Il balzo Jeep non basta a Fca
Gorlier (Fca Emea): dove privilegiamo la qualità abbiamo buoni risultati
La cavalcata di Jeep, arrivata al 4,3 di quota di mercato in Italia, non basta a compensare il calo di immatricolazioni dovuto da un lato alla riduzione delle politiche a favore delle chilometri zero, dall’altro al ridimensionamento del brand più europeo e italiano di casa Fca, Fiat. Il Gruppo perde il 16,7% a ottobre, l’11% da inizio anno. A mettere nero su bianco la strategia del Lingotto è Pietro Gorlier, responsabile Emea per Fca, che parla della volontà del Gruppo di «privilegiare la qualità delle vendite» e sottolinea «segnali di crescita significativi nei canali più remunerativi, quali vendite ai privati, flotte e noleggio a lungo termine, mentre diminuiscono significativamente i volumi sui canali di vendita meno remunerativi».
L’ultimo nuovo modello, la 500X, passata insieme alla 500S e alla 500L attraverso diversi restyling, risale comunque al 2014. Nel frattempo ha tenuto banco la Fiat Panda, che anche il mese scorso si è confermata l’auto più venduta in Italia. Delle due famiglie di citycar del Lingotto, la 500 è riuscita ad ampliare la gamma con tre modelli, evoluzione di fatto mai avviata con la Panda, in auge dal 1980 e arrivata a poco più di dodici mesi dal traguardo dei 40 anni suonati. L’uscita di scena della Punto, la cui produzione si è interrotta a luglio scorso, non sarà compensata, nei volumi di vendita, dalla Tipo, rimessa in produzione a partire dal 2015, anche perché si tratta di due famiglie di vetture completamente diverse. In linea generale, il Lingotto paga il ridimensionamento dell’interesse verso il comparto delle utilitarie. In tutto questo, la gamma Alfa Romeo, rimasta di fatto incompleta, non ha aiutato a tenere i volumi in Italia dove la quota di mercato è passata dal 26 al 23,4% nel mese ed è scesa di oltre due punti (26,4) da gennaio. La Mito, la “piccola” di casa Alfa Romeo, realizzata fino a un paio di mesi fa a Mirafiori, è fuori produzione. La stessa Lancia Ypsilon, rimasta ai margini delle politiche industriali del Gruppo, è ancora in cima alle classifiche di vendita in Italia. Difficile pensare che in futuro i volumi oggi occupati con il brand Lancia possano reggere a lungo.