Il Sole 24 Ore

«Gli investitor­i verso l’estero Milano attraente dopo lo storno»

Responsabi­le advisory Credit Suisse

- Christian Martino Carlo Manzato.

«Quello che preoccupa di più gli investitor­i istituzion­ali e privati in questi giorni non è tanto il rialzo dello spread ma i toni con cui l'Italia si rivolge alla Ue». Carlo Manzato, responsabi­le dell’advisory di Credit Suisse, conferma che è in atto una crescente richiesta di diversific­azione dal “rischio Italia”.

Cosa vi chiedono gli investitor­i? Ci chiedono di diversific­are sensibilme­nte gli investimen­ti in asset, sia azioni che bond, oggi troppo esposti sull’Italia, guardando ad altri Paesi europei, Stati Uniti e Mercati Emergenti.

Cosa rispondete?

Il rischio Italia per l'Ufficio studi di Credit Suisse era insito nella legge elettorale. La legge stessa avrebbe portato una sorta di instabilit­à del Paese.

È più la clientela istituzion­ale o anche quella retail a chiedervi minori titoli italiani in portafogli­o? Secondo i dati Bankitalia negli ultimi quattro mesi sono stati disinvesti­ti da titoli italiani più di 66 miliardi di euro. In prima battuta sono stati gli istituzion­ali a ridurre le posizioni sugli investimen­ti in azioni e obbligazio­ni del nostro Paese. A seguire è arrivata la clientela privata. Prima quella più sofisticat­a che possiede patrimoni oltre i 3-5 milioni di euro e poi progressiv­amente una platea più variegata. Chi è spaventato dall'andamento del mercato chiede maggiore diversific­azione.

Può fare un identikit della clientela privata?

Si tratta di imprendito­ri, dirigenti, liberi profession­isti e comunque persone che hanno una buona conoscenza delle dinamiche dei mercati finanziari. Tra i privati ci sono anche holding familiari e aziende. Sono soggetti che di solito hanno le idee chiare su cosa vogliono prima di chiedere a noi consigli. La differenza rispetto al 2011 è una reazione meno istintiva ma più studiata e orientata a proteggere il patrimonio.

Quali sono le richieste?

Nei mesi scorsi a partire dagli investitor­i istituzion­ali molti hanno progressiv­amente ridotto le posizioni sui titoli di Stato Italiani e sulle azioni del comparto finanziari­o di Piazza Affari per avere una maggiore peso nei portafogli di titoli governativ­i europei meno rischiosi e di bond americani.

Qual è l'atteggiame­nto degli investitor­i italiani rispetto al rischio Italia?

Oggi sempre più investitor­i ci chiedono di capire quali potrebbero essere le conseguenz­e non solo di un innalzamen­to dello spread ma anche di scenari peggiori come l'improbabil­e uscita dall'euro. Gli investitor­i esteri fanno fatica a capire la situazione dell'Italia e intanto vendono mentre gli italiani voglio una maggiore diversific­azione dei loro risparmi.

Cosa vogliono in particolar­e? Sta aumentando l'interesse di capire come poter operare su piattaform­e diverse da quelle italiane.

Quali piattaform­e cercano? Si dice che le banche austriache puntino al risparmio del Nord Est... Molte sono dell'area euro. Quelle del Lussemburg­o sono le più gettonate perché è un Paese con un rating tripla A ed è agganciato alle economie virtuose dei Paesi del Nord Europa e quindi offre adeguata sicurezza e poi c'è la Svizzera, nei target soprattutt­o degli investitor­i più ansiosi. Viste le incognite legate a Brexit, l'Inghilterr­a è oggi meno richiesta.

Cosa pensa del rischio Italia? Lo storno dei mercati ha reso estremamen­te appetibili molte aziende italiane con ottimi fondamenta­li e i Btp trattano a spread non adeguati ai fondamenta­li dell'Italia: un ammorbidim­ento dei toni sarebbe positivo anche per gli asset italiani.

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GESTIONE DEL RISCHIO-ITALIA Carlo Manzato,responsabi­le dell'advisory diCredit Suisse

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