Il procuratore Francesco Greco: «Lombardia terra di evasori»
«Qui il 49% delle istanze di voluntary. Lo scambio dati arma contro il nero»
Prima e ancor più che agli esiti del condono fiscale, con le sue procedure e le sue incognite, è in un altro strumento che molti ambienti investigativi confidano, per l’emersione delle ricchezze non dichiarate: la mole di informazioni sui conti all’estero degli italiani, arrivate da poco ad agenzia delle Entrate e Procure, grazie al Common reporting standard (Crs), lo scambio automatico di dati tra 101 Paesi.
L’ultimo blocco a settembre. Il precedente, il 23 agosto. Informazioni sui conti di italiani da Andorra, Liechtenstein, San Marino, Monaco, cioè «da noti paradisi fiscali e bancari», sintetizza il Procuratore di Milano, Francesco Greco. C’è un fiume di dati, nelle mani dell’agenzia delle Entrate per le verifiche fiscali e dei pm, per incrociare indizi di altre inchieste. Ad agosto, erano un milione e 105mila i conti all’estero di italiani, già segnalati, 400mila solo dalla Svizzera. «Il Crs è uno strumento fondamentale, perché tutte le banche dovranno rendersi trasparenti », prospetta Greco intervendo al convegno su criminalità e tutela delle imprese nella sede della Banca d’Italia a Milano.
Non aderiscono invece al Crs gli Stati Uniti, «ed è un problema serio», commenta Greco, che ricorda come «proprio gli Usa e i porti asiatici sono diventati i principali approdi per i conti esteri, nel momento in cui in Italia si discuteva di voluntary disclosure». E sulla base dei risultati ottenuti con quest’ultimo strumento, il procuratore milanese definisce «la Lombardia terra degli evasori. Mi fa piacere la posizione di Assolombarda contro i condoni, ma i dati dicono che in questa Regione ci sono state il 49% delle istanze di voluntary, in termini di capitalizzazione il 4748% del totale, circa 60 miliardi». Allo stesso tavolo, poco prima, il vicepresidente di Assolombarda, Antonio Calabrò, aveva ribadito «la contrarietà al Dl fiscale e al condono, elemento di distorsione della legalità e della concorrenza corretta».