«APOCALISSE» IN VENETO, DANNI PER OLTRE UN MILIARDO
Dal direttore delle Protezione civile, Angelo Borrelli, l’allarme sul disastro: 100 chilometri di strade da rifare. Piegati dal vento gli impianti per lo sci Caduto il legname di tre anni in Trentino - In arrivo i fondi del Governo Fabbriche e magazzini a
L’ecatombe di alberi. Migliaia di tronchi galleggiano nella diga di Comelico (Belluno)
L’isolamento è su ogni fronte: dalle comunicazioni, con i telefoni fissi e cellulari muti ancora ieri in molte zone del Bellunese, alle 160mila utenze elettriche interrotte (5.800 ancora da ripristinare). Un isolamento anche fisico, con frane e alberi caduti a interrompere le strade e otto frazioni che fino a ieri restavano isolate.
La ricognizione compiuta in elicottero dal presidente del Veneto Luca Zaia con il direttore del Dipartimento della Protezione Civile nazionale Angelo Borrelli ha confermato una montagna messa in ginocchio dalla tempesta: una situazione definita «apocalittica». E «bisogna anche affrontare subito la ripresa delle attività delle fabbriche e del territorio stesso», ha detto Zaia. Non c’è una singola azienda e neppure un distretto in difficoltà: il contesto è ben più ampio - solo di strade un centinaio di chilometri risulta da rifare - con una prima stima che supera il miliardo di euro, e il rischio maggiore è che, se non si interviene subito, ci sia chi decide di abbandonare la montagna.
Il Governatore del Veneto ha lanciato anche un appello ai cittadini ad «evitare il turismo delle disgrazie. Aspettate che si ripristini bene la viabilità e poi cominciate ad andarci per andare a sciare o fare una gita, la montagna si aiuta anche così». In propspettiva, poi, c’è da pensare al turismo natalizio e invernale: «Contiamo di arrivare preparati - spiega Federico Mattioli, presidente industrie del turismo di Confindustria Belluno Dolomiti e socio di DolomitiBus - e a dicembre i collegamenti di Cortina Express partiranno come previsto. Ora per i trasporti il problema sono le strade danneggiate che hanno una capacità di portata limitata: se prima poteva passare un bus da 80 posti, ora ne servono due da 40 e due autisti. Un problema anche per i lavoratori che usano i mezzi pubblici per raggiungere le aziende delle zone industriali come Luxottica». Fra i lavori necessari ci saranno quelli per ripristinare gli impianti a fune dedicati agli sport invernali, piegati dal vento: danni si segnalano a Lavarone e Folgaria, in Trentino.
Nel Bellunese si concentra la produzione dell’occhialeria: a Longarone dove la zona industriale era stata evacuata per il rischio di esondazione del Piave - la De Rig, ha festeggiato da poco i suoi 40 anni. Il cavaliere del lavoro Ennio De Rigo, 78 anni, ricorda bene il 1966: «Allora facevo l’imprenditore edile, l’evento eccezionale era arrivato inaspettato, mentre questa volta le previsioni hanno funzionato. L’acqua aveva fatto grandi danni, ma non c’era stato questo vento». In azienda per alcuni giorni circa la metà dei dipendenti non ha potuto arrivare: «Chi abita nel Feltrino e nel Cadore ha dovuto restare a casa», spiega De Rigo. Anche il Trentino conta i danni: in Valsugana è stato scoperchiato lo stabilimento della Menz & Gasser, che da tre generazioni produce marmellate a Novaledo; in Val di Fiemme La Sportiva ha subito l’allagamento parziale di un magazzino. «I problemi sono stati acuiti dalla mancanza di metano ed elettricità - spiega il presidente di Confindustria Trento Enrico Zobele - e anche nei giorni successivi la produzione era insufficiente: ci attiveremo per chiedere che sia concessa la cassa integrazione alle aziende che hanno dovuto fermarsi». E poi c’è l’ecatombe degli alberi, nella valle degli abeti rossi destinati anche alla produzione di strumenti musicali. «Si calcola un milione e mezzo di metri cubi di legname caduto, che corrisponde a quanto viene segato in tre anni - sottolinea Zobele - Servirà un grande lavoro per accatastare e smistare i tronchi, destinando al taglio i migliori, a legna da ardere o cippato il resto. Ci saranno anche conseguenze inevitabili sui prezzi: vantaggi per i consumatori probabilmente, difficoltà per le aziende a cominciare dalle segherie».
Anche il Friuli VG conta i danni ai boschi: qui l’eccellenza da tutelare sono gli abeti di risonanza di Malborghetto, che l’assessore alla Cultura regionale Tiziana Gibelli vede come un simbolo di resistenza «nel mare di disastri e situazioni drammatiche che hanno ferito il nostro territorio come non accadeva da decenni ».
Fra le aree più colpite c’è la Carnia: «Abbiamo avuto difficoltà nell’approvvigionamento del gasolio che ci serviva per alimentare il gruppo elettrogeno», dice Stefano Petris del prosciuttificio Wolf di Sauris. Un’altra azienda friulana sta lavorando a pieno regime: è la Riel di Tavagnacco, specializzata nella realizzazione di infrastrutture per le telecomunicazioni. Qui i Linemen, un gruppo di una trentina di esperti professionalmente addestrati a operare sui tralicci, anche in situazioni estreme, sono impegnati giorno e notte nel ripristino delle linee elettriche. In serata il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, «molto impressionato e addolorato»ha telefonato al presidente della Regione del Veneto Zaia. E oggi il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ieri ha annunciato un primo stanziamento di 200 milioni per aiutare le popolazioni vittime dei disastri, visiterà le zone colpite.
Un problema per i lavoratori raggiungere le aziende delle zone industriali come Luxottica
MILIONI DI METRI CUBI La quantità del legname caduto. Ci saranno anche conseguenze inevitabili sui prezzi con pesanti ricadute sulle aziende del settore
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