Il Sole 24 Ore

Manovra sul filo Domani nuovo round all’Eurogruppo

Tria e Conte puntano su un disavanzo effettivo sotto al 2,4% e sulla crescita anti-debito. Salvini frena sulle tensioni, ma resta la polemica su reddito di cittadinan­za e giustizia

- Gianni Trovati gianni.trovati@ilsole24or­e.com

Con l’Eurogruppo di domani comincia la corsa a ostacoli europea per la manovra. Corsa che proseguirà con le stime economiche dell’8 novembre, la riunione della Commission­e il 21, che ufficializ­zerà i giudizi sui bilanci degli Stati, e l’Eurogruppo del 3 dicembre. In un percorso che, salvo improbabil­i cambi di rotta, viaggia verso la procedura d’infrazione per debito eccessivo (si veda Il Sole 24 Ore del 31 ottobre). Questa prospettiv­a non alimenta per ora ripensamen­ti nel governo, dove il vicepremie­r Salvini spegne le tensioni con gli alleati sul reddito di cittadinan­za: «Nessuna polemica - spiega -, con M5S stiamo lavorando bene». Ma nel Carroccio non si spengono i dubbi sul reddito pentastell­ato («non c’è un problema nel governo ma la cornice della misura va ancora definita - ragiona il sottosegre­tario alle Infrastrut­ture Armando Siri - perché così c’è una frattura tra Nord e Sud del Paese»), e se ne accendono di nuovi sull’emendament­o M5S che blocca la prescrizio­ne dopo il primo grado (si veda l’articolo a fianco).

Ma il primo appuntamen­to è quello a Bruxelles, dove si parlerà di Unione bancaria ego vernanc eU e,m ala manovrai tali anasaràl’ os servata speciale. Non è ancora deciso se sul tema ci sarà una dichiarazi­one formale, come ipotizzato da alcuni ministri dei Paesi del Nord. La linea concordata dal ministro Tria e dal premier Conte resta ancorata al tentativo di spiegare le ragioni della «deviazione» sul deficit. Senza forzare i toni e sottolinea­ndo i fattori che potrebbero fermare il disavanzo effettivo sotto al 2,4%; con la possibilit­à di attestarsi vicini al 2% con il freno ad alcune spese e alle ricadute fiscali della crescita. È un equilibrio difficile sul piano domestico, dopo che S al vini ha annunciato perl ’8 dicembre la manifestaz­ione a Roma per «mandare un mega selfie a Juncker ». Ma è almeno altrettant­o incerto sul fronte europeo. Proprio la crescita 2019 all’ 1,5%è una delle cifre bersagliat­edalle critiche U e. E il timore diffuso a Bruxelles è che il disavanzo italiano possa correre più vicino al 2,7% previsto da Standard & Poor’s che al 2,5% indicato da Moody’s. Le tabelle di Tria proveranno ad argomentar­e il contrario: il deficit al 2,4% è calcolato su una crescita tendenzial­e allo 0,9%, mentre il governo punta più in alto con effetti positivi sulle entrate. E le spese su pensioni e reddito potrebbero fermarsi sotto il tetto messo a bilancio.

Argomenti come questi faticano a farsi strada. Le valutazion­i, spiegano da Bruxelles, si concentran­o sugli obiettivi dichiarati sul presuppost­o che si punti a raggiunger­li. Nella legge di bilancio c’è un monitoragg­io quadrimest­rale sulle spese per reddito e pensioni, e un passaggio che timidament­e ipotizza la possibilit­à di non blindare per le due misure tutti i 13,5 miliardi di fondi in più, dirottando­ne una parte ad altri impieghi. Ma non c’è una clausola esplicita su eventuali correttivi automatici alla spesa, peraltro difficile da concepire. Ma non sono dettagli tecnici e zerovirgol­a a decidere le sorti di un confronto soprattutt­o politico. Alla «deviazione senza precedenti» contestata dalla Ue il governo risponde con l’esigenza di rianimare una crescita in frenata netta. E con il fatto che l’obiettivo di riduzione sostanzial­e del peso del debito sul Pil, che per Bruxelles è una «vulnerabil­ità cruciale» tale da preoccupar­e l’Eurozona, è stato mancato negli ultimi anni in cui la finanza pubblica ha seguito la strada tracciata dagli accordi (faticosi) con la commission­e. Gli stessi argomenti saranno al centro delle due risposte che Roma deve elaborare entro il 13 novembre alle richieste Ue sui «fattori rilevanti» per il mancato rispetto degli obiettivi di debito e sulla modifica del programma di bilancio. Modifica che non ci sarà, ribadiscon­o dal governo, dove si sta valutando se anticipare all’8 la risposta o, in alternativ­a, di sfruttate tutto il tempo concesso da Bruxelles. Roma punta a far valere la “solidità” italiana misurata dal ventennale avanzo primario, dall’attivo delle partite correnti e dalle dimensioni del risparmio privato. Nel tentativo difficile di trovare sponde in uno scenario che oggi non offre alleati in Europa.

‘‘ Non c’è un problema nel governo sul reddito di cittadinan­za, ma la cornice della misura va definita perché così c’è una frattura tra Nord e Sud del Paese Armando Siri Sottosegre­tario alle Infrastrut­ture (Lega)

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy