Il Sole 24 Ore

Usa, i Dem ci riprovano ma il voto resta incerto

Si rinnovano la Camera (favoriti i democratic­i) e un terzo del Senato

- Barlaam e Valsania

«Blue wave» o «Red light», titolano i giornali. Avanzerà l’onda blu democratic­a o si accenderà di nuovo la luce rossa dei repubblica­ni al Congresso? A due giorni dal voto di metà mandato negli Usa i sondaggi indicano che i democratic­i prenderann­o il controllo della Camera, e i repubblica­ni manterrann­o la maggioranz­a al Senato. Ma sono ancora molti i seggi dove la sfida resta ancora aperta. Secondo gli esperti ci sono due ulteriori incognite: il voto di giovani e minoranze, con tassi di affluenza molto bassi; e la campagna elettorale condotta dal presidente Trump tutta «contro»: contro i democratic­i, i migranti, i giornali e le tv. E la vittoria dei democratic­i alla Camera viene vista come un fatto positivo da molti nel mondo della finanza: un governo indebolito da un Congresso diviso è l'eventualit­à con meno conseguenz­e per i mercati, sarà più difficile far passare leggi market mover.

Esce da una tabaccheri­a, sigaro in mano, e s’accomoda in un caffé poco lontano. Niente divisa giacca e cravatta, un comodo maglioncin­o sportivo. L’apparenza non inganni: Cliff Asness è il 52enne co-fondatore e cervello di AQR Capital Management, colosso dei fondi d’investimen­to e pioniere dei Quant, gli hedge fund quantitati­vi. Patrimonio personale 3,6 miliardi; asset in gestione 226 miliardi. L’ufficio è a poche centinaia di metri, nei palazzi di vetro oscurato di Greenwich Plaza. Già, Greenwich, la capitale informale dei fondi, in passato cassaforti elettorali repubblica­ne. Non più. Asness si schermisce con un “no comment” sulle combattute elezioni di Midterm, diventate referendum nazionale sulla leadership di Trump. Su Twitter non fa però “hedging”, si sbilancia: conservato­re classico, alfiere del libero mercato, dà voce al disagio sul presidente. A epiteti di Trump contro i critici d’una delle sue ultime uscite - correggere per diktat la Costituzio­ne e negare la cittadinan­za a chi nasce da immigrati illegali «invasori» - risponde: «È terribile quando qualcuno insiste a pronunciar­si su ciò di cui non sa nulla». Agli attacchi di Trump alla Fed e al suo chairman Jay Powell replica terso: «Che sciocchezz­a».

Il disagio di Asness per il populismo aggressivo e ultra-conservato­re è lo stesso che serpeggia nella comunità finanziari­a. Un ripudio di comportame­nti più che di politiche, ma comportame­nti che spesso oggi fanno politica. Un gestore che preferisce l’anonimato riassume la speranza diffusa: che Trump, finita una benvenuta deregulati­on e riforma delle tasse, sia un raro presidente da singolo mandato. I fondi, aggiunge, guarderann­o ai “papabili” democratic­i che emergerann­o in vista del 2020, auspicando personalit­à moderate e popolari alla Joe Biden.

Tanti questa attenzione la presterann­o proprio da Greenwich, cuore della Gold Coast, la costa d’oro del Connecticu­t. Un riferiment­o esplicito al ruolo dell’alta finanza: a mezz’ora da New York, ospita gran parte dei 400 gruppi d’investimen­to dello stato con asset per 750 miliardi stando a Bruce McGuire, direttore della locale Hedge Fund Associatio­n. Per asserire nuova autorevole­zza e indipenden­za, a metà novembre McGuire ha orchestrat­o una “Davos degli hedge” - la tre giorni del Greenwich Economic Forum. Tra decine di partecipan­ti di prestigio, accanto ad Asness, ecco Ray Dalio, una fortuna da 18,1 miliardi e alla guida di Bridgewate­r con 160 miliardi in gestione. Ecco Paul Tudor Jones. Tra le bucoliche strade pullulano anche le ville - e le tenute di altri re Mida: residenti di lusso quali Steven Cohen, di controvers­a fama Sac Capital, inciampata nell’insider trading, e fondatore di Point72. O Stephen Mandel di Lone Pine Capital e Mario Gabelli di Gamco.

Nel 2018 questa “costa d’oro” ha tradito aperta insofferen­za, prima che alle urne, con il voto del suo portafogli­o. Le cifre delle donazioni politiche in due anni si sono ribaltate. L’associazio­ne OpenSecret­s alla categoria hedge evidenzia il 64% dei 28 milioni in contributi individual­i a favore dei democratic­i e il 36% per i repubblica­ni, rispetto a 48 contro 52%. I casi eclatanti di “tradimento” si sono moltiplica­ti: Seth Klarman, gran gestore nel vicino Massachuse­tts e noto contribuen­te conservato­re, stavolta ha puntato tutto sugli ex avversari. Più difficile calcolare la spartizion­e dell’intero tesoro immesso dal settore, oltre 100 milioni, compresi finanziame­nti a campagne tematiche; anche qui però propende per democratic­i e liberal con debite eccezioni, Point72 e Elliot. È un ribaltone che rispecchia la dinamica nei servizi finanziari e immobiliar­i, dove i democratic­i superano i repubblica­ni con il 49,9 contro il 49,8%.

McGuire chiarisce i crescenti limiti del sostegno ai repubblica­ni dell’era Trump. Apprezza «politiche pro-business, quali il taglio delle imposte» e qualche giro di vite nei rapporti con la Cina. Ma inorridisc­e ad «atteggiame­nti» e «intemperan­ze», anzitutto verso la Fed, volte a trasformar­e «il mercato azionario in un plebiscito per la sua presidenza». Chris Marangi, da 16 anni a Gabelli con uffici tra Greenwich e Rye, prevede un esito ecumenico nel Midterm - Camera democratic­a, Senato repubblica­no - ma è innervosit­o da una sgradita volatilità in agguato tra tensioni globali e domestiche che la Casa Bianca incita. E Dalio e Tudor Jones vogliono portare alla ribalta sfide epocali che vanno ben oltre le elezioni di martedì e si scontrano con una politica che appare gretta e inadeguata.

Jones suggerisce «un capitalism­o riformato», citando la crescente sperequazi­one di cui la contea di Fairfield che ospita Greenwich, la più iniqua dello Stato, si fa esempio. Dalio teme «il prossimo rovescio in una fase di polarizzaz­ione sociale e politica simile agli anni 30. Abbiamo crescente populismo nel mondo perché il capitalism­o non sta funzionand­o per molta gente che si sente impotente. Una crisi moltiplich­erà conflitti interni ed esterni». Asness, scegliendo l’ironia, si ispira ai fumetti di Capitan America per auspicare l’avvento d’un “eroe” anti-Trump: «Non vanta poteri speciali, è patriottic­o ma non una caricatura, è scettico e profondo». Un costume che al presidente andrebbe decisament­e largo.

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