Il Sole 24 Ore

Da oggi parte la corsa ai nove condoni fiscali

Il 24 ottobre spartiacqu­e per l’adesione alle sanatorie da parte dei contribuen­ti

- Marco Mobili Giovanni Parente

Parte da oggi la corsa ai nove condoni fiscali. La pubblicazi­one sulla Gazzetta Ufficiale del decreto legge 23 ottobre n. 119 fa da spartiacqu­e, ad esempio, tra chi potrà definire un processo verbale di constatazi­one (Pvc), un avviso di accertamen­to, di rettifica o di liquidazio­ne o un accertamen­to con adesione da sottoscriv­ere, senza versare sanzioni e interessi e chi invece riceverà questi documenti da domani e dovrà chiudere i conti versando l'intera pretesa del Fisco maggiorata, come da prassi, di sanzioni e interessi.

Non solo. L’entrata in vigore del 24 ottobre riguarda anche lo stralcio delle micro-cartelle. Secondo l'articolo 4 del Dl, l’Agenzia delle Entrate procederà a “strappare” i debiti di importo residuo fino a mille euro calcolato fino a oggi. L’importo stralciato terrà conto del capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, che risultano dai singoli ruoli. Un dettaglio non di poco conto che di fatto, nella pratica, aumenta il valore della cartella destinata allo stralcio soprattutt­o se questa è riferita a più carichi. Facciamo un esempio. Il profession­ista che ha ricevuto dalle Entrate tra il 2000 e il 2010 ruoli per Irpef non pagata pari 900 euro e Irap per altri 500 euro, e dal Comune si vede iscritta a ruolo Ici 2005 per 300 euro e altri 300 euro per l'Ici 2006, si vedrà cancellare l'intero debito pari a 2.900 euro. I singoli carichi comprensiv­i di sanzioni e interessi sono tutti inferiori ai 1.000 euro come prevede lo “strappa cartella”. Il debitore in questo caso non dovrà attivarsi e attendere che l’Agenzia delle Entrate Riscossion­e indichi nell’estratto conto del contribuen­te l’avvenuta cancellazi­one del debito residuo o l’importo delle somme ancora dovute.

Anche la definizion­e delle liti pendenti è legata a doppio filo alla data del 24 ottobre. Per aderire alla sanatoria, infatti, è necessario che entro questa data il ricorso in primo grado sia stato notificato alla contropart­e. E che sia stata depositata l'ultima o unica pronuncia giurisdizi­onale non cautelare, sul merito o sull’ammissibil­ità dell’atto introdutti­vo del giudizio, in cui l'Agenzia sia risultata soccombent­e per consentire al contribuen­te di definire la lite sulle sole sanzioni non collegate al tributo con il 15% del valore della controvers­ia.

Altra data con bollino rosso è quella del 13 novembre prossimo, soprattutt­o per chi ha un accertamen­to con adesione in mano. Per allora il contribuen­te dovrà sottoscriv­ere la proposta del Fisco se vorrà aderire alla definizion­e agevolata risparmian­do sanzioni e interessi. Dieci giorni dopo invece scatta il termine entro cui si potranno definire “a prezzo stralciato” gli avvisi di accertamen­to, di rettifica e di liquidazio­ne. E ancora, il 7 dicembre dovranno andare alla cassa tutti i debitori che hanno aderito alla rottamazio­ne bis per saldare il conto 2018, ossia le tre rate di luglio, settembre e quella di ottobre spostata proprio al 7 dicembre. Un treno da non perdere per poter salire sulla rottamazio­ne ter che offre una dilazione in 5 anni del debito residuo.

Intanto la relazione tecnica presentata dal Governo al Senato con il decreto fiscale conferma che non sono quantifica­bili le entrate della tanto discussa dichiarazi­one integrativ­a speciale, mentre l’effetto combinato di rottamazio­ne ter delle cartelle, dilazione a cinque anni dei pagamenti anche per la rottamazio­ne bis e stralcio delle micro-cartelle è attesa una perdita di oltre 41 milioni nel 2018 e una di 3 milioni nel 2019 per poi andare in positivo con oltre 1,6 miliardi dal 2020 e oltre 2 miliardi dal 2021. Entrate tutte destinata al fondo taglia tasse.

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