No all’estradizione se manca la prova dello spaccio
Stop all’estradizione dello straniero trovato in possesso di canapa indiana, se il quantitativo è compatibile con l’uso personale. La Cassazione (sentenza 49940) annulla, senza rinvio, la sentenza con la quale la Corte d’Appello dava il via libera alla consegna alle autorità moldave, del ricorrente, accusato di far parte di un’associazione internazionale dedita allo spaccio di stupefacenti. I giudici di appello avevano dato l’ok alla consegna senza verificare il requisito della doppia incriminabilità.
Per la Cassazione, in assenza della prova dell’adesione all’organizzazione criminale i soli elementi contro il ricorrente erano quelli raccolti nel corso di due perquisizioni fatte in Moldavia.
Nella stanza d’albergo dell’uomo era stata trovata della droga, ma non era chiaro quante dosi potevano essere da questa ricavate e della cannabis ma senza riferimento alla quantità di principio attivo (Thc). Mentre a casa di un conoscente c’era una piccola coltivazione. Le autorità moldave non avevano mandato le integrazioni richieste. E per la legge italiana, c’era compatibilità con l’uso personale. Basta ad annullare l’estradizione.
Consegna esclusa al Paese estero se la quantità di cannabis risulta coerente con l’uso personale