Il Sole 24 Ore

La varietà di cacao è la più antica dell’Ecuador: una tavoletta da 250 a 600 €

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che si credeva scomparsa dopo l’epidemia botanica del 1916. Compra la zona, la trasforma nella riserva naturale di Jama-Coaque e la gestisce con la sua fondazione Third Millennium Alliance, con cui dà lavoro alle popolazion­i locali e pianta nuovi alberi. In una casa di bambù senza elettricit­à tosta il cacao su bracieri e ne fa cioccolato, aggiungend­o solo zucchero di canna, secondo antiche tecniche ecuadoregn­e. La qualità del prodotto è super, va fatta conoscere al mondo. Nel 2013 arriva un socio, l’austriaco Carl Schweizer, che pensa al packaging di design, un cofanetto di legno di quercia spagnola intagliato a mano che racchiude, oltre alla tavoletta da 50 grammi, una pinzetta di bambù per degustarla senza inquinarla con le dita e un libretto di ben 116 pagine che ne narra le origini.

Oggi le collezioni in vendita sono sette, alcune già sold out, arricchite con pepe cambogiano, invecchiat­e per tre anni in casse di ontano delle Ande o in barrique di cognac francese. L’ultima versione è stata lanciata ad agosto ed è frutto di un progetto culturale con la Fundacion Oswaldo Guayasamín, uno degli artisti contempora­nei più celebri dell’Ecuador, che offre anche uno speciale tour a Quito. La lista d’attesa per la nuova tavoletta è già di otto settimane. Costa 601 euro, cifra vicina al record di 687 dollari sborsati 17 anni fa all’asta da Christie’s per la barretta di commercial­issimo Cadbury che Robert Scott portò con sé per la prima spedizione in Antartide, nel 1901. Saper raccontare una storia rende tutto possibile.

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Dolci lussi. L’edizione limitata di To’ak per la Fondazione Guayasamin

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