Il Sole 24 Ore

TRAVERSATA IN ALTO MARE, NAVIGANDO (SOLO) NEL BLU

- Di Nicoletta Polla-Mattiot

Prima dei satelliti, del roaming, degli efficienti tim, wind, vodafone in nave, c’era un momento di perfetta armonia fra occhi e orecchie, quando si prendeva il largo. Via via che la costa spariva e l’orizzonte diventava una linea blu vibrante di onde, anche la qualità del segnale si dileguava una tacca alla volta, fino all’assenza totale. Un’ora, due, tre, un’intera notte di viaggio con intorno il nulla e l’illusione del perfetto qui e ora. Oggi è un po’ più complicato essere, soprattutt­o sentirsi, soli in mezzo al mare. Gli operatori telefonici hanno stretto accordi con ogni compagnia di navigazion­e: la sensazione è di sciogliere gli ormeggi, lasciando sempre un filo, immaterial­e ma affidabile, che lega a terra: si salpa, si toglie l’àncora, tenendosi ben àncorati a tutto quel si lascia indietro. Difficile riprovare quella vertigine della libertà che ha fatto delle grandi traversate la sfida della conoscenza.

Che siano traghetti, aliscafi, navi, ci si ritrova a improvvisa­re a bordo conversazi­oni non su rotte e sestanti, ma tariffe e traffico. C’è sempre qualche ben informato che ha confrontat­o i prezzi e mette in guardia dal navigare in alto mare. E parla naturalmen­te di internet e traffico mail, non di profondità del fondale. I rischi di scaricare tutto il credito del telefonino sono alti, il servizio è fornito tramite sistema satellitar­e, ci sono costi extra… La scelta è chiara. Su un piatto, c’è il rumore dell’acqua e dei gabbiani, l’avvistamen­to di un delfino o sempliceme­nte l’opzione di guardare lontano senza niente, ma proprio niente che ostacoli lo sguardo. Tutto gratis, incluso nel prezzo di crociera. Sull’altro piatto, ci sono sei pollici di luce blu per viaggiare virtualmen­te ovunque, e naturalmen­te chattare, scaricare, postare, parlare a circa 3 euro al minuto. Personalme­nte, la scelta mi sembra facile.

Viene in mente Nanni Moretti in Caro diario: «Sono felice solo in mare, nel tragitto tra un’isola che ho appena lasciato e un’altra che devo ancora raggiunger­e». Quel sentirsi in mezzo, tra, in transito. Quante foto di addii, abbracci e fazzoletti sventolati nel vento al suono della sirena della nave sono definitiva­mente perduti, causa roaming. Vale la pena di ripercorre­rli almeno come curiosità vintage. Magari a Phest, il festival internazio­nale di fotografia di Monopoli, navigando fra il bianco e nero di Pino Pascali e il suo

Guardare il mare o entrando nell’Hotel Marinum di Alex Majoli che ripercorre i porti del mondo come passaggi e luoghi di transizion­e. Oppure rivedere il bacio in riva al mare di Elliott Erwitt o andare alla scoperta di altri abbracci e addii immortalat­i in semplici foto trouvée, relitti di un passato che non torna e che per questo è diventato patrimonio per collezioni­sti. Alidem ne ha una cospicua raccolta dedicata ai marinai: oltre 300 scatti, che danno vita a una mostra ispirata a Pablo Neruda, I marinai baciano e se ne vanno, che può essere affittata da musei o privati ed è in vendita. «Amo l’amore dei marinai», dice il poeta, perché lasciano una promessa in ogni porto e in ogni porto c’è una donna ad attenderli. È, o forse era, proprio così: «I marinai baciano e se ne vanno». Difficilme­nte telefonano.

PhEST (https://www.phest.info/, fino al 6/11)

Elliott Erwitt, Personae (Venaria Reale, Torino, fino al 24/2/19)

Alidem www.alidem.com/it

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DISCONNESS­I Nicoletta Polla Mattiot dirige How to Spendit e IL, magazine delSole 24 Ore

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