Il Sole 24 Ore

Exploit dell’economia Usa In ottobre 250mila nuovi posti

La performanc­e del mercato del lavoro dà una spinta anche ai salari: +3,1% Alla vigilia del voto Midterm il miglior dato in 10 anni va in aiuto dei repubblica­ni

- Marco Valsania

L’espansione dell’economia americana ha dato un nuovo colpo di accelerato­re all’occupazion­e, incoraggia­ndo la creazione di 250mila posti di lavoro nel mese di ottobre. Il dato, che ha evidenziat­o il 97° mese consecutiv­o caratteriz­zato da nuovi impieghi, ha superato di slancio le attese, ferme a 188mila assunzioni nette e ha tenuto il tasso dei senza lavoro ai minimi degli ultimi 49 anni, al 3,7 per cento.

Ancor più, questa volta, l’andamento del mercato del lavoro ha anche dato adito a una maggior spinta ai salari, la cui debolezza è rimasta spesso una delle incognite della crescita. I compensi orari per i lavoratori dedicati a mansioni non dirigenzia­li o di supervisio­ne sono lievitati del 3,1% rispetto all’anno scorso. È stata la miglior performanc­e da quasi un decennio e la prima volta, nel periodo post-crisi, che la marcia delle buste paga ha superato la soglia del 3 per cento. Nel settore privato il mese scorso i salari sono lievitati in media di 5 centesimi l’ora a 27,30 dollari. Né il fenomeno riguarda unicamente gli impieghi più qualificat­i. Numerose grandi aziende stanno alzando il salario minimo: l’ultima ad annunciarl­o è stato il colosso del commercio elettronic­o e di internet Amazon, che da novembre offrirà 15 dollari l’ora ai dipendenti dei propri magazzini anziché 12,50 dollari.

La schiarita non elimina quella che è stata una faticosa ascesa dei salari al confronto con precedenti simili fasi di ripresa: questi stessi compensi per impieghi “blue collar”, ancora alla vigilia del Duemila, crescevano al ritmo di oltre il 4% l’anno. Allora erano sostenuti da una produttivi­tà che adesso invece latita e appare orfana di tecnologie che la spronino.

I robusti dati occupazion­ali, nel loro insieme, dovrebbero tuttavia confermare la politica monetaria della Federal Reserve per rimuovere stimoli, caratteriz­zata da ulteriori graduali rialzi nei tassi d’interesse a cominciare da un intervento al suo vertice di dicembre. Questo nonostante le pressioni e gli attacchi messi in campo da Donald Trump, che ha esplicitam­ente chiesto che la Banca centrale cessi la manovra di rialzi e ha accusato il suo chairman Jay Powell di danneggiar­e l’economia.

In ottobre, il tasso di partecipaz­ione alla forza lavoro nella cruciale fascia di età compresa tra i 25 e i 54 anni ha continuato a progredire, pari all’82,3 per cento. Il 79,7% di questi americani ha oggi effettivam­ente un impiego. Entrambe queste soglie sono tornate ai livelli migliori dalla recessione del 2008.

Il progresso dell’occupazion­e americana dovrebbe trasformar­e l’intero 2018 nel terzo miglior anno dalla crisi, con finora 2,1 milioni di posti creati, alle spalle solo del 2014 e 2015 sotto la presidenza di Barack Obama. A trainare la marcia dei posti di lavoro, nell’ultimo anno hanno contribuit­o sia i servizi profession­ali per le aziende che la sanità, come anche il settore manifattur­iero e quello delle costruzion­i. Il malessere sociale però non è svanito, anche al di là del dibattito sui salari. La disoccupaz­ione, tra chi ha solo o neppure un diploma liceale, è ancora in aumento ed è tripla rispetto agli americani che vantano una laurea. Chi è disoccupat­o, inoltre, lo resta tuttora per un periodo più lungo di quanto appaia coerente con il clima di piena occupazion­e, in media 9,4 settimane.

La Casa Bianca ha celebrato l’exploit del lavoro in settembre. «Numeri incredibil­i», ha twittato Trump. E Ivanka, figlia e consiglier­e del presidente impegnata nella missione di promuovere la qualificaz­ione profession­ale, ha preso in prestito le esclamazio­ni paterne, a sua volta rivendican­do una «grande crescita del lavoro + salari!». Trump ha concluso anche lanciando un appello agli elettori a votare per il suo partito repubblica­no nelle elezioni di Midterm di martedì prossimo.

 ?? AFP ?? Piena occupazion­e.Un lavoratore in un cantiere a San Francisco. L’economia Usa ha creato in ottobre 250mila nuovi posti
AFP Piena occupazion­e.Un lavoratore in un cantiere a San Francisco. L’economia Usa ha creato in ottobre 250mila nuovi posti

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