Il Sole 24 Ore

Sanzioni all’Iran, forse l’Italia tra i Paesi graziati

Da lunedì in vigore il giro di vite contro Teheran per il programma nucleare La Casa Bianca annuncia una lista di otto importator­i che avranno un’esenzione

- Marco Valsania

Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha confermato per lunedì prossimo l’imposizion­e di nuove sanzioni all’Iran, annunciand­o però una lista di otto Paesi a cui l’import di petrolio sarà consentito. Tra questi, secondo fonti anonime della Casa Bianca citate dall’Ap, potrebbe esserci anche l’Italia: malgrado Pompeo abbia escluso esenzioni per l’Unione Europea.

Donald Trump farà entrare in vigore l’ultimo, grande giro di vite delle sanzioni contro l’Iran e la sua industria petrolifer­a dal 5 novembre, per intensific­are la pressione sul regime di Teheran e archiviare l’accordo nucleare tuttora difeso da alleati europei e internazio­nali ma che il presidente americano ha denunciato come «disastroso». La Casa Bianca, che ha confermato ieri il varo delle misure, ha tuttavia anche preparato un’azione più diplomatic­a: l’elenco di almeno otto Paesi che otterranno i cosiddetti “waiver”, esenzioni almeno parziali dal rischio di essere colpiti se manterrann­o i legami - a partire dall’import di greggio - con Teheran. Tra questi, secondo funzionari dell’amministra­zione citati dall’agenzia Associated Press, potrebbe esserci l’Italia. E tuttavia il segretario di Stato Mike Pompeo ha escluso di includere l’Unione Europea nella lista di chi sarà risparmiat­o.

Dovrebbero esserci invece alcune nazioni asiatiche tra i principali importator­i di greggio iraniano: Giappone, Corea del Sud e India. La Cina ha a sua volta indicato di avere in corso trattative con Trump. E la Turchia è tra coloro che hanno insistito in extremis per esenzioni, anche se i waiver potrebbero essere solo temporanei.In una dichiarazi­one congiunta la Ue, Francia Germania e Gran Bretagna hanno ribadito l’intenzione di proteggere «gli attori economici che hanno scambi commercial­i legittimi con l’Iran». Molte aziende europee e non solo hanno ormai drasticame­nte tagliato i rapporti con l’Iran negli ultimi mesi, per mettersi al riparo dal pericolo di rappresagl­ie secondarie di Washington e di essere emarginati dal mercato americano.

La Casa Bianca e il segretario di Stato Pompeo hanno precisato che le esenzioni saranno «inferiori a quelle offerte dalla precedente amministra­zione» Obama, che nei passati giri di vite ne aveva decise 20. Da definire inoltre l’ammontare esatto di import che verrà concesso ai Paesi “graziati”: l’esportazio­ne di greggio di Teheran è già scivolata da 2,5 a 1,5 milioni di barili al giorno. Secondo Goldman Sachs potrebbe cadere a 1,15 milioni di barili entro fine anno.

Il documento della Casa Bianca che descrive il previsto scatto delle sanzioni indica che chi non ha posto fine ad attività nel mirino rischia «severe conseguenz­e». Contro Teheran erano stati già lanciati da Trump 19 provvedime­nti sanzionato­ri, contro 168 cittadini iraniani. Ora Trump definisce l’insieme del regime di sanzioni - coronato da nuove misure contro oltre 700 tra aziende e individui, tra i settori del petrolio, della finanza e dei trasporti - «il più duro mai imposto all’Iran» per combattere quelle che denuncia quali mire terroristi­che, militari e nucleari e di destabiliz­zazione globale.

L’amministra­zione ha però fatto sapere di essere intenziona­ta a difendere la stabilità del mercato petrolifer­o da eventuali ed eccessive tensioni al di là delle esenzioni. Ha promesso di aumentare la produzione statuniten­se di greggio di almeno un milione di barili al giorno nel prossimo anno e ha affermato di voler lavorare con altri Paesi produttori per aumentare le forniture.

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REUTERS Oro nero.Una piattaform­a petrolifer­a iraniana a Soroush, nel Golfo Persico
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