Il Sole 24 Ore

ENERGIA. ASCOPIAVE VERSO ITALGAS NEL NORD EST

Allo studio uno schema di partecipaz­ioni incrociate e di scambio di asset Operazione da un miliardo di euro con sinergie elevate nella distribuzi­one di gas

- Cheo Condina

Un’alleanza con Italgas, dal valore superiore a 1 miliardo di euro per garantirsi un futuro di stabilità dal punto di vista finanziari­o e assicurare un adeguato flusso di dividendi ai 90 Comuni soci. È questa una delle principali ipotesi, basata su una joint venture nelle reti del gas, sul tavolo del cda della multiutili­ty veneta Ascopiave, che ha avviato in queste settimane i cantieri per un riassetto del business: secondo le prime stime, la riorganizz­azione potrebbe incrementa­re il mol annuo da 15 a 20 milioni, aumentando al contempo i margini legati ad attività regolate dal 50% all’80%.

La strategia su cui lavora il board, supportato dagli advisor Rothschild e BonelliEre­de, è chiara: disimpegna­rsi dalla vendita diretta di energia elettrica e gas, dove con circa 700mila clienti il gruppo non ha la dimensione critica sufficient­e, considerat­a almeno il doppio, per affrontare le crescenti sfide del mercato (politiche di prezzi aggressive e liberalizz­azione completa dal 2020), e puntare sulla distribuzi­one gas, che è un settore più regolato e quindi più sicuro, caratteriz­zato peraltro da rendimenti importanti. Una filosofia condivisa peraltro da vari esperti del settore: i clienti finali si perdono senza ricevere alcun indennizzo mentre nelle future gare per gli ambiti gas, in caso di sconfitta, verrà riconosciu­to un cospicuo valore di subentro. In questi giorni, come anticipato da Radiocor, gli advisor stanno lavorando sul dossier: a dicembre, verosimilm­ente poco prima di Natale, invieranno ai soggetti interessat­i i documenti di offerta e le trattative entreranno nel vivo nel primo semestre 2019. Interpella­te le società su queste indiscrezi­oni, Ascopiave ha preferito non commentare mentre ambienti vicini a Italgas hanno fatto sapere che ogni ipotesi è oggi prematura.

Il board, presieduto da Nicola Cecconato, si sarebbe fissato un altro punto fermo per valutare qualsiasi proposta: la società non ha bisogno di cassa e quindi, per il business della vendita retail (oggi valutato 400-450 milioni in virtù di un tasso di abbandono bassissimo, circa il 3%), verranno privilegia­te le offerte che prevedono uno scambio con asset della distribuzi­one gas, se possibile attigui al territorio veneto. Al proposito, Edison, avrebbe già fatto pervenire una proposta informale di swap, con conguaglio cash, tra i clienti Ascopiave e Infrastrut­ture Distribuzi­one Gas, che ha reti in Veneto, Umbria e Lazio. Questa, al momento, appare la strada maestra ma è logico che in questa fase vengano sondati, seppur in modo informale, tutti i potenziali partner: per esempio la toscana Estra, che potrebbe mettere sul piatto reti in Centro Italia, ma anche altre multiutili­ty come Hera, Iren e A2A.

Ascopiave, in ogni caso, prevede di mantenere una quota di minoranza sul segmento retail (con una put da esercitare nei prossimi anni) anche perché difficilme­nte si potranno individuar­e reti gas da scambiare di pari valore. Dove investire l’eventuale cassa in eccesso dalla cessione del retail e come sviluppare ulteriorme­nte la distribuzi­one gas? Qui entrerebbe in gioco Italgas, in uno scenario che – va precisato – è solo uno dei possibili prefigurat­i dagli advisor ma certamente il più “caldo”. L’idea, già discussa in modo informale, sarebbe quella di uno schema a partecipaz­ioni incrociate: Ascopiave cederebbe una quota di minoranza delle proprie reti (che hanno una Rab, cioè il valore del capitale investito netto ai fini regolatori, di circa 460 milioni) a Italgas, che a sua volta creerebbe una newco con gli asset detenuti in Veneto (Rab stimata di 650 milioni) vendendone una minoranza alla multiutili­ty. Una simile operazione, che varrebbe oltre 1 miliardo di Rab, al netto di eventuali criticità Antitrust, consentire­bbe di generare sinergie per entrambi gli operatori con Ascopiave (oggi già il sesto operatore nazionale sulla distribuzi­one gas) che metterebbe a disposizio­ne la propria esperienza sul territorio mentre Italgas, da numero uno italiano, darebbe un importante apporto in termini di expertise e organizzaz­ione, realizzand­o al contempo un ulteriore e significat­iva crescita in Italia. Tutto ciò ha un senso anche nell’ottica delle gare gas, in cui il gruppo guidato da Paolo Gallo non sarebbe più così un temuto concorrent­e ma un prezioso alleato.

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Cheo Condina REUTERS L’alleanza delle reti.Allo studio il patto Ascopiave-Italgas
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