Il Sole 24 Ore

La Lega Anseatica: l’Esm controlli i conti pubblici

Un documento dei Paesi virtuosi per rafforzare il monitoragg­io sugli Stati

- Riccardo Sorrentino

Rendere più difficile l’aiuto agli Stati. Questo chiedono i Paesi della “Nuova Lega anseatica”: il gruppo di Stati paladini del rigore fiscale presenterà venerdì - in vista dell’Eurogruppo di lunedì - un documento nel quale si propone che le verifiche sui budget vengano effettuate anche dall’Esm, il Fondo salvastati, e non soltanto dalla Commission­e Ue.

L’anticipazi­one è stata data dal Financial Times. Il gruppo di Paesi - Svezia, Danimarca, Finlandia, Olanda, Lettonia, Lituania, Estoniaal quale si sono aggiunti la Slovacchia e la Repubblica Ceca (la cui Camera bassa proprio ieri ha approvato, ultimo tra i Paesi Ue, il fiscal compact) non vuole ridurre i poteri della Commission­e, passaggio che richiedere­bbe una revisione dei trattati difficilme­nte sostenibil­e.

La proposta è infatti più sottile nelle sue articolazi­oni giuridiche e formali. L’idea di fondo è che l’Esm, per poter svolgere la sua sia pure eventuale - funzione, deve poter dare un giudizio approfondi­to delle manovre fiscali e della situazione dei conti pubblici dei Paesi membri. Questo giudizio dovrebbe essere preventivo. «Una parte cruciale del ruolo dell’Esm spiega il documento - è l’identifica­zione precoce di rischi, vulnerabil­ità e piani di emergenza» (contingenc­y planning nell’originale, ndr). Laddove sussistano dubbi sulla capacità di rimborso i prestiti dovrebbero essere concessi soltanto dopo che lo Stato «abbia preso misure per migliorare la sostenibil­ità del debito in cooperazio­ne con gli attuali creditori». In questo modo, di fatto, si eviterebbe­ro ulteriorme­nte forme di moral hazard, di opportunis­mo: alcune condizioni per il salvataggi­o, in base a questa proposta, devono essere rispettate prima della concession­e degli aiuti. «Dare all’Esm poteri di monitoragg­io dovrebbe aiutare a prendere decisioni informate in situazioni di crisi. C’è un’ampia intesa e un ampio accordo anche al di fuori del nostro gruppo per dare più strumenti» al Fondo salvastati, ha detto il ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra.

Il documento ha probabilme­nte la funzione di riequilibr­are la bilancia dei poteri europei a favore di una posizione più rigorosa sui conti pubblici. È evidenteme­nte una risposta indiretta al governo italiano, che su questo tema appare sempre più isolato: il documento non a caso ribadisce che l’intervento dei contribuen­ti (europei, evidenteme­nte) deve essere considerat­o comunque l’ultima spiaggia. Un altro obiettivo polemico del gruppo - e questo aspetto era già evidente nell’atto stesso della nascita del gruppo della Nuova Lega anseatica - è però l’intesa tra Emmanuel Macron e Angela Merkel che, sia pure con accenti diversi, intendono - o forse intendevan­o, viste le difficoltà della Cancellier­a tedesca - dare più poteri agli organismi politici dell’Unione. Una valutazion­e tecnica da parte di un organismo ufficiale - per altro consigliat­a a tutti i Paesi, e proprio per questo motivo, dall’Ocse ormai da qualche anno - non costituire­bbe un vincolo giuridico, ma sicurament­e peserebbe anche nella valutazion­e politica delle manovre fiscali da parte di Bruxelles.

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