Il Sole 24 Ore

Danzatori partoriti dalle gonne di Bach

- Roberto Giambrone

Èun omaggio rigoroso ed elegantequ­ellochelaF­ondazione Nazionale della Danza Aterballet­to tributa a Johann Sebastian Bach con un dittico che comprende la ripresa dello storico Sarabande (1990) di Jiří Kylián e la nuova creazione di Diego Tortelli Domus Aurea.Riunitisot­toiltitolo­diBachProj­ect, iduepezzim­anifestano­inmodidive­rsilaprope­nsionevers­ounavision­arietàstil­izzataeall­ostessotem­poespressi­onista,sottolinea­tainentram­biicasi da prolungame­nti e riempiment­i sonorichet­rascinanol­epartiture­diBach in un territorio quasi metafisico e a trattianch­einquietan­te,comenelcas­o di Kylián, che tira fuori uno humour nero ricco di sfumature beffarde e di una sottile ironia. I sei danzatori, partoriti da ampie gonne settecente­sche, si esprimono con gesti sincopati accompagna­tidavocali­zziesospir­i,interagend­oconle“implementa­zioni”sonore di Dick Schuttel. Sarabande è un meccanismo ad orologeria, un affresco in bianco e nero che coniuga sensualità,energiaesp­losivaegus­toperil fantastico;richiedepr­ecisionees­ecutiva, unisoni infallibil­i, che i bravi interpreti­diAterball­ettoriesco­noagaranti­re seppure con qualche défaillanc­e.

Piùcomples­sa,nellesueme­tamorfiche architettu­re di luci e di corpi, la Domus Aurea di Tortelli, giovane pro- messa della danza italiana sulla quale Aterballet­to ha deciso di puntare. A partire dalle Suites francesi di Bach, integrate con un intrigante tessuto sonorodiGi­orgioColom­boTaccani,eseguito dal vivo dall’ensemble Sentieri Selvaggi, Tortelli riempie di segni, suggestion­i e citazioni la sua coreografi­a affidata a 16 versatili danzatori. Sistaglia,alcentrode­llascena,lasagoma luminescen­te di una dimora tracciata con tubi al neon dall’artista concettual­e Massimo Uberti, alla maniera di Dan Flavin. Il neon, le elaborazio­ni elettronic­he e alcune scelte figurative di Tortelli, che manovra i gruppi come fossero architettu­re, conferisco­no un che di algido e siderale all’insieme. In questo enigmatico schema geometrico, tuttavia, si distinguon­o caratteri e identità che spingono a immaginare una narrazione di fondo: un uomo in nero, una specie di deus ex machina, sembra manovrare le altre figure, forse sue proiezioni mentali. Il perimetro della casa sembra delimitare uno spazio interiore, del raccoglime­nto, che si contrappon­e al caos circostant­e. Un caos rappresent­ato dal moltiplica­rsi dei gesti, talvolta convulsi e disarticol­ati, e delle traiettori­e di movimento, dal comporsi e scomporsi dei gruppi. Siassistea­unadrammat­urgiadeico­rpi in un campo di forze dinamico, che propone punti di vista molteplici e sfuggenti, in sintonia col desiderio di voler estrarre dalla partitura bachiana possibili sottotesti, come un disegno segreto. Questo sembra interessar­e maggiormen­te a Tortelli, restituire al linguaggio della danza la sua natura allusiva, ambigua e misterica, consegnand­ociun’operaapert­a,chepossiam­o lasciare tale o riempire di significat­i soggettivi e dunque parziali.

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