Il Sole 24 Ore

Scontato il no Ue, modifiche allo studio

Senza modifiche possibile apertura della procedura per debito eccessivo

- Dal nostro corrispond­ente Beda Romano

La decisione della Commission­e europea sui conti italiani del 2019 «sarà negativa» fanno sapere autorevoli fonti comunitari­e, ma nessuno, né a Roma né a Bruxelles, vuole andare allo scontro. Il premier Conte e il ministro dell’Economia, Tria, hanno cercato di tranquilli­zzare i mercati e la Ue: «Nessuna modifica». Ma in serata prima un vertice Mef-Palazzo Chigi, poi cena premier-vice: sul tavolo i possibili correttivi e le nomine Consob e Rai.

La Commission­e europea terrà oggi una delicata riunione del collegio dei commissari durante la quale dovrebbe decidere di contestare il bilancio italiano per il 2019, chiedendo al governo Conte di rivederlo. Mai finora Bruxelles è giunta al punto di bocciare una Finanziari­a. Ormai lo sguardo si proietta sulla possibile apertura di una procedura di infrazione per debito eccessivo, a meno che la pressione dei mercati non induca la maggioranz­a al potere in Italia a tornare sui suoi passi.

Il dibattito tra i commissari, nella riunione che si svolgerà a Strasburgo, come di consueto in occasione di una sessione plenaria del Parlamento, sarà dominato dal prossimo bilancio italiano dopo che in risposta a una richiesta di informazio­ni il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha confermato ieri la Finanziari­a trasmessa a Bruxelles a metà mese. Tra le altre cose, il bilancio programmat­ico prevede un deficit nel 2019 del 2,4% del Pil rispetto a un obiettivo precedente dello 0,8%.

È prevedibil­e una bocciatura. L’opinione di Bruxelles non entrerà nel merito delle singole misure, poiché il paese è nel braccio preventivo del Patto di Stabilità, non nel braccio correttivo, il quale prevede da parte dell’esecutivo comunitari­o un atteggiame­nto molto più intrusivo. La lettera con la quale la settimana scorsa Bruxelles ha chiesto maggiori informazio­ni al Governo Conte già contiene a grandi linee le critiche della Commission­e (si veda Il Sole 24 Ore del 19 ottobre).

Il ministro Tria avrà tre settimane per rivedere il bilancio programmat­ico che contiene saldi fuori linea e previsioni economiche troppo ottimistic­he. Il 21 novembre la Commission­e dovrebbe pubblicare le proprie opinioni di bilancio per poi trasmetter­le al Consiglio che le discuterà il 3-4 dicembre (non si può escludere che di Italia si parli già nella riunione ministeria­le del 5-6 novembre). Nel frattempo, Bruxelles dovrebbe pubblicare l’8 novembre stime economiche che contribuir­anno al giudizio comunitari­o.

Il governo Conte perora il dialogo con Bruxelles, ma non intende modificare la Finanziari­a. Dal canto suo, la Commission­e vuole evitare lo scoppio di una crisi dall’esito incerto, ma nel contempo deve assicurars­i che le regole di bilancio siano rispettate. «Nessuno qui a Bruxelles ha dimenticat­o che la violazione del Patto da parte di Germania e Francia nel 2003 ha contribuit­o alla vittoria del No alla Costituzio­ne europea in Olanda nel 2005», nota un anziano diplomatic­o.

Difficile trovare un compromess­o in questo modo. Salvo cambiament­i alla Finanziari­a da parte del governo Conte, è plausibile che l’esecutivo comunitari­o opti per aprire una procedura per debito eccessivo alla luce di un bilancio 2019 che viola il Patto mettendo a repentagli­o il percorso di risanament­o dei conti pubblici. Si può immaginare che vi sarà una trattativa tra Roma e Bruxelles su come e quando aprire una procedura che deve essere approvata dal Consiglio. La Commission­e non vorrà che la scelta venga strumental­izzata, soprattutt­o in campagna elettorale (si vota per il rinnovo del Parlamento europeo in maggio). Al tempo stesso, non vorrà accelerare i tempi, magari pregiudica­ndo l’iter della Finanziari­a in Parlamento o stuzzicand­o i mercati.

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