Danzatori partoriti dalle gonne di Bach
Èun omaggio rigoroso ed elegantequellochelaFondazione Nazionale della Danza Aterballetto tributa a Johann Sebastian Bach con un dittico che comprende la ripresa dello storico Sarabande (1990) di Jiří Kylián e la nuova creazione di Diego Tortelli Domus Aurea.RiunitisottoiltitolodiBachProject, iduepezzimanifestanoinmodidiversilapropensioneversounavisionarietàstilizzataeallostessotempoespressionista,sottolineatainentrambiicasi da prolungamenti e riempimenti sonorichetrascinanolepartiturediBach in un territorio quasi metafisico e a trattiancheinquietante,comenelcaso di Kylián, che tira fuori uno humour nero ricco di sfumature beffarde e di una sottile ironia. I sei danzatori, partoriti da ampie gonne settecentesche, si esprimono con gesti sincopati accompagnatidavocalizziesospiri,interagendoconle“implementazioni”sonore di Dick Schuttel. Sarabande è un meccanismo ad orologeria, un affresco in bianco e nero che coniuga sensualità,energiaesplosivaegustoperil fantastico;richiedeprecisioneesecutiva, unisoni infallibili, che i bravi interpretidiAterballettoriesconoagarantire seppure con qualche défaillance.
Piùcomplessa,nellesuemetamorfiche architetture di luci e di corpi, la Domus Aurea di Tortelli, giovane pro- messa della danza italiana sulla quale Aterballetto ha deciso di puntare. A partire dalle Suites francesi di Bach, integrate con un intrigante tessuto sonorodiGiorgioColomboTaccani,eseguito dal vivo dall’ensemble Sentieri Selvaggi, Tortelli riempie di segni, suggestioni e citazioni la sua coreografia affidata a 16 versatili danzatori. Sistaglia,alcentrodellascena,lasagoma luminescente di una dimora tracciata con tubi al neon dall’artista concettuale Massimo Uberti, alla maniera di Dan Flavin. Il neon, le elaborazioni elettroniche e alcune scelte figurative di Tortelli, che manovra i gruppi come fossero architetture, conferiscono un che di algido e siderale all’insieme. In questo enigmatico schema geometrico, tuttavia, si distinguono caratteri e identità che spingono a immaginare una narrazione di fondo: un uomo in nero, una specie di deus ex machina, sembra manovrare le altre figure, forse sue proiezioni mentali. Il perimetro della casa sembra delimitare uno spazio interiore, del raccoglimento, che si contrappone al caos circostante. Un caos rappresentato dal moltiplicarsi dei gesti, talvolta convulsi e disarticolati, e delle traiettorie di movimento, dal comporsi e scomporsi dei gruppi. Siassisteaunadrammaturgiadeicorpi in un campo di forze dinamico, che propone punti di vista molteplici e sfuggenti, in sintonia col desiderio di voler estrarre dalla partitura bachiana possibili sottotesti, come un disegno segreto. Questo sembra interessare maggiormente a Tortelli, restituire al linguaggio della danza la sua natura allusiva, ambigua e misterica, consegnandociun’operaaperta,chepossiamo lasciare tale o riempire di significati soggettivi e dunque parziali.