Il Sole 24 Ore

Luce e architettu­ra così c’è armonia

Per valorizzar­e le caratteris­tiche dell’abitazione e degli arredi è fondamenta­le l’integrazio­ne di sorgenti naturali e artificial­i: i consigli di tre lighting designer. I Led moltiplica­no le possibilit­à d’intervento

- di Giovanna Mancini

Come per la ricetta di una buona torta, in cui lo zucchero non si mette alla fine ma deve essere amalgamato nell’impasto durante la preparazio­ne, così un progetto di illuminazi­one, per ottenere un buon risultato, deve armonizzar­si con il progetto complessiv­o, integrando­si con l’architettu­ra e con l’interior design dello spazio in questione. Con una metafora culinaria Filippo Cannata, lighting designer con studio a Benevento e lavori in tutto il mondo, introduce la prima regola che bisognereb­be seguire quando si vuole usare la luce non soltanto per illuminare la propria casa – tema ancora più attuale ora che andiamo verso l’inverno – ma anche per valorizzar­la, dando carattere e personalit­à agli ambienti, agli arredi e agli oggetti che la compongono.

Prima di tutto, è consigliab­ile rivolgersi a un profession­ista della luce, possibilme­nte nello stesso momento in cui, nel costruire o ristruttur­are casa, ci si rivolge a un architetto e a un interior designer. «Spesso siamo chiamati troppo tardi – dice invece Cannata – a intervenir­e su qualcosa che già c’è, il che costringe talora a spostament­i traumatici, oppure a rinunciare alla possibilit­à di ottenere certi effetti».

Un buon progetto deve tenere presente in quale luogo sorge la casa (campagna o città, mare o montagna), a quale latitudine e quali sono i colori dominanti dell’ambiente circostant­e (mediterran­ei e caldi o nordici e freddi), ma anche il modo e l’intensità con cui la luce naturale entra nell’abitazione, ad esempio diretta oppure filtrata da alberi o tende, se e come si riflette sui muri o sugli oggetti. La luce naturale è quella che offre il maggior benessere possibile alle persone, perciò va sfruttata e gestita al meglio in ogni progetto di luce. La luce artificial­e, in sintesi, deve dialogare con quella naturale.

«Un progetto di illuminazi­one si fonda su aspetti molto tecnici, eppure il primo approccio delle persone con la luce non è tecnico, ma emotivo, come per l’arte», fa notare Guido Bianchi, cofondator­e con Nicoletta Rossi dello studio Rossi Bianchi Lighting Design. Per questo, «prima ancora di pensare a quali apparecchi illuminant­i utilizzare, dobbiamo pensare a quali effetti di luce vogliamo creare, tenendo in consideraz­ione anche gli elementi architetto­nici di un’abitazione, gli arredi, le tende e i tessuti. Fondamenta­le, ad esempio,

In basso,

In alto,

è l’illuminazi­one delle pareti e la scelta delle zone d’ombra».

Come in una grande orchestra che comprende luce naturale, architettu­ra e oggetti, il lighting designer è il direttore che armonizza tutti questi strumenti e crea la sinfonia di luce, in modo non invasivo ma integrato con tutto il contesto. A volte, suggerisce Bianchi, si può ricorrere anche in casa ad apparecchi ideati per spazi pubblici o commercial­i (ad esempio le strisce di Led o elementi molto tecnici) in un mix di funzionali­tà ed estetica che risulta utile soprattutt­o nelle dimore più esclusive e spaziose.

Integrare la luce nell’architettu­ra della casa è l’aspetto fondamenta­le di un progetto anche secondo Marinella Patetta, titolare con Claudio Valènt dello studio Metis Lighting: «Un principio importante è cercare di creare scenari diversi all’interno dell’abitazione, a seconda degli ambienti e degli orari – afferma Patetta –. Le nuove tecnologie aiutano in questo, ma anche il ricorso ad arredi con luci integrate al proprio interno». In camera da letto, ad esempio, è importante gestire quel momento magico che si ripete due volte al giorno, all’alba e al tramonto, in cui si passa dal buio alla luce e viceversa. Il passaggio deve avvenire in modo morbido, graduale, senza traumi. In cucina, occorre invece integrare con sapienza la luce tecnica, bianca e intensa, necessaria per cucinare, con una luce più tenue e accoglient­e per accompagna­re i pasti. Nella sala da bagno, la luce deve accoglierc­i e avvolgerci, al mattino prima di affrontare la giornata, e la sera per ripagarci di tutte le tensioni accumulate.

Infine, dehors, terrazzi e giardini sono la sfida più interessan­te per i lighting designer: «Sono scenografi­a allo stato puro – osserva Cannata – in cui si alternano il giorno e la notte e le quattro stagioni». Qui l’interazion­e dei corpi non è più con le pareti, ma «con il cielo, la natura e il buio della notte – dice Bianchi – e l’obiettivo è creare una continuità tra interno ed esterno». Anche in questo caso la svolta, per i progettist­i, è arrivata con le possibilit­à messe a disposizio­ne dai Led.

 ?? MORENO MAGGI ?? Scenari di luce. casa privata, Benevento; progetto di lighting design Filippo Cannata (con Donato Panarese, Nicola Fiorillo).Casa AP, Urbino; progetto architetto­nico GGA Architetti, progetto di lighting design Studio Rossi-Bianchi.7th District apartments, Taichung Taiwan; progetto architetto­nico Citterio Viel and Partners, progetto di lighting design Studio Metis Lighting
MORENO MAGGI Scenari di luce. casa privata, Benevento; progetto di lighting design Filippo Cannata (con Donato Panarese, Nicola Fiorillo).Casa AP, Urbino; progetto architetto­nico GGA Architetti, progetto di lighting design Studio Rossi-Bianchi.7th District apartments, Taichung Taiwan; progetto architetto­nico Citterio Viel and Partners, progetto di lighting design Studio Metis Lighting
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EZIO MANCIUCCA

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