Così la moda scippò la parola «cruise»
Come molti fenomeni sociali e culturali, le crociere, da passatempo per pochi sono diventate opportunità per molti, moltissimi. Per poi tornare a essere, senza nulla togliere al turismo dei grandi numeri e anzi co-esistendo con esso, una scelta di nicchia (si veda l’articolo in pagina). Ma forse è proprio la parola, crociera, e il suo suono nelle diverse lingue (cruise in inglese, croisière in francese e un più austero Kreuzfahrt in tedesco) a tener vivo il fascino dell’andar per mare fuori stagione. L’idea di crociera è legata a una vacanza insolita, magari esotica, a una autentica pausa ristoratrice tra una stagione e l’altra, tra fasi della vita, tra due amori, perché no.
Potrebbe essere per questo, e non solo perché tradizionalmente le crociere venivano fatte per sfuggire al freddo e avvicinarsi in modo meno traumatico alla stagione successiva, che la moda si è appropriata delle parole crociera, cruise, croisière. Si chiamano così le collezioni “di mezzo”, appunto: da una parte servono come strumenti di marketing e comunicazione tra le fashion week tradizionali (solo due all’anno). Dall’altra sono veramente composte da abbigliamento e accessori versatili e pensati per un mondo in cui, ebbene sì, non esistono più le mezze stagioni. E nemmeno le mezze crociere.