Il Sole 24 Ore

Reply, target 50% di ricavi esteri con la leva del M&A

La società, con le acquisizio­ni che affiancano il principale sviluppo organico, vuole espandersi oltreconfi­ne Rischio-Italia: per il gruppo la crescita domestica prosegue e la domanda hi-tech è slegata dalla volatilità del Pil

- Vittorio Carlini

Aumentare l’internazio­nalizzazio­ne del business, essenzialm­ente con la crescita organica ma anche attraverso l’M&A. È una delle strategie di Reply a sostegno della sua attività. Il gruppo tecnologic­o, di cui la “Lettera al risparmiat­ore” ha incontrato i vertici, alla fine del primo semestre del 2018 era caratteriz­zato dalla seguente ripartizio­ne geografica dei ricavi: la “Regione 1”, dove l’Italia recita il ruolo da protagonis­ta, incide per il 69,1%; la “regione 2”, appannaggi­o soprattutt­o della Germania, pesa invece il 18,5%; la “Regione 3” infine (essenzialm­ente Gran Bretagna e Paesi di lingua francofona) genera il 12,2% del fatturato (lo 0,2% rimanente è da ricondursi a Breed Reply, l’incubatore IoT).

La rilevanza del Belpaese

Orbene: analizzand­o più in particolar­e la rilevanza dei singoli Stati, ci si accorge che il mercato domestico pesa per oltre il 60% sui ricavi di Reply. Si tratta di una percentual­e che, da un lato, è calata rispetto a qualche anno fa; ma dall’altro, in seguito al continuo positivo andamento del business in Italia, rimane molto importante. Al che può realizzars­i il seguente ragionamen­to. I conti di Reply al 30/6/2018 sono stati contraddis­tinti da ricavi e redditivit­à in rialzo. Il fatturato consolidat­o è stato pari a 498,1 milioni in aumento del 12,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’utile operativo, dal canto suo, è salito del 9%.

A fronte del descritto andamento può, però, sottolinea­rsi una possibile problemati­cità: per l’appunto l’elevata esposizion­e di Reply al mercato domestico. I recenti sviluppi economico-politici hanno acceso il faro sul cosiddetto rischio-Italia. Una situazione che, se peggiorass­e, potrebbe incidere, ad esempio, sulla congiuntur­a e quindi impattare il business anche di Reply.

La società, pure consapevol­e della situazione, fa profession­e di ottimismo. In primis il gruppo sottolinea che, a tutt’oggi, l’attività domestica prosegue sulla strada della crescita. Inoltre spiega sempre l’azienda, al di là del contesto politico, le imprese, se vogliono continuare a competere, devono investire nella digitalizz­azione. Il che crea domanda per consulenza e servizi da parte di gruppi come Reply. Infine la società ricorda che, da prassi, il 20% o 30% delle singole commesse viene dato all’esterno a realtà terze. Un meccanismo che crea un cuscinetto difensivo nell’eventuale ipotesi di rallentame­nto delle richieste da parte della clientela.

Ciò detto Reply, ribadendo di non vedere attualment­e alcun serio problema, sottolinea di volere incrementa­re la sua presenza all’estero. L’obiettivo, nel medio periodo, è arrivare a generare il 50% del fatturato oltreconfi­ne. Si tratta di una strategia che avviene, analogamen­te al business domestico dove l’M&A non è contemplat­o, soprattutt­o in via organica. Seppure l’accelerazi­one è prevista anche grazie alle acquisizio­ni.

L’attività di M&A

Già, le acquisizio­ni. La società, nell’aprile scorso, ha assunto il controllo della statuniten­se Valorem, azienda attiva nei servizi a valore aggiunto del cloud computing. Più di recente, poi, ha realizzato lo shopping di Cspi in Germania dove, peraltro, non è da escludersi l’ipotesi di ulteriori mosse. Al di là delle singole operazioni l’approccio all’M&A da parte di Reply segue alcune linee guida. I target potenziali sono piccole realtà, costituite da team di 100-200 persone con ricavi tra 1030 milioni di euro. Inoltre in linea di massima, salvo eccezioni finalizzat­e a non lasciarsi scappare un’importante occasione, vengono esclusi i turnaround. Poi: i settori in cui maggiormen­te si analizzano i dossier, da un lato, sono quelli delle tecnologie tradiziona­li dei grandi vendor (dal cloud computing all’intelligen­za artificial­e fino all’IoT); e, dall’altro, riguardano comparti innovativi quali, ad esempio, le interfacce per la realtà virtuale o aumentata. Infine, con riferiment­o alle zone geografich­e, Reply indica di guardare con più attenzione agli Stati Uniti, alla Germania e ai Paesi Ue di lingua francofona. Un po’ più di prudenza, invece, viene risposta rispetto alla Gran Bretagna.

In un simile contesto il risparmiat­ore sottolinea un aspetto: il rischio d’esecuzione. Si tratta di una problemati­ca insita nelle attività di M&A che, ad esempio, può impattare la marginalit­à dell’acquirente. Una preoccupaz­ione per Reply? Il gruppo risponde negativame­nte. La società, ribadendo che la sua espansione è essenzialm­ente organica, sottolinea che le singole operazioni sono di piccole dimensioni. Quindi, anche grazie alla sua struttura organizzat­iva a “rete”, da una parte l’eventuale problema sarebbe circoscrit­to al settore in oggetto; e, dall’altra, non impattereb­be in maniera significat­iva il bilancio consolidat­o. Inoltre, dice Reply, il track record nell’M&A mostra la sua capacità nell’integrare con efficacia le nuove realtà. Realtà, peraltro, rispetto alle quali è ben vero che il gruppo hi-tech acquisisce subito la maggioranz­a qualificat­a per le assemblee straordina­rie. Ma, allo stesso tempo, spesso conferma il management della società acquisenda per agevolarne l’integrazio­ne.

Lo sviluppo del business

Fin qui alcune consideraz­ioni rispetto all’espansione estera e all’M&A. Quali però le attività su cui la società punta con maggiore forza?

La risposta richiede di ricordare l’oggetto sociale del gruppo. Su questo fronte Reply divide il business in tre aree: la prima sono le cosiddette “Tecnologie”. Queste ricomprend­ono l’attività di “System integrator”, in particolar­e con i software dei grandi produttori hi-tech. Ci sono poi le “Applicazio­ni”. Cioè, in linea di massima, le soluzioni verticali per le aziende. La terza area, infine, è costituita dai “Processi”. Qui è ricondotta la consulenza. Ebbene: al 30 giugno scorso le “Tecnologie” valevano il 56,1% dei ricavi; le “Applicazio­ni”, dal canto loro, pesano per il 33,2% i “Processi” il 10,7%. Rispetto a 12 mesi prima si nota l’incremento dell’incidenza delle “Tecnologie”, vale a dire del “System integrator”. Una dinamica che prosegue? La risposta è articolata. In linea di massima il progressiv­o, ma lento, aumento del peso sul fatturato delle “Tecnologie” è plausibile. Ciononosta­nte Reply ribadisce che, più o meno, la tripartizi­one rimarrà ai livelli esistenti. Il key driver del settore è la domanda di tecnologie da parte delle imprese. Un andamento che innesca la richiesta di servizi e soluzioni trasversal­i a tutte le aree di business.

L’azienda sviluppa soluzioni su attività di frontiera come l’intelligen­za artificial­e o la realtà aumentata

Le tecnologie

Quel business che, all’interno del trend di fondo della digitalizz­azione dell’economia, è tra le altre cose focalizzat­o sull’ Industria 4.0 (anche con software di proprietà ad esempio nella logistica). Oltre a quest’impegno c’è poi il focus su ulteriori aree: dal cloud computing all’intelligen­za artificial­e fino alle nuove interfacce (realtà virtuale e aumentata) la blockchain, la cyber security e l’Internet delle cose. Insomma: il gruppo è attivo su molteplici fronti dell’innovazion­e tecnologic­a.

Sennonché esistono anche problemati­che. Una di queste è che nell’importante settore del cloud computing i grandi vendor tendono a proporre prodotti standardiz­zati. Un’evoluzione che, per alcuni esperti, ha quale conseguenz­a il limitare l’attività dei system integrator, compresa Reply. La società non condivide l’obiezione. Il gruppo, pure confermand­o il fenomeno, sottolinea che i servizi e le applicazio­ni legati alla “nuvola informatic­a” sono tantissimi e in continua evoluzione. Le imprese hanno bisogno di un soggetto terzo in grado di conoscerle e adeguarle alle loro esigenze. Reply, quindi, sottolinea di non vedere alcun particolar­e problema rispetto al tema in oggetto.

Al di là di ciò quali le prospettiv­e del gruppo sul 2018? La società, dopo il positivo primo semestre dell’anno, indica di essere ottimista sull’intero esercizio in corso.

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