«Futuro aperto e connesso» Bergamo critica la manovra
Dal presidente Scaglia critiche alle singole misure e all’impostazione globale «Servono lavoro e industria, non isolamento e assistenzialismo»
L'obiettivo, per spingere la crescita, è quello di creare un mondo aperto, connesso. Ma la scelta di Confindustria Bergamo di svolgere nello scalo di Orio al Serio l’assemblea annuale non è solo un modo per ragionare di infrastrutture, della loro necessità, dell’impatto positivo sul territorio e sullo sviluppo locale e non solo.
L’aeroporto, collegamento con il mondo, si trasforma in un paradigma più ampio. In una visione rivolta al futuro che chiede apertura, confronto e scambio - ricorda il presidente Stefano Scaglia agli oltre mille imprenditori raccolti nel nuovo hangar dell’aeroporto – proprio nel momento in cui assistiamo all’emergere di nazionalismi, egoismi ed individualismi.
Scalo in grado in un decennio di quasi raddoppiare i passeggeri e che rappresenta uno dei pilastri su cui poggia lo sviluppo locale. Certificato dagli ultimi numeri, che vedono una produzione in corsa a ridosso del picco pre-crisi, il secondo tasso di disoccupazione più basso d'Italia, esportazioni cresciute dal 2009 di oltre il 50%.
Non l’Eldorado, tuttavia, soprattutto guardando alle prospettive. Caratterizzate – sottolinea Scaglia – da incertezza politica interna, guerre commerciali, il venir meno della campagna di investimenti favorita dal programma Industria 4.0.
Un quadro, questo, che rende ancora più urgente l’accelerazione infrastrutturale, un mezzo indispensabile di connessione materiale e immateriale. Sfida principale per creare futuro ma anche primo punto di attrito rispetto alle politiche del Governo, osservando la «contraddizione tra gli annunci roboanti di un Piano Marshall per le infrastrutture e il blocco dei cantieri aperti e degli investimenti». Solo un tassello, tuttavia, di una critica ben più ampia, che riguarda non solo i singoli provvedimenti ma l'intera filosofia che guida l’esecutivo. Impianto di fondo bocciato per la mancanza di prospettive di sviluppo, per il marcato orientamento all’assistenzialismo e alla crescita della spesa corrente, per la creazione di una cornice ritenuta ancora più preoccupante: un clima di aggressività e intolleranza, di superamento del senso del limite, di progressiva rincorsa di toni e situazioni.
Clima pesante in cui «si negano le competenze e l’oggettività dei numeri sulla base di ideologie e di una supposta conferita autorità popolare che tutto rende lecito», anche il discredito continuo verso istituzioni, tecnici e autorità indipendenti. Clima in cui «la ricerca del nemico o delle manine invisibili è il gioco ormai troppo evidente per la giustificazione di incapacità ed errori». Il pieno appoggio al Presidente Mattarella è in fondo una logica conseguenza di questo approccio, che vede nell’Europa il “faro” assoluto che dovrebbe guidarci. Ecco perché è sbagliato attaccare la Ue senza una chiara proposta alternativa, così come pensare di uscire dall’euro, «effimera scorciatoia sostenuta da qualche nostalgico economista». Meglio - suggerisce Scaglia - sarebbe approfittare di Brexit per ritagliarsi un ruolo più ampio, target impossibile da ottenere tuttavia attraverso «atteggiamenti smodati e facile populismo, che inducono i partner a dubitare della nostra partecipazione e della nostra credibilità». Critiche pesanti e pervasive sul Governo («il cambiamento per il cambiamento non può essere il fine»), ma che colpiscono anche l’opposizione, da cui al momento «non giunge proposta». Chiamarsi fuori non è possibile e Scaglia riafferma il dovere della classe dirigente di proporre modelli e valori virtuosi. Che per Bergamo non possono che essere lavoro, imprenditoria, industria e innovazione. «È quello che proponiamo per la crescita del Paese – spiega – e che opponiamo a chi vuole fare leva sulle paure proponendo come rimedio isolamento e assistenzialismo rinunciatario».
L’applauso che risuona nell’hangar, lungo e convinto, non lascia spazio a troppi equivoci: il messaggio ai “piloti” è chiaramente quello di cambiare rotta.