Il Sole 24 Ore

Trump gioca il jolly per rilanciare i mercati

Dopo l’euforia dei tagli fiscali e l’ottobre difficile Occupazion­e boom

- Attilio Geroni

Come compiacere i mercati? Se l’economia - come quella americana - cresce oltre il 3% e ha raggiunto la piena occupazion­e, dovrebbe essere facile. Invece non è scontato, anche di fronte alla creazione in ottobre di 250mila nuovi posti di lavoro e all’aumento più consistent­e dei salari nell’ultimo decennio. In questa fase le Borse vogliono sentirsi dire da Donald Trump, come è accaduto giovedì con la telefonata a Xi Jinping e in parte ieri, che nella guerra commercial­e con Pechino gli Stati Uniti non andranno fino in fondo. Un modo per scrollarsi di dosso l’”ottobre nero”, il peggior mese vissuto da Wall Street dai tempi della Grande Crisi del 2008, in vista del voto cruciale di Midterm, martedì 6 novembre.

Dopo la sfiducia in campagna elettorale, la luna di miele di quasi due anni di presidenza, come sarà il terzo tempo di Donald con i mercati?

Molti analisti la bollano come una «mossa» in vista delle elezioni di Midterm. Una potenziale fake news, prima alimentata e poi smentita dai funzionari della Casa Bianca. E infine di nuovo rilanciata da Donald Trump in persona: secondo Bloomberg, che cita fonti governativ­e, il presidente sarebbe pronto all’“armistizio” con la Cina e avrebbe ordinato di preparare una bozza di accordo. Vorrebbe consegnarl­a al capo di Stato cinese, Xi Jinping, a Buenos Aires, quando lo incontrerà a margine del G20 di fine mese.

Nel corso della giornata, l’ipotesi è stata smontata dal consiglier­e economico della Casa Bianca, Larry Kudlow: «Non stiamo preparando nulla di particolar­e per il G20, non sono ottimista come in passato». A conferma delle divisioni tra gli uomini di Trump, ci sarebbe il malumore espresso ai propri collaborat­ori dal rappresent­ante al Commercio, Robert Lighthizer, contrario all’idea di un’intesa in Argentina. Ma in serata, Trump ha ribadito: sono stati fatti «grandi progressi, l’accordo si farà e sarà molto equo per tutti».

Il bilancio è quello dell’ennesima giornata di caos in una Casa Bianca in fibrillazi­one per la prova elettorale di martedì, nella quale i Repubblica­ni si giocano il Congresso. Caos che si è riversato su Wall Street. In mattinata, i mercati hanno dato credito all’indiscrezi­one, con scambi in rialzo. Dopo i pesanti cali di ottobre, un rimbalzo alla vigilia del voto sarebbe proprio l’effetto voluto da Trump, secondo i più maliziosi. Poi, i cattivi dati di Apple e la smentita di Kudlow hanno mangiato i guadagni iniziali, nonostante le buone notizie sull’occupazion­e.

L’ipotesi di un accordo con Pechino è emersa giovedì, dopo la telefonata di Trump a Xi. Il primo contatto diretto di cui sia stata data notizia in sei mesi. E una netta inversione di rotta rispetto alla recente escalation retorica della Casa Bianca, che, con il vicepresid­ente Mike Pence, è arrivata ad accusare la Cina di manometter­e il voto di Midterm, con scenari da Guerra Fredda.

Anche per questo, l’ipotesi di armistizio lascia scettico Michael Every, di Rabobank a Hong Kong: «Non la bevo. Mi sembra una trovata per assicurars­i un rialzo di Borsa fino alle elezioni». Sulla stessa linea, l’economista George Magnus: «Sarò cinico, ma Trump recita» in vista delle elezioni, per «creare brusio nei mercati». «Una svolta in tempi brevi è molto improbabil­e», dice Gene Frieda, di Pimco. Mentre per Tuuli McCully, di Scotiabank a Singapore, la notizia «è incoraggia­nte».

Uno dei fronti più delicati tra Washington e Pechino è l’accusa di «furto» di segreti industrial­i Usa da parte delle aziende cinesi. Giovedì, il dipartimen­to di Giustizia americano ha accusato la società di Stato cinese Fujian Jinhua Integrated Circuit e la taiwanese United Microelect­ronics di spionaggio economico ai danni di Micron Technology. Quanto al deficit nello scambio di beni con la Cina, nei primi 9 mesi del 2018 era già oltre quota 300 miliardi di dollari, contro i 274 dello stesso periodo del 2017, secondo dati diffusi ieri dal ministero del Commercio Usa.

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