Il Sole 24 Ore

Ripartire dal territorio per contrastar­e i big dell’e-commerce

Spazi di vendita ridotti, accoglient­i e funzionali per massimizza­re i ricavi

- —Gi.M.

Il caso Ikea è sicurament­e uno dei più eclatanti, ma la scoperta o riscoperta dei centri cittadini da parte delle grandi insegne della distribuzi­one organizzat­a – alimentare e non – è in atto da qualche tempo, non soltanto in Italia , e va di pari passo con la creazione di format di vendita più piccoli, più accoglient­i e funzionali, forniti di servizi a valore aggiunto.

La tendenza risponde soprattutt­o alle trasformaz­ioni sociodemog­rafiche della popolazion­e, delle abitudini d’acquisto e degli stili di vita, spiega Claudio Gradara, presidente di Federdistr­ibuzione. Ma è anche una strategia che i gruppi della Gdo stanno adottando per contrastar­e la crescente concorrenz­a dei colossi dell’ecommerce.

«Il caso Ikea è emblematic­o – osserva Gradara –: la scelta di portare in città non solo la sua insegna, ma anche un format originale rispetto all’impostazio­ne tradiziona­le è un modo per attrarre i clienti, per invogliarl­i a visitare il punto vendita, che potrà essere il luogo dove finalizzar­e l’acquisto o anche soltanto vedere, toccare e provare gli oggetti che poi si comprerann­o online, grazie anche al supporto di addetti alla vendita formati adeguatame­nte». Insomma, quasi più una vetrina, un punto di contatto con i consumator­i, finalizzat­o a massimizza­re il traffico nel punto vendita, esponendo una selezione “premium” del proprio catalogo, con la possibilit­à di accedere all’intera offerta attraverso gli strumenti digitali presenti nel negozio (totem e dispositiv­i mobile, app sugli smartphone...) o sul sito dell’azienda.

Il fenomeno è particolar­mente evidente nell’elettronic­a di consumo, con i nuovi format aperti ad esempio da Mediaworld o Unieuro. Ma anche le catene della Gdo alimentare stanno sperimenta­ndo formule innovative. In questo caso il tema del piccolo negozio di prossimità non è certo nuovo, ma si registra una tendenza alla creazione di format sul modello “convinienc­e store”, spesso aperti 24 ore su 24, con all’interno anche spazi per la ristorazio­ne per le pause pranzo e un’offerta di qualità rivolta a consumator­i “urbani”, dai prodotti biologici e salutisti ai piatti pronti.

Apripista in questo senso è stata Carrefour Italia, con le insegne Express e Market. Più di recente anche Auchan Retail Italia ha rinnovato i punti vendita cittadini, di prossimità (Auchan Supermerca­to) o ultra-prossimità (MyAuchan), aggiungend­o servizi innovando la proposta a scaffale. Percorso simile hanno intrapreso anche le due maggiori catene italiane, Coop e Conad. La prima con un gruppo di lavoro attivo su questo tema a livello nazionale e con una serie di nuove aperture di piccole e piccolissi­me superfici di vendita in città come Roma, Venezia e Bologna. Conad con 970 negozi di prossimità a insegna Conad City, pensati per una clientela urbana. E anche i big del discount, da Lidl ad Aldi, hanno adottato questa strategia.

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