Prosegue la tregua su spread e Piazza Affari
Il differenziale BTp-Bund resta sotto 300: questo aiuta a sostenere le banche
Prosegue la tregua su Borsa e titoli di Stato. Dopo un mese di ottobre segnato da pesanti vendite, ieri i listini hanno recuperato parte del terreno perso. Piazza Affari ha chiuso così gli scambi in rialzo dell’1,07%, mentre lo spread si è mantenuto sotto la soglia dei 300 punti base (292 in chiusura).
A contribuire a rasserenare il clima sull’Italia è stato il contesto generale di mercato ieri orientato alla propensione al rischio per via delle dichiarazioni di Trump sul tema della guerra commerciale con la Cina («Ho avuto una lunga e proficua conversazione con il presidente Xi Jinping sul tema» ha twittato l’inquilino della Casa Bianca). Per quanto riguarda l’Italia ci sono state due notizie buone e una cattiva. Quella cattiva è che ad ottobre l’indice Pmi sulla fiducia del settore manifatturiero si è attestato a 49,2 punti. Sotto la soglia di 50 che separa la contrazione dall’espansione dell’attività. È la prima volta che succede da agosto 2016. Quelle buone sono che, come anticipato da Il Sole24Ore, le principali banche italiane hanno passato gli stress test e che l’agenzia di rating Dbrs ha espresso un’opinione relativamente benevola sul tema del rischio sovrano. «Non siamo eccessivamente preoccupati circa il previsto peggioramento del deficit di bilancio dell’Italia a condizione che i fondamentali economici non peggiorino» ha scritto l’agenzia canadese che ha espresso un giudizio positivo su quanto fatto in questi anni dal sistema bancario in termini di riduzione delle sofferenze e rafforzamento delle riserve di capitale. Anche se permangono dei rischi sul futuro insomma non siamo ancora in situazione da allarme rosso e questo giudizio, espresso da una delle quattro agenzie prese a riferimento dalla Bce per orientare la sua politica monetaria, ha favorito il calo dei rendimenti dei titoli di Stato italiani e la discesa dello spread sotto quota 300. Il tasso del decennale è sceso così a quota 3,35% riportandosi sui livelli di inizio mese e ben lontano dal picco del 3,73% toccati nelle scorse settimane. Si conferma anche l’allentamento della pressione sui titoli a breve scadenza a partire dal BTp biennale che è tornato all’1,16% come non accadeva da fine settembre quando la decisione del governo di sfidare la Ue sul deficit fece ripartire la speculazione sul rischio Italia.
In Borsa si sono visti acquisti sul settore bancario. Il fatto che gli stress test fossero fatti sui bilanci a fine 2017, e che quindi non tenessero conto dell’impennata dello spread, ha in parte calmierato i rialzi. Tuttavia ci sono titoli come Banco Bpm, per cui la promozione non era così scontata, che hanno reagito molto positivamente arrivando a registrare rialzi del 5% nei primi minuti di contrattazione.
Altra indicazione molto attesa dagli investitori è arrivata ieri dagli Usa con la pubblicazione delle consuete statistiche sul mercato del lavoro relative al mese di ottobre. I dati hanno confermato l’ottimo stato di salute dell’economia Usa: ad ottobre si sono registrati 250mila nuovi occupati (50mila in più del previsto) mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 3,7% (ai minimi da 48 anni).
Il mercato ha reagito vendendo i titoli di Stato Usa (il tasso del decennale ha toccato quota 3,17%). Sul fronte azionario invece a tenere banco è stato il netto ribasso del titolo Apple, prima società al mondo per capitalizzazione, dopo i conti peggiori delle attese.
Dai massimi di inizio settembre il Nasdaq ha perso oltre l’8% del suo valore.
Dbrs: non siamo eccessivamente preoccupati per il previsto peggioramento del deficit di bilancio