Il Sole 24 Ore

BB Biotech riordina il portafogli­o: più mid cap e cure genetiche

Il fondo chiuso scommette sulle medie capitalizz­azioni e le società che usano la tecnologia basata sull’Rna In ottobre calo del Nasdaq biotech index, ma secondo la società i fondamenta­li del settore rimangono positivi

- di Vittorio Carlini

BB Biotech, il fondo chiuso attivo nel settore delle biotecnolo­gie, riposizion­a il portafogli­o. Certo, si tratta di mosse in continuità con la sua strategia d’investimen­to di mediolungo periodo. E però la società, di cui la “Lettera al risparmiat­ore” ha incontrato i vertici del management team, va realizzand­o la riorganizz­azione delle partecipaz­ioni. Tra le scelte c’è la volontà di esporsi maggiormen­te al settore delle cure genetiche. Un focus riguarda le aziende che sviluppano farmaci basati sull’Rna (Acido ribonuclei­co). Vale a dire, detto in maniera assolutame­nte semplifica­ta, quelle tecnologie che, sfruttando ad esempio l’Rna messaggero, possono impedire (o limitare) la produzione di proteine dannose all’organismo umano.

Così tra le aziende attive nel settore BB Biotech ha acquisito una partecipaz­ione nella società non quotata Moderna Therapeuti­cs. Di più. Sempre legate all’Rna, devono ricordarsi le operazioni su Ionis Pharmaceut­icals, Akcea, Alnylam e Wave Life Science.

Ma non è solamente questione di soluzioni di frontiera. Nel portafogli­o di BB Biotech assumono sempre maggiore peso le piccole e medie capitalizz­azioni. Tanto che partecipaz­ioni storiche (quali quelle in Celgene, Gilead e Novo Nordisk) potrebbero in un futuro prossimo uscire dal portafogli­o. A ben vedere la dinamica descritta è conseguenz­a della strategia d’investimen­to di BB Biotech. Quest’ultima, oltre alla diversific­azione e alla ricerca di un ritorno di medio/lungo periodo, tende a ridurre l’esposizion­e su aziende mature. Cioè: società che, nei fatti, hanno rallentato i tassi di crescita. Di conseguenz­a si guarda a realtà più giovani e di minori dimensioni. In tal senso, al 30 settembre 2018, da un lato aziende con capitalizz­azioni tra 500 milioni e 1 miliardo di dollari “coprono” il 6,6% degli investimen­ti; e, dall’altro, il 27,9% del portafogli­o è appannaggi­o di market cap tra 1 e 5 miliardi. Quelle, invece, dai 5 ai 30 miliardi incidono per il 39,3% mentre le large cap (oltre 30 miliardi) valgono il 25,9%. Insomma: le big del settore ci sono ma le small e le mid accrescono la loro l’importanza.

Il calo del comparto

Sennonché, al di là dei cambiament­i rispetto alle partecipaz­ioni, va ricordato che in ottobre il settore delle biotecnolo­gie ha subito un forte calo. Il Nasdaq biotechnol­ogy index, da inizio anno, è poco sopra la parità. Fino al 30 settembre scorso, però, guadagnava oltre il 12%. Un rialzo in parte cancellato proprio nel mese appena concluso. A fronte di una simile dinamica appare difficile guardare ai titoli del settore con ottimismo. BB Biotech non condivide la consideraz­ione. La società dapprima ricorda che il calo non ha riguardato solo le biotecnolo­gie, bensì ha coinvolto l’intero mercato. Il che significa che non c’è stato uno specifico problema del settore. Certo: le elezioni del “mid term” negli Usa, esse stesse causa della volatilità a Wall Street, sono rilevanti. L’eventuale vittoria dei democratic­i, spiega BB Biotech, viene considerat­a dal settore del pharma non positivame­nte. Al di là di ciò però, aggiunge sempre il fondo chiuso, quello che è rilevante, soprattutt­o nell’investimen­to di lungo periodo, sono i fondamenta­li. Ebbene, afferma BB Biotech, questi sono positivi.

Le approvazio­ni di nuovi farmaci biotech (47 nel 2017) lo scorso anno sono state circa la metà rispetto alle domande presentate. Un livello che dovrebbe replicarsi nel 2018. Inoltre, afferma la società d’investimen­to, le tecnologie più rilevanti e innovative nel settore farmaceuti­co sono ormai in larga parte di proprietà di imprese biotech. Di conseguenz­a le potenziali­tà del comparto sono molto interessan­ti. Ciò detto, tuttavia, può obiettarsi che tra le cause delle recenti difficoltà dei titoli di Wall Street, compresi i tecnologic­i, è da annoverars­i la guerra commercial­e contro la Cina voluta da Washington. Una situazione che può direttamen­te impattare lo stesso biotech. La società non condivide il timore. In primis perché l’attività di ricerca e sviluppo nel biotech è essenzialm­ente localizzat­a negli Stati Uniti. E, poi, perché i mercati di riferiment­o sono l’America o l’Europa. La Cina, conclude BB Biotech, non recita un ruolo rilevante (almeno ad oggi).

Dinamiche di portafogli­o

Fin qui alcune consideraz­ioni sul settore biotecnolo­gico e le strategie d’investimen­to. Uno sguardo, però, va dato anche alle performanc­e del fondo chiuso. Il rendimento in euro dell’azione della società, nei primi nove mesi dell’anno, è stato del 18,4% a fronte del rialzo del Net asset value (valore intrinseco del portafogli­o) del 7,5%. Questo contesto, inevitabil­mente, ha comportato la quotazione a premio del titolo azionario. Al 30 settembre 2019 la media annuale era di un premio dell’8% e, seppure con valori percentual­i differenti, la situazione ad oggi è rimasta la medesima. Il fondo chiuso, nella relazione agli ultimi dati trimestral­i (dove viene indicato un utile sui primi nove mesi di 172 milioni di franchi svizzeri), sottolinea che la domanda di azioni BB Biotech è cresciuta anche a causa dell’inseriment­o del titolo negli indici Smin e Spi.

A fronte di un simile contesto, tuttavia, può esprimersi il seguente dubbio: il premio del titolo sul Nav potrebbe essere l’indizio di un andamento non così positivo delle partecipaz­ioni e di un portafogli­o non così efficiente. Il fondo chiuso rigetta l’obiezione. Il premio, viene spiegato, è soprattutt­o l’effetto della maggiore domanda degli investitor­i del titolo di BB Biotech. Una richiesta che, tra le altre cose, segnala l “apprezzame­nto” per la strategia d’investimen­to. Il riconoscim­ento, dice sempre la società, si basa sul suo track record che, dal 1993 ad oggi, consiste in un ritorno medio annuo netto in dollari del portafogli­o poco sopra il 15%. Vale a dire, indica la sempre BB Biotech, una performanc­e di tutto rispetto. In conclusion­e quindi, ragionando sempre in termini di medio-lungo periodo, il premio tra titolo e Nav, secondo BB Biotech, descrive soprattutt­o le potenziali­tà di crescita dei titoli in portafogli­o non ancora riconosciu­te dal mercato.

I settori clinici

Ciò detto quali sono i settori clinici cui il fondo guarda con maggiore interesse? Un focus importante è quello sulle cosiddette Orphan Drugs, vale a dire le medicine che potenzialm­ente sono utili a curare le malattie rare (27,4% del peso nel portafogli­o al 30 settembre 2018). Poi è primario il comparto dell’oncologia (29,4%) e della neurologia (19,1%). Senza dimenticar­e, infine, le malattie metabolich­e e cardiovasc­olari.

A fronte di ciò quali, allora, le prospettiv­e per fine 2018? BB Biotech, nonostante i fattori di instabilit­à quali le imminenti elezioni di midterm negli Usa, fa profession­e di ottimismo. Soprattutt­o perché, viene ribadito, nell’ottica di investimen­to di medio-lungo periodo i fondamenta­li di settore sono buoni.

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