Il Sole 24 Ore

Banche, tre tedesche fuori norma

Per Intesa la maggior riserva in caso di shock, poi UniCredit, Ubi, BancoBpm: tutte sopra i livelli richiesti Per Deutsche e due Landesbank­en leva finanziari­a oltre il massimo consentito nella stima al 2020

- Luca Davi

Il capitale.

Intesa Sanpaolo. Il ceo Messina: «Usciamo dallo stress test con ulteriore determinaz­ione nella realizzazi­one del piano d’impresa e nel raggiungim­ento di tutti i suoi obiettivi» Ubi banca.

La banca: «I ratio patrimonia­li di Ubi (nella foto il ceo Massiah) registrano un impatto in ipotesi di scenario avverso migliore della media del campione europeo analizzato»

Le estere. Unicredit.

La banca (nella foto il ceo Mustier)

«ha preso nota dell’annuncio effettuato sullo stress test a livello europeo e conferma pienamente il risultato dell’esercizio» Banco Bpm. L’istituto (nella foto il ceo Castagna): «I risultati sono ancora più soddisface­nti se si tiene conto che l’esame è stato svolto in un momento peculiare per il gruppo»

Al traguardo degli stress test, le banche italiane arrivano senza affanni, mentre per tre banche tedesche (fra cui Deutsche) la leva finanziari­a al 2020 finisce oltre i limiti consentiti. Come anticipato ieri da Il Sole 24 Ore, Intesa Sanpaolo, UniCr ed it,U bi eBancoBpm– le quattro grandi banche italiane sottoposte all’esame congiunto E ba-B ce insieme alle altre 44 maggiori europee-hanno registrato esiti positivi. I quattro istituti italiani hanno riportato indici patrimonia­li( C et 1 ratio) superiori alla soglia d’ allarme del 5,5% nello scenario macroecono­mico avverso al 2020, ritenuto più problemati­co. Numeri confortant­i se si guarda ai livelli patrimonia­li“transiti on al ”, cioè a regole vigenti. In questo caso, In tesasi confermala banca più solida a livello italiano, con un C et 1 ratio del 10,4%, sopra la media europea che è pa rial 10,3%. Dietro Ca’ de Sass si colloca UniCr ed it,ilcu irati o patrimoni alesi attesta al 9,34%, poi BancoBpmal­l ’8,47% e Ubi, all’8,32%. Numeri lievemente (e inevitabil­mente) più bassi se si guarda alla forza patrimonia­le con le regole prudenzial­i“a regime ”( fully lo ad ed ): a fronte di una media europea del 10,05% In tesasi posiziona al 9,66%, a seguire UniCr ed itc on il 9,34%, U bi al 7,46% eBancoBpm, col 6,67%. Ultima in Europa è Barclays, con il 6,37%.

Bce ha fatto l’esame anche ad altre banche europee, i cui risultati non sono stati comunicati. A quanto risulta al Sole, Bper, Mediobanca, PopSondrio, Iccrea e Credem, avrebbero superato le prove senza problemi. Solo Carige avrebbe registrato fragilità nello scenario avverso, con un Cet 1 ratio positivo, ma al di sotto del 5,5%.

Come noto gli stress test si basavano sulla fotografia dei bilanci del 2017. E questo ha di fatto un po’ punito le banche domestiche, che sono alle prese con importanti operazioni di derisking e di rafforzame­nto varate nel corso del 2018, che di fatto non sono state considerat­e. Nel caso di Intesa, se si computasse­ro gli effetti dell’aumento di capitale del luglio 2018 attraverso le azioni ai dipendenti e la conversion­e delle risparmio in ordinarie, il Cet1 al 2020 nello scenario avverso «sarebbe al 10,99% secondo i criteri transitori e al 10,26% a regime». Analoga la vicenda di BancoBpm, che non si è vista considerar­e i benefici derivanti dal derisking dei crediti in sofferenza già ceduti nel corso del primo semestre del 2018, pari a 5,1 miliardi, mentre la banca ha dovuto registrare la proiezione dei costi legati alla fusione nel triennio. «Tali elementi - dice la banca - avrebbero determinat­o un risultato migliore del conseguito».

Se questi sono i dati relativi al punto di atterraggi­o generato dallo scenario economico più severo - che prevedeva per l’Italia un calo cumulato del Pil del 2,7% nel triennio al 2020, e un calo della borsa del 35% nel 2018 - ben diverso è il confronto sullo shortfall di capitale tra il punto di partenza e quello di arrivo, misura di una sorta di resilienza mostrata dalle banche italiane. In questo caso, le britannich­e e le tedesche appaiono nettamente più fragili delle banche italiane. Complice l’impatto della Brexit, le quattro banche Uk (Barclays, Lloyds, Hsbc e Rbs) nel 2020 accusano perdite del Cet 1 comprese tra 533 e 700 punti. Le otto tedesche assorbono perdite tra 340 e770p unti. Deutsche Bank- che chiude lo scenario avverso all ’8,14%- lascia sul terreno 576 punti. Per le italiane il delta medio è al contrario di 345 punti. Merito dei rafforzame­nti e della pulizia degli attivi di questi anni. Intesa, ad esempio, cede solo 219 punti, quasi la metà di quanto perso negli stress test a livello europeo, paria circa 400 punti. Ancor più significat­ive le criticità europee sulle ve rage ratio. In Germania tre banche (Deutsche Bank, Norddeutsc­he Landesbank, Bayerische Landesbank) mostrano nello scenario avverso al 202 un leverage ratio inferiore al 3%, e quindi oltre i massimi consentiti. Un eccesso di leva, questo, su cui è possibile che la Vigilanza voglia porre attenzione.

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