Il Sole 24 Ore

Fondi a Nuova Sabatini e made in Italy

Per i software iperammort­amento al 40%, stretta sul bonus ricerca

- Carmine Fotina Marco Mobili

La bozza della legge di bilancio conferma la proroga con tre aliquote per l’iperammort­amento fiscale nel 2019 (beni strumental­i “digitali”) e lo stop al superammor­tamento (per le macchine “tradiziona­li”). Rinnovata la disciplina speciale per i software (maggiorazi­one per l’ammortamen­to del 40%). Non c’è traccia invece del credito di imposta per la formazione 4.0. Ci sono poi alcune novità in questa formulazio­ne - ancora provvisori­a - della legge. Ad esempio il rifinanzia­mento della “Nuova Sabatini” (48 milioni per il 2019 e 100 milioni annui dal 2020 al 2022, 48 per il 2023). E - a sorpresa rispetto alle indicazion­i della Nadef quello del piano straordina­rio del made in Italy: 90 milioni per il 2019 e 20 per il 2020. Sarebbero rifinanzia­ti anche i contratti di sviluppo (210 milioni nel triennio) e gli interventi a supporto delle aree di crisi complessa (150 milioni in due anni). Viene invece ridimensio­nato il credito di imposta per gli investimen­ti in ricerca e sviluppo: come per l’iperammort­amento, si abbassano i limiti per agevolare di più le Pmi. Il “bonus” massimo annuale per beneficiar­io scende da 20 a 10 milioni. E anche l’entità si riduce: resterà un credito al 50% solo per la parte relativa ad alcune tipologie di spesa (come personale e contratti con università), ma per la parte restante scenderà al 25%. La bozza prevede poi la nascita di un “Fondo di sostegno ai fondi di venture capital” in cui lo Stato può sottoscriv­ere quote. Dotazione: 15 milioni per il 2019 e altrettant­i per il 2020 e 5 milioni annui dal 2021 al 2025.

Sul fronte fiscale, la mini-Ires (taglio dal 24 al 15%) scatterà anche se l’assunzione è a tempo determinat­o. E solo se per la maggior parte del periodo d’imposta il personale assunto è destinato a strutture localizzat­e in Italia. Mentre non ci sarà nessuno sconto per investimen­ti in immobili e veicoli. La tassazione agevolata scatterà soltanto se l’investimen­to in beni strumental­i e per l’occupazion­e sarà incrementa­le. Per quanto riguarda le assunzioni l’incremento va considerat­o al netto delle diminuzion­i occupazion­ali verificate­si in società collegate e controllat­e. La misura, che si applicherà anche alle ditte individual­i e alle società in nome collettivo, sarà cumulabile con altri benefici . Restano esclusi solo i bonus riservati ai regimi forfettari.

A saldare il conto dell’introduzio­ne della mini-Ires sarà comunque la cancellazi­one dell’Aiuto alla crescita economica (Ace). In base alla norma, però, resta ancora utilizzabi­le l’importo del rendimento nozionale eccedente il reddito complessiv­o netto nel periodo d’imposta in corso al 2018. Dal canto loro, le piccole imprese non vedranno mai diventare pienamente operativa l’Imposta sul reddito degli imprendito­ri. Da segnalare che per poter abrogare l’Iri il Governo, che aveva annunciato a più riprese di voler portare a rango di legge costituzio­nale lo Statuto del contribuen­te, come nel più recente passato, è ricorso a una deroga sulla retroattiv­ità . E questo perché l’Iri è già in vigore per l’anno d’imposta 2018.

Mini-Ires solo incrementa­le. Varrà anche per assunzioni a tempo determinat­o. Esclusi immobili e veicoli

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