Luce e architettura così c’è armonia
Per valorizzare le caratteristiche dell’abitazione e degli arredi è fondamentale l’integrazione di sorgenti naturali e artificiali: i consigli di tre lighting designer. I Led moltiplicano le possibilità d’intervento
Come per la ricetta di una buona torta, in cui lo zucchero non si mette alla fine ma deve essere amalgamato nell’impasto durante la preparazione, così un progetto di illuminazione, per ottenere un buon risultato, deve armonizzarsi con il progetto complessivo, integrandosi con l’architettura e con l’interior design dello spazio in questione. Con una metafora culinaria Filippo Cannata, lighting designer con studio a Benevento e lavori in tutto il mondo, introduce la prima regola che bisognerebbe seguire quando si vuole usare la luce non soltanto per illuminare la propria casa – tema ancora più attuale ora che andiamo verso l’inverno – ma anche per valorizzarla, dando carattere e personalità agli ambienti, agli arredi e agli oggetti che la compongono.
Prima di tutto, è consigliabile rivolgersi a un professionista della luce, possibilmente nello stesso momento in cui, nel costruire o ristrutturare casa, ci si rivolge a un architetto e a un interior designer. «Spesso siamo chiamati troppo tardi – dice invece Cannata – a intervenire su qualcosa che già c’è, il che costringe talora a spostamenti traumatici, oppure a rinunciare alla possibilità di ottenere certi effetti».
Un buon progetto deve tenere presente in quale luogo sorge la casa (campagna o città, mare o montagna), a quale latitudine e quali sono i colori dominanti dell’ambiente circostante (mediterranei e caldi o nordici e freddi), ma anche il modo e l’intensità con cui la luce naturale entra nell’abitazione, ad esempio diretta oppure filtrata da alberi o tende, se e come si riflette sui muri o sugli oggetti. La luce naturale è quella che offre il maggior benessere possibile alle persone, perciò va sfruttata e gestita al meglio in ogni progetto di luce. La luce artificiale, in sintesi, deve dialogare con quella naturale.
«Un progetto di illuminazione si fonda su aspetti molto tecnici, eppure il primo approccio delle persone con la luce non è tecnico, ma emotivo, come per l’arte», fa notare Guido Bianchi, cofondatore con Nicoletta Rossi dello studio Rossi Bianchi Lighting Design. Per questo, «prima ancora di pensare a quali apparecchi illuminanti utilizzare, dobbiamo pensare a quali effetti di luce vogliamo creare, tenendo in considerazione anche gli elementi architettonici di un’abitazione, gli arredi, le tende e i tessuti. Fondamentale, ad esempio,
In basso,
In alto,
è l’illuminazione delle pareti e la scelta delle zone d’ombra».
Come in una grande orchestra che comprende luce naturale, architettura e oggetti, il lighting designer è il direttore che armonizza tutti questi strumenti e crea la sinfonia di luce, in modo non invasivo ma integrato con tutto il contesto. A volte, suggerisce Bianchi, si può ricorrere anche in casa ad apparecchi ideati per spazi pubblici o commerciali (ad esempio le strisce di Led o elementi molto tecnici) in un mix di funzionalità ed estetica che risulta utile soprattutto nelle dimore più esclusive e spaziose.
Integrare la luce nell’architettura della casa è l’aspetto fondamentale di un progetto anche secondo Marinella Patetta, titolare con Claudio Valènt dello studio Metis Lighting: «Un principio importante è cercare di creare scenari diversi all’interno dell’abitazione, a seconda degli ambienti e degli orari – afferma Patetta –. Le nuove tecnologie aiutano in questo, ma anche il ricorso ad arredi con luci integrate al proprio interno». In camera da letto, ad esempio, è importante gestire quel momento magico che si ripete due volte al giorno, all’alba e al tramonto, in cui si passa dal buio alla luce e viceversa. Il passaggio deve avvenire in modo morbido, graduale, senza traumi. In cucina, occorre invece integrare con sapienza la luce tecnica, bianca e intensa, necessaria per cucinare, con una luce più tenue e accogliente per accompagnare i pasti. Nella sala da bagno, la luce deve accoglierci e avvolgerci, al mattino prima di affrontare la giornata, e la sera per ripagarci di tutte le tensioni accumulate.
Infine, dehors, terrazzi e giardini sono la sfida più interessante per i lighting designer: «Sono scenografia allo stato puro – osserva Cannata – in cui si alternano il giorno e la notte e le quattro stagioni». Qui l’interazione dei corpi non è più con le pareti, ma «con il cielo, la natura e il buio della notte – dice Bianchi – e l’obiettivo è creare una continuità tra interno ed esterno». Anche in questo caso la svolta, per i progettisti, è arrivata con le possibilità messe a disposizione dai Led.