«Gli investitori verso l’estero Milano attraente dopo lo storno»
Responsabile advisory Credit Suisse
«Quello che preoccupa di più gli investitori istituzionali e privati in questi giorni non è tanto il rialzo dello spread ma i toni con cui l'Italia si rivolge alla Ue». Carlo Manzato, responsabile dell’advisory di Credit Suisse, conferma che è in atto una crescente richiesta di diversificazione dal “rischio Italia”.
Cosa vi chiedono gli investitori? Ci chiedono di diversificare sensibilmente gli investimenti in asset, sia azioni che bond, oggi troppo esposti sull’Italia, guardando ad altri Paesi europei, Stati Uniti e Mercati Emergenti.
Cosa rispondete?
Il rischio Italia per l'Ufficio studi di Credit Suisse era insito nella legge elettorale. La legge stessa avrebbe portato una sorta di instabilità del Paese.
È più la clientela istituzionale o anche quella retail a chiedervi minori titoli italiani in portafoglio? Secondo i dati Bankitalia negli ultimi quattro mesi sono stati disinvestiti da titoli italiani più di 66 miliardi di euro. In prima battuta sono stati gli istituzionali a ridurre le posizioni sugli investimenti in azioni e obbligazioni del nostro Paese. A seguire è arrivata la clientela privata. Prima quella più sofisticata che possiede patrimoni oltre i 3-5 milioni di euro e poi progressivamente una platea più variegata. Chi è spaventato dall'andamento del mercato chiede maggiore diversificazione.
Può fare un identikit della clientela privata?
Si tratta di imprenditori, dirigenti, liberi professionisti e comunque persone che hanno una buona conoscenza delle dinamiche dei mercati finanziari. Tra i privati ci sono anche holding familiari e aziende. Sono soggetti che di solito hanno le idee chiare su cosa vogliono prima di chiedere a noi consigli. La differenza rispetto al 2011 è una reazione meno istintiva ma più studiata e orientata a proteggere il patrimonio.
Quali sono le richieste?
Nei mesi scorsi a partire dagli investitori istituzionali molti hanno progressivamente ridotto le posizioni sui titoli di Stato Italiani e sulle azioni del comparto finanziario di Piazza Affari per avere una maggiore peso nei portafogli di titoli governativi europei meno rischiosi e di bond americani.
Qual è l'atteggiamento degli investitori italiani rispetto al rischio Italia?
Oggi sempre più investitori ci chiedono di capire quali potrebbero essere le conseguenze non solo di un innalzamento dello spread ma anche di scenari peggiori come l'improbabile uscita dall'euro. Gli investitori esteri fanno fatica a capire la situazione dell'Italia e intanto vendono mentre gli italiani voglio una maggiore diversificazione dei loro risparmi.
Cosa vogliono in particolare? Sta aumentando l'interesse di capire come poter operare su piattaforme diverse da quelle italiane.
Quali piattaforme cercano? Si dice che le banche austriache puntino al risparmio del Nord Est... Molte sono dell'area euro. Quelle del Lussemburgo sono le più gettonate perché è un Paese con un rating tripla A ed è agganciato alle economie virtuose dei Paesi del Nord Europa e quindi offre adeguata sicurezza e poi c'è la Svizzera, nei target soprattutto degli investitori più ansiosi. Viste le incognite legate a Brexit, l'Inghilterra è oggi meno richiesta.
Cosa pensa del rischio Italia? Lo storno dei mercati ha reso estremamente appetibili molte aziende italiane con ottimi fondamentali e i Btp trattano a spread non adeguati ai fondamentali dell'Italia: un ammorbidimento dei toni sarebbe positivo anche per gli asset italiani.