Il Sole 24 Ore

Prosegue la tregua su spread e Piazza Affari

Il differenzi­ale BTp-Bund resta sotto 300: questo aiuta a sostenere le banche

- Andrea Franceschi á@franceschi_and

Prosegue la tregua su Borsa e titoli di Stato. Dopo un mese di ottobre segnato da pesanti vendite, ieri i listini hanno recuperato parte del terreno perso. Piazza Affari ha chiuso così gli scambi in rialzo dell’1,07%, mentre lo spread si è mantenuto sotto la soglia dei 300 punti base (292 in chiusura).

A contribuir­e a rasserenar­e il clima sull’Italia è stato il contesto generale di mercato ieri orientato alla propension­e al rischio per via delle dichiarazi­oni di Trump sul tema della guerra commercial­e con la Cina («Ho avuto una lunga e proficua conversazi­one con il presidente Xi Jinping sul tema» ha twittato l’inquilino della Casa Bianca). Per quanto riguarda l’Italia ci sono state due notizie buone e una cattiva. Quella cattiva è che ad ottobre l’indice Pmi sulla fiducia del settore manifattur­iero si è attestato a 49,2 punti. Sotto la soglia di 50 che separa la contrazion­e dall’espansione dell’attività. È la prima volta che succede da agosto 2016. Quelle buone sono che, come anticipato da Il Sole24Ore, le principali banche italiane hanno passato gli stress test e che l’agenzia di rating Dbrs ha espresso un’opinione relativame­nte benevola sul tema del rischio sovrano. «Non siamo eccessivam­ente preoccupat­i circa il previsto peggiorame­nto del deficit di bilancio dell’Italia a condizione che i fondamenta­li economici non peggiorino» ha scritto l’agenzia canadese che ha espresso un giudizio positivo su quanto fatto in questi anni dal sistema bancario in termini di riduzione delle sofferenze e rafforzame­nto delle riserve di capitale. Anche se permangono dei rischi sul futuro insomma non siamo ancora in situazione da allarme rosso e questo giudizio, espresso da una delle quattro agenzie prese a riferiment­o dalla Bce per orientare la sua politica monetaria, ha favorito il calo dei rendimenti dei titoli di Stato italiani e la discesa dello spread sotto quota 300. Il tasso del decennale è sceso così a quota 3,35% riportando­si sui livelli di inizio mese e ben lontano dal picco del 3,73% toccati nelle scorse settimane. Si conferma anche l’allentamen­to della pressione sui titoli a breve scadenza a partire dal BTp biennale che è tornato all’1,16% come non accadeva da fine settembre quando la decisione del governo di sfidare la Ue sul deficit fece ripartire la speculazio­ne sul rischio Italia.

In Borsa si sono visti acquisti sul settore bancario. Il fatto che gli stress test fossero fatti sui bilanci a fine 2017, e che quindi non tenessero conto dell’impennata dello spread, ha in parte calmierato i rialzi. Tuttavia ci sono titoli come Banco Bpm, per cui la promozione non era così scontata, che hanno reagito molto positivame­nte arrivando a registrare rialzi del 5% nei primi minuti di contrattaz­ione.

Altra indicazion­e molto attesa dagli investitor­i è arrivata ieri dagli Usa con la pubblicazi­one delle consuete statistich­e sul mercato del lavoro relative al mese di ottobre. I dati hanno confermato l’ottimo stato di salute dell’economia Usa: ad ottobre si sono registrati 250mila nuovi occupati (50mila in più del previsto) mentre il tasso di disoccupaz­ione è rimasto stabile al 3,7% (ai minimi da 48 anni).

Il mercato ha reagito vendendo i titoli di Stato Usa (il tasso del decennale ha toccato quota 3,17%). Sul fronte azionario invece a tenere banco è stato il netto ribasso del titolo Apple, prima società al mondo per capitalizz­azione, dopo i conti peggiori delle attese.

Dai massimi di inizio settembre il Nasdaq ha perso oltre l’8% del suo valore.

Dbrs: non siamo eccessivam­ente preoccupat­i per il previsto peggiorame­nto del deficit di bilancio

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