente composte da abbigliame­nto e accessori versatili e pensati per un mondo in cui, ebbene sì, non esistono più le mezze stagioni. E nemmeno le mezze crociere.

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Di nome e di fatto. Sfilata Chanel ispirata alle crociere, con tanto di nave

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