Al super-Albo della sanità iscrizione in tempi stretti
Per il ministero va effettuata subito e non entro settembre 2019, altrimenti si incorre nell’esercizio abusivo
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Quasi un professionista sanitario su due – oltre 80mila su un totale di 185mila attesi - ha effettuato la preiscrizione sul portale del nuovo Ordine multi-Albo (www.tsrm.org) istituito dalla legge Lorenzin, adempiendo così all’obbligo scattato lo scorso primo luglio. Data confermata da un chiarimento del ministero della Salute, che ha ribadito come il periodo transitorio previsto per la messa a regime del nuovo Ordine (entro settembre 2019) non vada inteso come una finestra per i professionisti.
«Il nostro obiettivo - spiega Alessandro Beux, presidente dell’Ordine - è di superare i 100mila iscritti entro dicembre. Ma chi non si iscrive subito incorre nell’esercizio abusivo della professione». Un reato per il quale la stessa legge Lorenzin ha inasprito pene e sanzioni prevedendo da sei mesi a tre anni di reclusione e multe da 10mila a 50mila euro.
Stessa scadenza cogente vale anche per i professionisti impiegati come dipendenti del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Il ministero ha chiarito nei giorni scorsi che il termine del settembre 2019 si riferisce esclusivamente alla conclusione del periodo transitorio di costituzione del nuovo Albo con il contributo delle associazioni maggiormente rappresentative. «Quella scadenza - spiega il direttore generale delle professioni sanitarie e risorse umane del ministero della Salute, Rossana Ugenti - è stata travisata perché è stata considerata come termine per l’iscrizione all’Albo. Invece rappresenta un limite entro il quale le Aziende sanitarie devono richiedere ai professionisti la certificazione di avvenuta iscrizione al super-Albo».
L’andamento delle iscrizioni
Una precisazione che ha già avuto un impatto positivo sul trend delle adesioni: dopo il chiarimento del ministero della Salute si è, infatti, registrata un’accelerazione delle iscrizioni e in pochi giorni le domande sono passate dal 42 al 46 per cento sul totale stimato di oltre 190mila potenziali candidati al super-Albo della Federazione Tsrm e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
Tra i 17 profili interessati - cui vanno aggiunti gli assistenti sanitari, transitati direttamente dall’ex Collegio degli infermieri, e i tecnici radiologi che avevano già un proprio Albo, per un totale di 19 professioni - il numero più alto di domande si registra tra fisioterapisti (35.700 circa, pari al 57% del totale) e logopedisti (8.102, pari al 75%), anche se in termini percentuali i più solerti sono stati finora i podologi (si è iscritto il 91%) e i terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (83%), seguiti dai dietisti (81%).
«Le ragioni di questo primato dei fisioterapisti in termini di numeri assoluti - spiega Beux - possono essere sia culturali che utilitaristiche. Probabilmente, si sono da subito sentiti professione a tutto tondo, compresa una forte identificazione nell’Ordine, ricercandone l’inquadramento. E poi hanno l’interesse a contarsi non solo, così come per le altre professioni, per contrastare l’abusivismo , ma anche perché superato il tetto dei 50mila iscritti all’Albo si potrebbe chiedere la costituzione di un Ordine autonomo».
Nel limbo
Il popolamento del nuovo maxi-Ordine è ben avviato, ma i problemi non mancano. Ci sono, infatti, almeno 20mila professionisti (stima dei sindacati) - soprattutto educatori professionali, tecnici della prevenzione e altri profili che hanno avuto nel tempo una forte eterogeneità dei percorsi formativi - che si trovano bloccati in un limbo perché le numerose evoluzioni normative hanno creato una «zona grigia» che di fatto rischia di tagliare fuori queste figure dal nuovo Albo perché in possesso di titoli formativi ritenuti non idonei (si veda l’articolo a fianco).
Si sta lavorando a una soluzione, con l’obiettivo di trovarla in tempi rapidi. «La Federazione nazionale, il ministero della Salute e le Regioni conclude Beux - stanno valutando i percorsi tecnici di equivalenza e i percorsi normativi necessari a garantire la serenità di tutti i professionisti che hanno i requisiti. Da questo punto di vista l’Ordine è solo contro gli abusivi. Servono sia una soluzione tecnica che una soluzione politica. Certe persone sono nel sistema sanitario da decenni, inseriti alla luce del sole con regolari concorsi, e non si possono certo mandare a casa ora. Ma serve un intervento normativo».