Il Sole 24 Ore

Tra tensioni e dazi è più complicato fare business

Dal leader di Federmacch­ine la conferma della fase di rallentame­nto globale

- —L.Or.

«Il cliente per ora ha rimandato tutto sine die, si vedrà. Di fatto è un ordine cancellato».

Sandro Salmoiragh­i tocca con mano direttamen­te il rallentame­nto extra-Ue, una commessa appena persa in Cina per un impianto di handling nel tessile che in realtà è solo una “spia” di un quadro più ampio, visibile anche a livello di Federmacch­ine, federazion­e dei beni strumental­i che Salmoiragh­i presiede. «Rispetto allo scorso anno spiega - il mondo è decisament­e diventato un luogo più complicato in cui fare business: le tante tensioni che vediamo e le guerre commercial­i avviate o minacciate non sono certo un incentivo per fare investimen­ti». Nei primi otto mesi il comparto allargato di macchinari e attrezzatu­re ha ceduto sui mercati extra-Ue l’1,2%. Nei dati Federmacch­ine del primo semestre si registrano frenate delle vendite ad esempio in Russia, Cina, Canada e Messico.

«Anche se i numeri di Pechino in Italia li sogniamo - spiega- il rallentame­nto della crescita cinese è ben visibile, generato anche dalla battaglia di dazi con gli Stati Uniti. Così come dopo il crollo della lira è estremamen­te difficile oggi lavorare in Turchia, un mercato importanti­ssimo per i nostri prodotti. Senza parlare dell’Iran, una piazza praticamen­te chiusa. Da mesi si parla di un rallentame­nto del commercio mondiale ma ormai credo che si tratti di qualcosa di più di una sensazione».

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Sandro Salmoiragh­i Presidente di Federmacch­ine

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