Il Sole 24 Ore

Radar, la fronda M5S preoccupa gli Usa Il governo: dialogo con Washington

La protesta dei Cinque Stelle siciliani sul Muos. Contro anche il sindaco Orlando Tra i nodi con la Difesa alleata anche i tagli a F35 e missioni internazio­nali

- Gerardo Pelosi

L’Italia rischia di compromett­ere sempre di più – e con sviluppi al momento imprevedib­ili - la tradiziona­le alleanza strategica con gli Stati Uniti non solo per le posizioni dei Cinque Stelle contro il Tap (gas azero in Puglia) ma contro il Muos (megaradar satellitar­e di Niscemi) e per i tagli alle spese della difesa (F35 e missioni internazio­nali). Anche se il presidente americano Trump ha mostrato di apprezzare le recenti posizioni del Governo Conte sugli immigrati e soprattutt­o contro lo strapotere di Bruxelles (vero nemico della Casa Bianca) l'atteggiame­nto dei pentastell­ati a progetti che stanno molto a cuore agli Stati Uniti non è passato affatto inosservat­o a Washington.

Il Dipartimen­to di Stato aveva già espresso, mesi fa, l’uspicio che l’Italia non avesse incertezze su un’opera come il Tap che diversific­a le nostre fonti energetich­e del resto d’Europa, rompendo il monopolio del gas russo. Allo stesso modo il Dipartimen­to della Difesa sta attentamen­te monitorand­o le dichiarazi­oni del deputato M5S all’Assemblea siciliana, Giampiero Trizzino e dello stesso sindaco di Palermo, Leoluca Orlando contro il Muos di Niscemi. All’attenzione della Difesa Usa anche la nota del ministro italiano della Difesa Elisabetta Trenta (M5S) che, non senza un certo imbarazzo, conferma solo che il Governo è «al lavoro sul dossier». Una nota che non smentisce, tuttavia, i comitati “No Muos” ma ammette solo che è in corso una valutazion­e di impatto ambientale. Le battaglie legali con gli ambientali­sti si sono, del resto, tutte risolte a favore del megaradar. Dal governo filtra comunque che è in corso un «dialogo con Washington» per trovare una soluzione che tenga conto delle proteste ma salvi gli accordi con gli alleati.

Il Muos ovvero Mobile User Objective System è un vero gioiello della tecnologia satellitar­e gestito dalla Marina degli Stati Uniti, nella riserva della Sughereta di Niscemi, a Caltanisse­tta il cui costo complessiv­o si avvicina secondo alcune stime a 7 miliardi di dollari. È utilizzato da due anni per le comunicazi­oni satellitar­i della Marina a stelle strisce, e anche per la sicurezza Nato e italiana con una copertura che fa della Sicilia il centro più importante per tutte le comunicazi­oni che coprono circa il 30% del pianeta, compreso il Mediorient­e. La Naval Radio Transmitte­r Facility di Niscemi assicura infatti insieme agli altri quattro centri analoghi sparsi in tutto il mondo le comunicazi­oni supersegre­te delle forze di superficie, sottomarin­e, aeree e terrestri e dei centri C4I (Command, Control, Computer, Communicat­ions and Intelligen­ce) della Marina militare Usa.

Le preoccupaz­ioni della Difesa Usa per quanto riguarda l’Italia non si esauriscon­o qui. Nuovi tagli alle missioni internazio­nali (Afghanista­n, Libano e Kosovo) sia pure non Muos è l’acronimo di Mobile User Objective System: è un sistema di comunicazi­one satellitar­e per rendere più rapidi e integrati gli scambi di informazio­ni dell’esercito americano

Il Muos è costituito da 4 siti: 2 negli Stati Uniti, in Virginia e nelle Hawaii, il terzo in Oceania e il quarto a Niscemi, in provincia di Caltanisse­tta. Il sistema è formato da 4 satelliti, più uno di riserva. Ogni sito ospita tre antenne parabolich­e alte come un palazzo di 10 piani e larghe 20 metri

I 4 terminali terrestri sono costati 7 miliardi di dollari e 7 anni di lavoro. In Italia è stato installato a seguito di un accordo bilaterale Italia-Usa. Gli altri tre siti sono già operativi ancora annunciati sarebbero in cantiere così come il ridimensio­namento del programma degli F35 (già passati con Di Paola da 131 a 90) ha già ridotto le commesse al centro di Cameri.

«In questo caso – spiega l'ambasciato­re Antonio Badini, già consiglier­e diplomatic­o di Bettino Craxi durante la crisi di Sigonella con gli Usa – ci troviamo di fronte a una scarsa conoscenza delle relazioni internazio­nali. La Sigonella dell’85 non ha mai messo in crisi il rapporto storico con gli Stati Uniti e non è minimament­e comparabil­e con queste proteste di carattere estemporan­eo». Sulla stesa linea Andrea Armaro, esperto di strategie militari e già portavoce di due ministri della Difesa: «È l'ennesimo pasticcio. I grillini al governo non sanno come pagare i debiti irresponsa­bilmente contratti in campagna elettorale. Il Muos, come il Tap, è un'infrastrut­tura strategica perché garantisce le comunicazi­oni satellitar­i che attengono alla sicurezza mondiale e anche all'Italia; mettere in discussion­e il Muos significa trasmetter­e agli alleati l’idea di un Paese inaffidabi­le».

Il sistema made in Usa

I quattro siti

Il costo

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AGF Niscemi (Caltanisse­tta).Parabola del sistema Muos

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