Vigilanza Bce, la Lega non vota Enria
Il presidente Eba in corsa con l’irlandese Donnery, favorita per le quote rosa
Colpo di scena per la corsa alla poltrona di presidente dell’SSM, il meccanismo di vigilanza unico europeo. Il Parlamento europeo ha segnalato ieri alla Banca centrale europea due superfinalisti, e non come nelle attese un solo preferito tra i tre candidati: è pareggio tra l’italiano Andrea Enria, presidente dell’Eba, e l’irlandese Sharon Donnery, vice governatore della Banca d’Irlanda. Il terzo finalista, il francese Robert Ophèle attualmente presidente della Consob francese, è l’unico al momento ad essere uscito dalla scena. Stando a fonti bene informate a Francoforte, ad Enria sarebbe mancato un voto decisivo, il voto del coordinatore della Lega, Marco Zanni, mentre avrebbe avuto il voto del Movimento5Stelle e del Pd.
Spetta ora alla Bce segnalare al Parlamento europeo, che comunque dovrà dare l’approvazione finale, chi tra Enria e Donnery dovrebbe sedersi sull’ambita poltrona che si libera questo dicembre con la fine del mandato della francese Danièle Nouy alla guida del Single Supervisory Mechanism. Una scelta non facile per il presidente Mario Draghi: non solo perché i due candidati sono entrambi di alto standing ma perché va assicurato il disco verde finale del Parlamento europeo e non una clamorosa bocciatura.
Enria, stimato economista, si è costruito negli anni a capo dell’European banking authority una solida reputazione internazionale. Se assumesse la guida dell’istituzione che ha la responsabilità della vigilanza bancaria europea, questa nomina sarebbe un importante riconoscimento per l’intero sistema Italia, facevano notare ieri fonti vicine alla procedura di nomina. Andrea Enria è considerato un falco in certi ambienti in Italia e una colomba in Germania, ma come la Donnery è un moderato. La Donnery è equalmente una candidata di elevato profilo: essendo donna, stando alle stesse fonti, potrebbe avere una marcia in più in tempi di quote rosa. L’ascesa di Donnery tuttavia finirebbe per tarpare le ali al lanciatissimo Philip Lane, l’attuale governatore della Banca centrale irlandese che ambisce a diventare il prossimo chief economist della Bce quando uscirà Peter Praet nel giugno 2019. La candidatura di Lane per il Board della Banca sarebbe così forte da farlo entrare addirittura nella rosa dei finalisti per la presidenza della Bce.
Stando alle fonti di Francoforte, il pareggio tra Enria e Donnery sarebbe il risultato di una lunga discussione – circa tre ore - del comitato dei coordinatori che si occupano di finanza e mercati al Parlamento europeo. Come si diceva sarebbe mancato il voto decisivo del coordinatore della Lega, che si sarebbe assentato proprio al momento della votazione: il risultato finale è stato dunque quattro voti per Enria, quattro per Donnery.
L’uscita di scena del francese Robert Ophèle, presidente della Consob francese, dalla corsa all’SSM riapre anche altri scenari. I francesi Benoît Coeuré(attualmente nel Board Bce) e il governatore della Banque de France François Villeroy de Galhau continueranno a puntare entrambi sulla poltrona di presidente della Bce: il mandato di Draghi scade nell’ottobre 2019.
Il ritorno di un francese alla guida della Bce consentirebbe ad Angela Merkel di avere più chances per una presidenza tedesca della Commissione europea: una poltrona che comunque interessa anche a Emmanuel Macron, in un momento in cui i consensi del suo elettorato francese sono molto bassi.
La spaccatura tra Lega e M5S che sarebbe avvenuta in Parlamento europeo sulla candidatura per la chair dell’SSM apre infine nuovi scenari anche per il modo in cui l’Italia farà o non farà sistema nel grande giro di poltrone finanziarie europee: al di là dell’SSM, esclusa la presidenza e vicepresidenza Bce (già nominato lo spagnolo De Guindos al posto di Vítor Constâncio) Praet scade nel giugno 2019, Coeuré nel gennaio 2020, Mersch nel dicembre 2020, Lautenschlaeger nel febbraio 2019 scade come vice-chair del SSM, Ignazio Angeloni scade nell’aprile 2019.