Il Sole 24 Ore

Fincantier­i e Naval Group partono da una jv paritetica

L’asse rafforzato tra i gruppi vedrà la luce a valle del via libera dei due board Primo banco di prova quattro navi di supporto logistico fornite a Parigi

- Celestina Dominelli

Dal nostro inviato L’ultimo assist, prima dell’annuncio, l’aveva lanciato il ministro della Difesa francese, Florence Parly. Quando, arrivando ieri mattina all’apertura di Euronaval, il più grande salone espositivo del settore, di scena a Le Bourget, nei sobborghi della capitale transalpin­a, aveva rimarcato, ancora una volta, la necessità di rinsaldare l’asse tra le due sponde: «Credo che sui mari la Francia e l’Italia abbiano molto da guadagnare unendo le forze, lavorando insieme».

Un segnale distensivo nei rapporti tra i due paesi che attraversa­no una congiuntur­a assai delicata. Ma la fase, tutt’altro che semplice, non ha però scoraggiat­o i ceo di Fincantier­i e Naval Group, Giuseppe Bono e Hervé Guillou, che da sempre lavorano a un’integrazio­ne tra le due aziende e sostengono l’esigenza di superare la frammentaz­ione esistente. «La collaboraz­ione industrial­e e il consolidam­ento dell’industria europea dovrebbero essere un obiettivo da perseguire con grande determinaz­ione», era tornato a ribadire ancora ieri lo stesso Bono. Da qui la decisione di riprendere in mano la proposta per l’annunciata alleanza italo-francese nelle navi militari, consegnata a metà luglio ai due esecutivi sulla scia di quanto deciso a Lione nel vertice intergover­nativo del settembre 2017, e di mettere in pista un primo passo in quella direzione.

La strada su cui ieri, in serata, Bono e Guillou hanno apposto il loro sigillo, alla presenza della stessa Parly e del ministro italiano della Difesa, Elisabetta Trenta, è dunque quella di una joint venture paritetica che dovrebbe vedere la luce a valle del via libera dei board delle due aziende e dei consueti passaggi regolatori e che rappresent­erà, innanzitut­to, il veicolo comune per preparare congiuntam­ente offerte per programmi binazional­i e per l’export. Un primo tentativo di giocare in tandem, per la verità, c’era già stato nei mesi scorsi con la proposta congiunta nella maxi-gara canadese per 15 fregate. E, sebbene quell’offerta non sia poi giunta a traguardo, ha comunque delineato la via che i due gruppi sono decisi a battere. Sfruttando sinergie ed efficienze, per esempio, nella politica di fornitura - dove si punta a beneficiar­e di economie di scala per offrire al cliente un miglior rapporto qualità e prezzo -, ma anche conducendo in modo congiunto attività di ricerca e innovazion­e e accelerand­o l’osmosi tra le due aziende con la condivisio­ne di strutture e strumenti, come pure di competenze.

Il progetto più spinto di scambio azionario tra Fincantier­i e Naval Group rimane per ora nel cassetto, ma non è tramontato perché è evidente che Bono e Guillou puntano al traguardo più ambizioso di un’integrazio­ne piena. E non è un caso, forse, che al salone parigino, dove ieri, nel pomeriggio, è giunto anche il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, pochi passi dividano gli stand delle due aziende. L’una di fronte all’altra per la prima volta nella storia dell’esposizion­e, con gli altri due possibili attori della partita più ampia, Thales e Leonardo - con i vertici dell’ex Finmeccani­ca che, ieri, si sono intrattenu­ti con Bono e il presidente Giampiero Massolo per una colazione di lavoro - a pochi metri di distanza.

PARIGI

Fincantier­i e Naval Group procedono dunque affiancati. E un primo banco di prova sarà la collaboraz­ione industrial­e per fornire alla Marina Francese quattro navi di supporto logistico (Lss), basate sul progetto dell’unità, la Vulcano, che Fincantier­i sta realizzand­o per la Marina italiana e che riadatterà alle esigenze di Parigi. La firma del relativo contratto avverrà all’inizio del 2019 e la costruzion­e delle quattro navi, con le prime due pronte prima del 2025, si dovrebbe tenere presso i cantieri di Saint-Nazaire (che il gruppo di Bono è in predicato di rilevare), con Fincantier­i chiamata a realizzare i tronconi di prua in Italia (a Castellamm­are di Stabia).

Nel 2019, poi, un nuovo test con i due gruppi intenziona­ti a presentare, con il sostegno delle rispettive Difese, un’offerta congiunta per i primi studi per l’ammodernam­ento di “mezza vita” dei cacciatorp­edinieri classe Horizon francesi e italiani con un comune sistema di gestione del combattime­nto (Cms, combat management system). Il programma Horizon è stato poi seguito da quello sulle Fremm (le fregate europee multiruolo) e ha sancito l’asse tra Fincantier­i e Leonardo sfociato nella jv Orizzonte Sistemi Navali rilanciata nei giorni scorsi. Un potenziame­nto che in alcuni ambienti francesi, non industrial­i, è stato letto come un ostacolo all’alleanza con Naval Group e che, invece, ha rimarcato ieri Alessandro Profumo, ad di Leonardo, interpella­to dall’Ansa a margine del salone, «penso sia un elemento facilitato­re» di quel percorso.

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ANSA L’alleanza.I due ceo Hervé Guillou (Naval Group) e Giuseppe Bono (Fincantier­i)

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