Bongiorno: «Prescrizione è una bomba nucleare sul processo»
Il ministro della Pa: la sospensione è una «bomba nucleare sul processo»
Salto di qualità nello scontro tra M5S e Lega sulla prescrizione. Ieri a essere coinvolti sono stati in prima persona due ministri del governo gialloverde. «La sospensione della prescrizione» al primo grado di giudizio «è una bomba nucleare sul processo, sono molto preoccupata», ha detto il ministro della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno (Lega) a SkyTg24. A stretto giro, la replica del titolare della Giustizia, il pentastellato Alfonso Bonafede: «Rispetto e stimo il ministro Bongiorno, ma sulla prescrizione si sbaglia. La bomba atomica che rischia di esplodere è la rabbia dei cittadini di fronte all’impunità».
Tutto questo alla vigilia di un appuntamento delicato: domani ci sarà l’esame di ammissibilità sull’emendamento dei relatori 5Stelle al disegno di legge anticorruzione con il blocco dei termini dopo il giudizio di primo grado. La modifica, a rischio di bocciatura, ha un possibile effetto domino visto che potrebbe trascinare con sé anche l’altra proposta, pure eterogenea rispetto alla materia del disegno di legge, non ancora depositata, sulla stretta nel penale tributario.
Sta di fatto che ieri il dibattito si è concentrato sulla prescrizione e su quanto è scritto in merito sul contratto di governo gialloverde. «Con Bonafede i rapporti sono ottimi» e «credo che sulla prescrizione il governo troverà un accordo», ha aggiunto Giulia Bongiorno, precisando che a suo giudizio «sulla prescrizione serve una riforma. Come è scritto oggi l’emendamento non posso accettarlo. Così come ai tempi di Berlusconi mi sono battuta contro la prescrizione breve, ora sono contraria a quella che è la cancellazione prescrizione. La prescrizione ha un’etica non si può tenere in ostaggio un imputato tutta la vita». Ma non è della stessa opinione Bonafede: «Con la nostra riforma della prescrizione - ha aggiunto - gli unici a dover temere sono i colpevoli. I tempi dei processi saranno brevi grazie agli investimenti di questo governo: lo Stato si deve prendere la responsabilità di rendere giustizia ai cittadini».
Qualche stima sull’impatto che avrebbe la riforma ipotizzata è possibile farla in base agli ultimi dati ufficiali disponibili del ministero della Giustizia, risalenti al 2016 (si veda il Sole24Ore di ieri). Il congelamento del decorso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado avrebbe impedito l’estinzione di 26.926 procedimenti. Tante sono infatti le prescrizioni maturate in appello e in Cassazione. Una quota non certo maggioritaria rispetto al totale che è stato di 145.637, in aumento rispetto alle 126.865 del 2015. Allargando lo sguardo ad anni ancora più risalenti, emerge che le prescrizioni erano 219.146 nel 2004 e sono poi andate costantemente calando fino al minimo del 2012, con 113.057; tuttavia negli ultimi anni il numero è tornato a salire. Per quanto riguarda invece i reati maggiormente soggetti a prescrizione, almeno sul piano puramente quantitativo e non in percentuale, i dati (a campione) sulla fase antecedente il giudizio vede in testa le irregolarità edilizie, l’omesso versamento delle ritenute, la guida sotto effetto dell’alcol o senza patente e le truffe. In dibattimento, davanti al tribunale ordinario, le prescrizioni sono state 31.271 nel 2015 e 31.201 nel 2016.