La Lega Anseatica: l’Esm controlli i conti pubblici
Un documento dei Paesi virtuosi per rafforzare il monitoraggio sugli Stati
Rendere più difficile l’aiuto agli Stati. Questo chiedono i Paesi della “Nuova Lega anseatica”: il gruppo di Stati paladini del rigore fiscale presenterà venerdì - in vista dell’Eurogruppo di lunedì - un documento nel quale si propone che le verifiche sui budget vengano effettuate anche dall’Esm, il Fondo salvastati, e non soltanto dalla Commissione Ue.
L’anticipazione è stata data dal Financial Times. Il gruppo di Paesi - Svezia, Danimarca, Finlandia, Olanda, Lettonia, Lituania, Estoniaal quale si sono aggiunti la Slovacchia e la Repubblica Ceca (la cui Camera bassa proprio ieri ha approvato, ultimo tra i Paesi Ue, il fiscal compact) non vuole ridurre i poteri della Commissione, passaggio che richiederebbe una revisione dei trattati difficilmente sostenibile.
La proposta è infatti più sottile nelle sue articolazioni giuridiche e formali. L’idea di fondo è che l’Esm, per poter svolgere la sua sia pure eventuale - funzione, deve poter dare un giudizio approfondito delle manovre fiscali e della situazione dei conti pubblici dei Paesi membri. Questo giudizio dovrebbe essere preventivo. «Una parte cruciale del ruolo dell’Esm spiega il documento - è l’identificazione precoce di rischi, vulnerabilità e piani di emergenza» (contingency planning nell’originale, ndr). Laddove sussistano dubbi sulla capacità di rimborso i prestiti dovrebbero essere concessi soltanto dopo che lo Stato «abbia preso misure per migliorare la sostenibilità del debito in cooperazione con gli attuali creditori». In questo modo, di fatto, si eviterebbero ulteriormente forme di moral hazard, di opportunismo: alcune condizioni per il salvataggio, in base a questa proposta, devono essere rispettate prima della concessione degli aiuti. «Dare all’Esm poteri di monitoraggio dovrebbe aiutare a prendere decisioni informate in situazioni di crisi. C’è un’ampia intesa e un ampio accordo anche al di fuori del nostro gruppo per dare più strumenti» al Fondo salvastati, ha detto il ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra.
Il documento ha probabilmente la funzione di riequilibrare la bilancia dei poteri europei a favore di una posizione più rigorosa sui conti pubblici. È evidentemente una risposta indiretta al governo italiano, che su questo tema appare sempre più isolato: il documento non a caso ribadisce che l’intervento dei contribuenti (europei, evidentemente) deve essere considerato comunque l’ultima spiaggia. Un altro obiettivo polemico del gruppo - e questo aspetto era già evidente nell’atto stesso della nascita del gruppo della Nuova Lega anseatica - è però l’intesa tra Emmanuel Macron e Angela Merkel che, sia pure con accenti diversi, intendono - o forse intendevano, viste le difficoltà della Cancelliera tedesca - dare più poteri agli organismi politici dell’Unione. Una valutazione tecnica da parte di un organismo ufficiale - per altro consigliata a tutti i Paesi, e proprio per questo motivo, dall’Ocse ormai da qualche anno - non costituirebbe un vincolo giuridico, ma sicuramente peserebbe anche nella valutazione politica delle manovre fiscali da parte di Bruxelles.