Alla fiera dell’import di Shanghai in arrivo 100 aziende italiane
Il più è fatto, dicono le autorità cinesi in Italia incaricate di tastare il terreno in vista della partecipazione tricolore alla China International Import Expo (CIIE) che si terrà a Shanghai dal 5 al 10 novembre sostenuta, tra gli altri, da enti del calibro del MofCom e della Municipalità di Shanghai. Adesso, sembra di capire, “tocca voi”, alle aziende italiane, “ottimizzare” un evento che ha l’obiettivo di attirare nel Paese il meglio della produzione mondiale rigorosamente non Made in China. Politicamente, questa sorta di Fiera campionaria davvero originale, è una creatura del presidente Xi Jinping, grazie alla quale il Governo di Pechino vuol incentivare le importazioni di qualità (il Made in China è rigorosamente off limits) con, in più, l’obiettivo di consacrare la Cina quale alfiere della globalizzazione, in controtendenza rispetto al neoprotezionismo americano. Esposizione mediatica planetaria garantita, dunque.
Ma quali aziende italiane andranno a Shanghai adesso che il Padiglione Italia sta quasi per aprire i battenti? «C’è stato un grande lavoro organizzativo di tutta la squadra Cina e Italia per attirare a Shanghai il meglio del Made in Italy – dice Piergiorgio Borgogelli, direttore generale di Agenzia Ice – noi abbiamo avuto il compito di tirare le fila, preso al volo l’occasione e organizzato un buon campione rappresentativo del sistema Italia».
Circa un’ottantina di realtà, di varia grandezza e ambito di attività, dal medicale/farmaceutico, in testa Bracco ed Esaote, passando per un solido blocco calzaturiero/moda/design di qualità artigianale alta, a un drappello di aziende della galassia Federorafi, per le quali la Cina rappresenta un debutto vero e proprio e, soprattutto, una dozzina di aziende dell’agroalimentare, tra cui Inalca, Coop, Gruppo italiano vini, Illycaffè. A fianco, Agenzia Ice ha allestito un fitto calendario di eventi in Fiera, che spazia dal food alle calzature all’innovazione nella meccanica, coinvolgendo, tra l’altro, Micam e Anie.
Un altro gruppo di imprese - circa una ventina - sarà presente a Shanghai grazie all’attività della Camera di commercio italo-cinese/Fondazione Italia Cina/Aice.
Marco Bettin, segretario generale della Camera e direttore operativo della Fondazione, ha messo a disposizione il know how acquisito negli anni trascorsi in Cina. «Alcune realtà già le conoscevo, altre, come Panarello, espressione di una realtà diversa, molto milanese, sono spuntate dal cappello delle selezioni. Anche per noi la presenza di realtà dell’agroalimentare è forte».
La Camera ha anche fatto in modo che la Puglia, come Regione, potesse avere uno spazio nell’area occupata dal colosso di Shanghai Bright Food che, com’è noto, ha acquisito il prestigioso marchio di olio extravergine Filippo Berio. «Ci saranno nove aziende leader nel food - gruppo Casillo, Divella, Riscossa, Tormaresca, gruppo Antinori, Polvanera, la Deliziosa, Sabino Leone e Nicchia. Il nostro obiettivo - puntualizza Daniela Cupertino dell’agenzia regionale per l’innovazione - è incrementare la visibilità del brand Puglia consolidando la cooperazione bilaterale con la Cina. Siamo orientati alla formazione specialistica di operatori economici per riposizionare la Puglia sul mercato turistico cinese». Già, quale mezzo migliore dell’offerta gastronomica per “catturare” turisti cinesi?