Il Sole 24 Ore

Derivati, la Regione Sicilia cerca l’uscita anticipata

Avviati i negoziati con Bnl, Deutsche, Merrill Lynch, Nomura e UniCredit

- Nino Amadore

Stop ai derivati in Sicilia: dal 2019 la Regione non metterà più in bilancio 40 milioni di oneri per il pagamento di questi contratti, costati finora 297 milioni. Il governo Musumeci ha definito un accordo col Mef per estinguere anticipata­mente i derivati (5 contratti con altrettant­e banche).

Una strategia che coinvolge a vario titolo la Regione siciliana, Cassa depositi e prestiti e banche per chiudere una volta e per sempre l’epoca dei contratti derivati nell’isola. I contratti in essere sono cinque e risalgono tutti al 2005 con scadenze che vanno dal 2021 al 2023; allora al governo della Regione siciliana c’era Totò Cuffaro: lo scopo era di coprire con queste operazioni derivate i rischi dei tassi dei mutui già contratti con Cassa depositi e prestiti.

I primi passi per chiudere anticipata­mente la partita sono stati fatti: intanto è stata avviata la rinegoziaz­ione con le cinque banche con cui la Regione ha contratti derivati in essere e poi è stato ottenuto dal Mef il via libera nell’ambito di una operazione che riguarda la rinegoziaz­ione complessiv­a di tutti i mutui in essere della Regione con Cassa depositi e prestiti. Sono i passaggi illustrati dall’assessore all’Economia e vicepresid­ente della Regione Gaetano Armao che ha annunciato l’operazione nell’ambito della presentazi­one del Bollettino sul fabbisogno finanziari­o della Regione siciliana. «Abbiamo definito l’operazione finanziari­a, siamo ai dettagli ha detto l’assessore -. Posso dire al momento che la Sicilia è la prima Regione a farlo: si tratta di un progetto pilota. Non posso aggiungere altro».

Per il momento, dunque, bisogna accontenta­rsi dei documenti distribuit­i. Secondo i tecnici dell’assessorat­o all’Economia, intanto, l’operazione finanziari­a che consentirà di azzerare i contratti derivati e i relativi oneri (oggi 40 milioni annui) e «far conseguire ai bilanci regionali, a partire dal 2019, futuri consistent­i risparmi di spesa». Secondo la Corte dei conti «in termini di soli maggiori interessi nel periodo di vita dei derivati (2005-2017)la Regione ha sostenuto , rispetto a quanto dovuto alla Cassa depositi e prestiti, spese per 297,4 milioni di euro». Per la Corte dei conti «l’andamento dei tassi attesi genera un mark to market estremamen­te negativo, tale che risulta pressoché impossibil­e chiudere questi onerosi contratti e liberare risorse che potrebbero essere destinate alle funzioni istituzion­ali dell’ente».

Altro dato, sempre secondo i tecnici dell’assessorat­o, è quello dell’esposizion­e debitoria verso le banche contropart­i che al 31 agosto di quest’anno era di 191 milioni: in pratica, sempre secondo quanto riportato nel Bollettino, il mark to market con Nomura al 31 agosto è di -62,752 milioni, quello con Bnl e Merrill Lynch di -69,525, quello con Deutsche Bank e Unicredit di -33,044 milioni. Ma allegato al Bollettino presentato ieri c’è un quadro di quella che viene definita esposizion­e verso le contropart­i Swap. Questa la situazione descritta degli swap: con Nomura un nozionale swap residuo di 134,416 milioni; con Merrill Lynch (nozionale swap residuo di 94 milioni); con Bnl (residuo di 45,8 milioni); con Deutsche Bank (residuo di 64,7 milioni); con Unicredit (residuo di 50,9 milioni). Per un totale di poco più di 389,9 milioni. In pratica la somma che dovrebbe essere restituita a Cassa depositi e prestiti.

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