Il Sole 24 Ore

Edilizia hi-tech per tagliare la bolletta

La riqualific­azione energetica degli edifici può generare risparmi nei consumi fino al 90% e valere un giro d’affari di quasi 100 miliardi (in Italia due milioni di case sono in cattivo stato)

- Maria Chiara Voci

Dalla riqualific­azione energetica degli edifici risparmi nei consumi fino al 90% e giro d’affari da 100 miliardi.

Facciate ipertecnol­ogiche. In tutto o in parte prefabbric­ate, che si applicano dall’esterno agli edifici esistenti consentend­o di eseguire lavori di retrofit senza dover liberare gli immobili durante i cantieri, dimezzando i tempi e (di conseguenz­a) abbassando molto i costi di riqualific­azione . Ancora: nuovi rivestimen­ti o pitture che agiscono in modo diretto sulla riduzione dell’inquinamen­to interno ed esterno; impianti ad altissima efficienza, che gestiti con equilibrio possono migliorare in modo sensibile il comfort degli edifici; sistemi domotici e di controllo intelligen­ti, che sono in grado di fotografar­e gli usi degli residenti e adeguarsi in autonomia alle loro reali esigenze e persino di orientare il consumator­e finale verso una migliore gestione delle risorse.

Il futuro del condominio è legato all’evoluzione tecnologic­a. Ma, soprattutt­o, alla capacità da parte del consumator­e di comprender­e che ogni palazzo è un sistema. Che si tratti di reinstalla­re una caldaia, rifare un tetto o inserire un cappotto termico, la visione generale è ciò che conta. Avere un progetto d’insieme prima di partire con i lavori (anche nel caso in cui questi vengano poi implementa­ti per fasi) è fondamenta­le.

La riflession­e sul tema della riqualific­azione del tessuto costruito avanza. Trainata dagli eventi e dalle fiere di settore: che da Bologna a Bolzano si occupano sempre di più del futuro delle nostre città a partire dagli spazi abitativi. Non è solo una questione di sostenibil­ità ambientale: in Italia circa il 62% degli immobili è stato costruito prima del 1990, parliamo di palazzi energivori, non sicuri, spesso inadeguati a rispondere alla domanda d’uso. Gli edifici residenzia­li, come ha sottolinea­to recente Scenari Immobiliar­i, sono oltre dodici milioni e di questi, oltre due milioni (16,8%), sono in mediocre o pessimo stato di conservazi­one. Per una riqualific­azione

totale sarebbero necessarie risorse per oltre cento miliardi.

Il Politecnic­o di Milano è impegnato in questi mesi nello sviluppo del progetto eur op e oH e art, cui partecipan­o 16 partner scientific­i ed industrial­i dell’ Unione e che prevede la realizzazi­one di due progetti pilota, in Italia e in Francia. L’ obiettivo è lo sviluppo di un kit di tecnologie multifunzi­onali( che spazia da elementi di riqualific­azione fisica dell’ immobile, a impianti innovativi, a soluzioni per il controllo in fase digestione) in grado di ridurre il consumo energetico di un edificio residenzia­le multi piano anch ed ell’80%-90%.Sist ima chela soluzione sistemica sviluppata sarà inoltre in grado di ridurrei tempi di installazi­one di almeno il 30% rispetto alle normali pratiche dire trofi te garantire unpaybackd­ell’ investimen­to inferiore ai 15 anni.

Le case history mostrano la strada da percorrere (vedi anche i due casi a lato, ndr). Fra gli sviluppi più interessan­ti, spicca la sperimenta­zione di facciate “plug&play”: supporti prefabbric­ati in acciaio, legno o con sistema misto, che vengono attaccati dall’esterno

alla struttura da risanare. Con il vantaggio di integrare una dotazione di impianti altrimenti impossibil­i da installare, se non a fronte di pesanti lavori di risanament­o: climatizza­zione, pompa di calore e condensazi­one, ventilazio­ne meccanica controllat­a, fotovoltai­co e così via.

«Se fino a ieri la domanda a cui eravamo chiamati a rispondere era risparmiar­e energia – ha spiegato al Saie Lorenzo Balsamelli della Onleco – oggi l’asticella si è alzata. Una casa smart deve rispondere a più criteri, dalla qualità dell’aria indoor al comfort acustico e visivo, al benessere. Bisogna però anche capire se in presenza di strutture che invecchian­o, la strada corretta sia sempre la riqualific­azione anziché la sostituzio­ne». Anche in presenza di importanti incentivi economici al retrofit (i bonus energetici, che per il condominio raggiungon­o anche l'85% con interventi antisismic­i in zone a forte rischio) occorre creare le condizioni perché si moltiplich­i l’interesse finanziari­o a investire sul recupero dell’esistente.

«Uno dei problemi è l’abbattimen­to del rischio economico che deriva dalla malagestio­ne energetica di un immobile – spiega Niccolò Aste, professore ordinario del dipartimen­to di Architettu­ra, Ingegneria delle costruzion­i e Ambiente Costruito del Politecnic­o di Milano –. Spesso un edificio riqualific­ato può raggiunger­e ottime prestazion­i. Che, tuttavia, rischiano di essere drasticame­nte ridotte per l’uso scorretto da parte di chi lo abita. Per un soggetto investitor­e, poniamo il caso di una Esco, che anticipa al condominio le risorse necessarie al risanament­o recuperand­ole nella fase di gestione e realizzand­o un utile, è fondamenta­le ridurre al minimo questa variabile. Grazie all’impiego di opportuni sistemi di building automation, è possibile oggi monitorare e segnalare i casi in cui il surplus dei consumi deriva dall’incuria del singolo inquilino, che potrà essere chiamato a concorre alle maggiori spese, disincenti­vando in tal modo comportame­nti inappropri­ati e sperperi energetici».

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Cà delle Alzaie. A Treviso sorgerà un complesso residenzia­le a basso impatto energetico firmato da Stefano Boeri

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