Il Sole 24 Ore

Accesso a rischio per 30mila candidati

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Il nuovo Ordine multi-Albo delle profession­i sanitarie rischia, secondo le stime della Cgil, di tagliare fuori tra i 20mila e i 30mila profession­isti. Si tratta di quanti in passato hanno partecipat­o a regolari concorsi e da decenni esercitano l’attività sulla base di vecchi titoli formativi antecedent­i al 1999, ma sono rimasti esclusi dalle norme sull’equipollen­za prima e sull’equivalenz­a dopo attivate con la legge 42 del 1999, in seguito all’introduzio­ne, dal 1992, dei diplomi universita­ri e, dal 2001, delle nuove lauree. Un problema che coinvolger­ebbe anche i titoli regionali rilasciati fino al 2008.

E così migliaia di profession­isti non possono iscriversi al nuovo super-Ordine perché in possesso di titoli formativi ritenuti non idonei. La situazione è stata denunciata da una nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil: «Occorre ragionare per trovare una possibile soluzione definitiva e inclusiva a questa grave situazione che sta già facendo registrare le prime risposte negative da parte degli Albi alle domande di iscrizione presentate», sostengono i sindacati.

Particolar­mente grave la situazione per gli educatori profession­ali, perché i percorsi formativi che si sono protratti negli anni sono stati molteplici, sia di tipo regionale che universita­rio. «Serve un provvedime­nto normativo per dire che queste persone – spiega Gianluca Mezzadri, Fp Cgil - che ormai lavorano da 10-20 anni e stanno portando avanti i servizi, o addirittur­a insegnano nelle università, non possono essere cacciati fuori per problemati­che burocratic­he». L'auspicio è che una misura mirata trovi una corsia accelerata nella legge di bilancio.

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