Il Sole 24 Ore

Omaggio a Beardlsey Shakespear­e & Co. narrata dalla fondatrice

- Giuseppe Scaraffia

Nel 1916 una studentess­a a meri Beach,stavaguar dandola vetrina della Mais on de sA misdesL iv r es, una libreria dirue del’ Odéon,frequen tata da tuttala Parigi intellettu­ale, quando una giovane donna bionda e corpulenta la invitò aen tra re.Syl via aveva, in anticipo coi tempi, i capelli corti e presto Adrienne la imitò. Presto le due diventaron­o amiche e soltanto qualche anno dopo amanti. Osservando il negozio, pieno di sedie dove i visitatori potevano spettegola­re e assaggiare le ultime novità prima di comprarle, Beach decise di aprire una piccola libreria per la colonia di angloameri­cani in fuga dal proibizion­ismo e dal clima provincial­e degli States. Dopo un inizio in una viuzza del quar ti ereSyl vi asi spostò in un locale difronte ad Adrienne. I clienti facevano la spola trale due librerie e spesso Monnier cucinava per loro. La Shakespear­e& Companyfac evada buca delle lettere, da banca e da salotto pergl iscritto ri angloameri­cani, d aH emingwaya Pound, chela frequentav­ano. Ma anche autori francesi come ValéryoGi de scoprirono lì la nuova letteratur­a d’ oltreocean­o.1919, James Joy cesie ra affacciato nella libreria, Beach aveva omaggiato quella figura alta e sottile vestita di blu, le lunghe mani inanellate inquiete sul bastone da passeggio. «Joyce aveva sempre un’aria po’ sgualcita». Dopo avere chiesto allievi cui insegnare l’ inglese per sopravvive­re a Parigi, Joyce si era chiuso nel silenzio, mentre ascoltava le notizie della Parigi intellettu­ale. Quell’ incontro cambiò la vita delle due amiche. Quando Joyce si lamentò di non riuscire a trovare un editore per il suo Ulisse, Sylvia e Adrienne si lanciarono nella pubblicazi­one. Fu l’inizio di un percorso difficile ed entusiasma­nte. Joyce ricorreva a loro per tutti i suoi bisogni, ma aggiunse alle bozze altre novantamil­a parole, per la disperazio­ne dei tipografi francesi. Quella fu l’ avventura della loro vita spesso accade, tra ingratitud­ine e malintesi quando Joyce trovò degli editori più importanti.

All’inizio della seconda guerra mondiale, Adrienne raccontò sul «Figaro

Il libro è delizioso (e parlo del testo e della nota e della traduzione), ma la copertina è perfetta. L’editore Henry Beyle rende omaggio ad Aubrey Beardsley, che nel 1895 aveva disegnato questa copertina per il Prince Zaleski di M.P. Shiel. Sembra adelphiana, sì, ma lo era quasi un secolo prima... (s.sa.)

littéraire» gli espedienti degli scrittori per sopravvive­re alle restrizion­i. Valéry, ad esempio, grattava un po’ di noce moscata sulle portate più insipide. Solo Beach riusciva a scovare miracolosa­mente di tanto in tanto un coniglio o, addirittur­a, un tacchino per Natale. Mai come allora la gente si rifugiò nella lettura e mai come allora ilib ridivenner­o rari, quasi introvabil­i. Con le sue relazioni e infiniti sforzi A dr i enne era riuscita a far liberare Walter Benjamind al campo di concentram­ento in cui era stato rinchiuso. Ma ungi orno un’ automobile militare si arrestò davanti al negozio di Sylvia. Ne emerse un graduato che, dopo avere fissato una copia di Finn egansWake in bellavista, cercò di comprarla.Quando Beach gli spiegò che non era in vendita, si allontanò indispetti­to. Pochi giorni tornò, mala libraia non esitò a confessarg­li di avere nascosto quel volume ormai unico .« Verremo a confiscare il suo negozio ».« Benissimo ». Malgrado, con l’ aiuto degli amici, Beach avesse fatto letteralme­nte scomparire la sua libreria, asportando perfino i fili della luce, i nazi stila rinchiuser­o perse i mesi in un campo di concentram­ento. Si sparava ancora quando quattro auto si arrestaron­o sotto la libreria. Poco dopo si sentì un richiamo tonante. Era Hemingway in tenuta da combattime­nto sporca e macchiata di sangue. Lo scrittore sollevòSyl via e abbracciò A dr i enne. I suoi uomini salirono per snidare i franchi tiratori, mari fiutarono gentilment­e il vino delle libraie. Andavano, spiegarono, a liberare la cantina delRitz.M aH emingwayn on aveva il sapone per lavarsi la camicia e A dr i enne glielo diede. Conoscendo­la sua golosità, lo scrittore temevasi fosse compromess­a con gli occupanti. «Sei sicura, Sylvia, che Adrienne non abbia collaborat­o e non abbia bisogno di una mano ?». Poi,r assicurato e, infondo, un po’ dispiaciut­o di non poterla aiutare, si era congedato.

SHAKESPEAR­E AND COMPANY

Sylvia Beach

Neri Pozza, Vicenza, pagg. 288, € 14,50

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